24 giugno 2013

ANZIANO 70 ENNE MOLESTAVA RAGAZZINE A FOSSANO/ CUNEO

Anziano 70enne molestava ragazzine

Per pedofilo applicata nuova legge entrata in vigore nel 2012 

FOSSANO,(CUNEO) - Un pedofilo di 70 anni di un paese del cuneese e' stato condannato a non avvicinarsi per un anno nei luoghi frequentati dalle ragazzine che molestava.
Identificato dai Carabinieri, l'uomo si e' vista applicata una legge approvata a fine 2012. A denunciarlo, nel novembre dello scorso anno, i genitori di quattro ragazzine di 12 anni, che venivano avvicinate nel tragitto tra casa e scuola. L'anziano le aveva prese di mira, insisteva per avere contatti fisici, baciandole anche a forza.

ROMA FIGLIO TENTA IL SUICIDIO E PADRE SI UCCIDE

Roma, 3 uomini gambizzati in strada – Figlio tenta suicidio, padre si uccide 

Scene da far west in queste ore nella Capitale, dove tre persone sono state gambizzate nel giro di pochissime ore. Due uomini sono stati gambizzati in strada a Roma,nella zona di San Giovanni, in via della Caffarelletta. A far espodere i colpi di arma da fuoco sono stati due ragazzi a bordo di una moto.
I due ragazzi rimasti gravemente feriti, si sono rifiugiati uno in un centroestetico nelle vicinanzne e l’altro in un’officina, da dove sono stati chiamati i soccorsi. Uno dei colpiti è Fabrizio Toffolo, storico capo degli irriducibili della Lazio. Colpito all’inguine, Toffolo è stato ricoverato in codice rosso.
Sempre a Roma, però, nelle stesse ore c’è stato un terzo episodio simile: un altro uomo, di circa 30 anni, infatti, è stato gambizzato a Marina di San Lorenzo, a poche ore di distanza da due casi precedenti. L’uomo, che aveva dei precedenti penali, è rimasto gravemente ferito e trasportato in ospedale.
Un vero e proprio dramma familiare è quello che si è consumato nelle scorse ore a Verbania, dove un ragazzino di soli 16 anni, ha cercato di suicidarsi, impiccandosi nel giorno del suo 16esimo compleanno. Il giovane, tuttavia, non è morto sul colpo ma è stato trasportato in ospedale, dove tutt’ora si trova ricoverato e le sue condizioni di salute risultano essere molto gravi.
Il padre del ragazzino, però, saputa la triste notizie e credendo che il figlio fosse morto, si è tolto la vita. I genitori del 16enne da anni erano separati e il ragazzino viveva con la madre. Il padre, evidentemente avrà saputo la notizia da qualcuno he nella concitazione potrebbe avergli detto che il ragazzo era morto. Impugnata la pistola che possedeva in casa l’uomo si è tolto la vita.

OLANDA DELL'EUTANASIA PER NEONATI MALFORMATI E SENTENZE ASSURDE

L’Olanda dell’eutanasia per neonati malformati e delle sentenze assurde sulla pedofilia 

L’Olanda protestante e calvinista continua ogni giorno di più ad allontanarsi dai valori cristiani. La spiritualità dell’ex regina Guglielmina, bisnonna del sovrano in carica, è solo un lontano e sbiadito ricordo.
Dopo aver legalizzato l’uso delle droghe, aver introdotto il diritto all’eutanasia nel 2001, aver addirittura dato l’idea di tollerare persino la pedofilia con sentenze assurde come quella che ha impedito lo scioglimento e la messa al bando di un club pedofilo, adesso è arrivata la proposta dei medici olandesi con richiesta della dolce morte per i neonati malformati.
Il pediatra Eduar Verhagen ha giustificato l’esigenza di accelerare il decesso dei bimbi nati con deformazioni irreparabili, con la necessità di evitare i tempi lunghi che il neonato può impiegare per spegnersi, costringendo dottori e genitori ad assistere impassibili alle sue sofferenze. C’è quasi uno sfondo di umana pietà nel desiderio di affrettare il più possibile la morte. Qualcuno obietterà: ma se il neonato nasce malformato e non ha alcuna possibilità di sopravvivere, che senso ha lasciarlo vivere un mese in più? Il punto è proprio questo. Non sta all’essere umano decidere come e quando un proprio simile deve morire, sia esso un bimbo appena nato o un adulto allo stato terminale. Solo Dio può staccare la spina che ci tiene in vita, quella stessa vita che, nel bene o nel male, ci è stata donata e che, nel bene o nel male, siamo chiamati ad accettare nella salute come nella malattia. Un principio fondamentale che dovrebbe essere condiviso da tutti i cristiani ma che invece continua ad essere difeso unicamente dai cattolici. Il protestantesimo, ed il calvinismo olandese in particolare, hanno abbracciato nel corso degli anni una visione del cristianesimo sempre più liberale e laicista, nella convinzione di interpretare così i segni e le aspettative dei tempi. Il protestantesimo ha sostituito la testimonianza con la convenienza, adattando la Bibbia ai dogmi del secolarismo per poter convivere più facilmente in un mondo che considera Dio un prodotto di fantasia. Permangono nel calvinismo frange integraliste che si oppongono all’aborto, al riconoscimento dei matrimoni omosessuali, all’eutanasia, ma si tratta di minoranze tenute ai margini della società e trattate con lo stesso disprezzo che l’Occidente nutre per i talebani afghani. C’è quasi da parte del mondo protestante una rincorsa a differenziarsi dal cattolicesimo abbracciando il secolarismo. E così anche la vita diventa un bene di consumo, da buttare nel momento in cui la salute cede il posto alla sofferenza fisica ed alla malattia. Ma la storia dell’umanità è una storia fatta anche di sofferenza, il male fisico è una costante in ogni essere umano. Nessuno si è salvato, nemmeno i grandi della storia, da Giulio Cesare che era epilettico finendo con il Reagan affetto da alzheimer, sono stati immuni dalle sofferenze del corpo. E poi c’è Cristo che è venuto al mondo proprio per insegnarci a soffrire, a portare la croce, come ha fatto Giovanni Paolo II senza mai nascondere al mondo il proprio calvario. Certo, nessun genitore ama veder soffrire il proprio figlio soprattutto quando si tratta di bambini. Ma è proprio nella sofferenza che si riscoprono i grandi valori dell’amore e della solidarietà. Accelerare il decesso di un individuo, neonato o adulto, pensando di alleviare il suo calvario non è un gesto d’amore ma di puro egoismo. Rifiutare la croce significa rifiutare Cristo. Un principio che dovrebbe unire tutti i cristiani, ma che al contrario è destinato a diventare un altro motivo di profonda e insanabile divisione.

USA SCANDALO PEDOFILIA SUI CAPPUCCINI

USA, scandalo pedofilia sui cappuccini 

Le alte sfere dell'ordine coprirono i casi di abusi sessuali per decenni

NEW YORK - Per otto decenni i leader dei frati cappuccini in America coprirono atti di pedofilia dei loro confratelli privilegiando al protezione dei molestatori rispetto alle loro vittime. Lo rivela un dossier pubblicato dallo stesso ordine religioso che solleva interrogativi come le comunità di ordini monastici, non soggetti al controllo diretto dei vescovi, hanno affrontato la piaga della pedofilia nella chiesa cattolica americana.
Secondo il rapporto, il primo del suo genere, alla radice dell'atteggiamento dei cappuccini di fronte agli abusi di una ventina di loro confratelli c'è stata da un lato una "cultura di clericalismo" che ha messo i bisogni dei preti al di sopra di quelli dei molestati, dall'altro una forma di deferenza nei confronti degli avvocati che hanno presentato come vittime gli accusatori in uno sforzo di proteggere la chiesa da costose azioni legali.
Il dossier della Provincia di San Giuseppe dei Cappuccini che ha sede a Detroit ma sovraintende su circa 170 frati che servono in varie parti del paese oltre che in Nicaragua e Panama, raccoglie documenti che risalgono addirittura agli anni Trenta. A motivarlo, un'inchiesta che ha puntato i riflettori su casi di abusi in un seminario dell'ordine a Milwaukee nel Wisconsin. "I Cappuccini hanno delegato il Vangelo agli avvocati", si legge nel rapporto: "E gli avvocati sono stati quelli che hanno crudelmente attaccato le vittime".

PIASPIA VIETA IL TORNEO ANTI-PEDOFILIA

Pisapia vieta il torneo anti-pedofilia 


Scoppia un altro polverone tra Comune e Skinhead. Dopo il caso del raduno «nazi» sabato scorso in un capannone in zona Rogoredo, nel mirino questa volta finisce un torneo di calcetto in difesa dei minori promosso da Lealtà e azione, movimento di estrema destra. «Diamo un calcio alla pedofilia» prevede partite tra adulti e bambini, con interventi di avvocati e psicologi, lotteria benefica, giochi e musica.
La battaglia contro la violenza sui minori che - secondo la Provincia che invece ha assegnato il patrocinio alla manifestazione - non dovrebbe avere connotazioni politiche. Il torneo, alla sesta edizione, è in programma domenica prossima al Centro sportivo «Sporting Platani» in via Giuditta Pasta, zona Niguarda. Ma ieri l'assessore allo Sport del Comune Chiara Bisconti ha inviato una lettera al gestore dell'impianto, di proprietà comunale, per chiedergli di sospendere l'iniziativa.
«Ho fatto rilevare - spiega - come nonostante le apparenti finalità benefiche della manifestazione, l'associazione organizzatrice è un gruppo che si è fatto spesso portatore di contenuti violenti, ideologie xenofobe, tesi revisioniste, incitamento all'odio razziale, apologia del fascismo. Ritengo che associazioni di tale sorta siano in contrasto con i principi costituzionali, oltre che con la “Legge Mancino“, e pertanto siano incompatibili con la città di Milano, Medaglia d'Oro per la Resistenza, oltre che con l'azione quotidiana di questa amministrazione volta a contrastare ogni atto di violenza e discriminazione». L'invito dunque ad aggiornarla sulle «misure assunte per sospendere l'iniziativa».

21 giugno 2013

21 22 23 GIUGNO ACCENDIAMO UNA CANDELA CONTRO LA PEDOFILIA E L'ORGOGLIO PEDOFILO

 21 22 23 GIUGNO ACCENDIAMO UNA CANDELA CONTRO LA PEDOFILIA E L'ORGOGLIO PEDOFILO 

Diversi amici e un'unica voce che grida "Fermiamo i pedofili, salviamo i bambini" Giornata del l'orgoglio pedofilo che questa sarà celebrata su internet, la mobilitazione per combattere il dilagare della pedofilia, soprattutto quella che trova sfogo online, è sempre più imponente.
Centinaia di candele bianche da accende di grande rilievo che vuole esprimere tutta la rabbia "Fermiamo gli orchi, fermiamo l'indegno orgoglio pedofilo". Viene definito pedofilo un adulto che abusa sessualmente di un bambino prepubere. Sembra che nell'85% dei casi l'abusante sia una persona appartenente alla famiglia stretta o allargata o ad amici della stessa. Purtroppo in questi casi è il silenzio a dettare le regole: i familiari, spesso la madre del bambino, è consapevole di quello che succede, ma preferisce tacere probabilmente per paura che la famiglia venga destrutturata, distrutta e disonorata per le conseguenze che una denuncia del genere comporta. Succede così che le madri, o chi sa, fa finta di non vedere e spesso si alleano con l'adulto abusante invece che con il bambino. Diventano dei testimoni silenti e fanno diventare la famiglia il luogo degli orrori più terribili.
Le tecniche che usano per adescare i bambini sono di vario tipo. Per necessità, quelle degli estranei sono più raffinate di quelle dei familiari. C’è chi corteggia la mamma per poi arrivare alla figlioletta, chi addirittura sposa una donna divorziata per avere poi accesso ai figli, chi cerca di diventare amico di famiglia per ottenere la fiducia dei genitori, chi avvicina bambini con carenze affettive o trascurati, chi avvicina i bambini al parco, a scuola o in situazioni di aggregazione in cui i genitori non sono presenti.
In famiglia, non è raro assistere a comportamenti in cui il nonno si mette sulle ginocchia la nipotina o il nipotino per farlo strusciare su di lui, o allo sfruttare occasioni come il bagnetto o il cambio di pannolino (qualora l'abuso sia effettuato su un neonato), oppure nel momento della buonanotte.
Sia i pedofili intrafamiliari che extrafamiliari possono usare le minacce per fare in modo che il bambino non parli. Spesso sono minacce di abbandono, separazione, di colpevolizzazione “Sei tu che lo hai voluto!”, di essere messi in punizione, sgridati, menati.
Internet è diventato uno dei luoghi privilegiati dove adescare bambini, quelli un poco più grandicelli che hanno il permesso dai genitori di poter navigare, chattare e partecipare a forum. Le conseguenze di un abuso sessuale si hanno anche se esso viene consumato in modo virtuale, inoltre non tutti i pedofili si limitano al mondo virtuale, convincendo la vittima ad un incontro. L'età media del pedofilo virtuale oscilla tra i 21 e i 30 anni. Di questi il 65% ha un diploma di scuola superiore e, nella stessa percentuale, non convive con un partner stabile. L'identikit del pedofilo virtuale corrisponde ad un maschio, celibe, colto e incensurato.
La maggior parte delle vittime ha un'età compresa tra i 6 e i 12 anni, ma negli ultimi periodi si è riscontrato un aumento di abusi sessuali su bambini molto piccoli. Per cui sta lavorando, l'associazione di Children protection world  onlus  per combattere questo fenomeno. 
Esistono varie tipologie di pedofilo, qui si è cercato di catalogarle, ma questo non significa che non possano essere sfumate o più di una e/o integrarsi nella stessa persona:
                    Pedofilo latente: presenta una morbosa attenzione verso i bambini, accompagnata da fantasie erotiche che però non mette in atto perché si rende conto che le proprie pulsioni non sono accettabili socialmente.
                   Pedofilo occasionale: spesso va in vacanza in luoghi dove può trovare bambini (Bangkok, Sri Lanka, Tailandia, Medio Oriente) con cui ha spesso delle relazioni trasgressive. Viene chiamato “turista del sesso”.
                    Pedofilo dalla personalità immatura: si sente a proprio agio solo con persone più giovani di lui da cui non si sente minacciato e in competizione. Sovente non riesce ad avere rapporti sessuali con adulti. Spesso le vittime sono bambini di amici di famiglia o appartenenti alla famiglia stessa. L'atto sessuale o gli atteggiamenti libidinosi non vengono messi in atto subito: questo tipo di pedofilo sa procastinare il proprio desiderio e inizialmente ammalia la vittima con regali, storie, attenzioni e giochi. Sceglie molto bene la sua vittima, spesso trascurata e di carattere timido ed introverso, bambini che hanno bisogno di attenzione e affetto. Si considera “protettore e amante dei bambini”. Le relazioni con la vittima durano fino a quando il bambino non perde le caratteristiche che lo rendono attraente ai suoi occhi.
                    Pedofilo regressivo: è un adulto che riesce ad avere rapporti anche con persone coetanee, ma è insoddisfatto della sua vita, spesso alcolista, e rivolge la propria attenzione sessuale ai bambini. Si rivolge a bambini sconosciuti, probabilmente già preda di altri pedofili. Il comportamento di “ricerca” è improvviso e incontrollabile.
                    Pedofilo aggressivo: antisociale e misogeno, trae piacere dall'assalire la sua vittima e farle del male, fino a procurarne la morte. L'atto violento procura nel pedofilo sensazioni di piacere, orgasmo e vittoria.
                    Pedofilo omosessuale: è colui che trasferisce sul bambino l'amore che non ha ricevuto dalla madre. Si identifica con il proprio partner, vede in lui quel bambino che egli era e lo “ama”. Per questo motivo accendiamo. Una candela bianca, per gridare al mondo intero che l'Italia e gli italiani non smetteranno mai di ribellarsi alla cattiveria di questi orchi a qualsiasi livello, non abbasserà mai la guardia al fine di tutelare i bambini indifesi e i diritti dei minori ancora troppo spesso violati.
Certo, è cosa importante che, almeno in Italia, sia stato bloccato il sito tedesco che inneggiava alla giornata dell'orgoglio pedofilo, il "Love boy day". Ma ciò non basta per fermare questi orchi. Occorre fare molto di più. Occorre tenere sempre accesi i riflettori della pubblica attenzione e della pubblica sensibilità verso questo fenomeno e verso queste iniziative criminose. Si pensi che sul sito "incriminato" si chiedeva a tutti i pedofili di accendere una candela azzurra,per ricordare i loro "compagni" incarcerati, vittime di discriminazioni e di leggi (addirittura!) ingiuste e restrittive. e condivite anche con tutti i social nework questa foto contro i pedofili   


aiutateci a segnalare se vedete accesa una candela blu grazie lo Staff    in questa sezione della nostra onlus . 


C.I.A.T.D.M - NO all'orgoglio pedofilo - 22 giugno 2013 

PEDOFILIA: CIATDM, "BOY LOVE DAY" ORMAI " RITORNA ANCORA IL MACABRO RITO" SUL WEB E, NON .(AGI) 



Un'iniziativa "ignobile e vergognosa", un "macabro rito" che si ripete due volte l'anno, il sabato successivo ai solstizi d'estate e d'inverno, nella sostanziale indifferenza delle istituzioni. 

E' Aurelia Passaseo, presidente del Coordinamento internazionale delle associazioni a tutela dei diritti dei minori, a definire cosi' il nuovo "International boy love day", in programma sabato 22 giugno,corrente anno, in cui i pedofili torneranno a rivendicare on line e non la legittimita' del loro "amore per i bambini". 

Si tratta - spiega Passaseo - di un appuntamento ormai consolidato, che si ripete dal dicembre 1998 e al quale da anni il Coordinamento oppone una vera e propria mobilitazione on line che vede utenti dei social network, dei blog e della rete dare voce virtuale a tutto il proprio sdegno e protestare contro questa sorta di sconcertante 'Pedopride' in cui i pedofili sono invitati ad uscire allo scoperto accendendo delle candele azzurre e dichiarando per iscritto i loro presunti sentimenti per i piu' piccoli". 


DICIAMO NO ORGOGLIO PEDOFILO!

Esprimiamo il nostro sdegno per questa giornata "terrificante"!

L'iniziativa è stata promossa dal CIATDM e da CHILDREN PROTECTION WORD - ONLUS. 
Sulla tua pagina facebook esponi questa foto, sarà un modo per esprimere il tuo sdegno ed il tuo NO A QUESTA IBRIDA GIORNATA che si manifesta due volte all'anno, il sabato successivo ai solstizi d'estate e d'inverno. 
Partecipate in massa all'evento
 paolo.colleoni.

19 giugno 2013

TRUFFA SUI MALATI TERMINALI 2 ARRESTI 23 INDAGATI RAGUSA

Truffa su malati terminali: 2 arresti e 23 indagati nel ragusano 

Ragusa. 19 giu. - Una rete di medici, paramedici, societa', personale del 118 e imprese di pompe onoranze funebri lucrava alle spalle di malati terminali in regime di assistenza domiciliare. Emerge da un'indagine dei carabinieri che, su ordine della Procura della Repubblica di Modica (Ragusa) hanno arrestato due persone, notificato misure cautelare ad altre tre ed eseguito numerose perquisizioni. Diciotto persone sono indagate a piede libero. I reati contestati a vario titolo sono truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato, abuso d'ufficio, falsita' ideologica commessa dal privato e da pubblici ufficiali in atti pubblici, detenzione illegale ai fini di spaccio di sostanze classificate stupefacenti. La frode consisteva in indebite prestazioni a domicilio che personale dell'Asp di Ragusa eseguiva in proprio, per conto di una cooperativa privata di assistenza, violando cosi' il rapporto di esclusivita' con l'ASP e usando materiali e presidi sanitari sottratti abusivamente alle strutture pubbliche grazie a fatture false o gonfiate. Inoltre, veniva segnalato ad alcune ditte di pompe funebri il decesso di pazienti in ospedale o nel loro domicilio, in modo da avvantaggiarle rispetto alle imprese concorrenti. Sono emersi casi di analisi del sangue effettuate in laboratori dell'Asp, senza pagare il ticket, su campioni prelevati abusivamente e con provette sottratte dalla farmacia dell'Azienda sanitaria provinciale, e ancora false attestazioni dell'ingresso in pronto soccorso di pazienti, che invece nel domicilio avevano beneficiato di indebite prestazioni gratuite, o per autorizzazioni al trasporto in ambulanza di persone decedute, come se fossero ancora in vita. Nell'ambito dell' inchiesta, denominata "Sciacallo", sono stati sequestrati materiali di esclusivo uso ospedaliero e farmaci de fustellati o classificati tra le sostanze stupefacenti e dopanti.

ABORTO PIU GRAVE DELLA PEDOFILIA

Monsignor Castilla: "Aborto più grave della pedofilia"

Il Monsignor di San Marco: "Da un punto di vista qualitativo..." 

Parole che hanno sconvolto i fedeli, quelle che Monsignor Fabio Martinez Castilla ha pronunciato durante l'omelia di questa mattina, martedì 18 giugno. L'arcivescovo di Tuxtla, che si trova nella regione messicana del Chiapas, ha espresso un giudizio definitivo su aborto e pedofilia. "Da un punto di vista qualitativo è molto più grave l'aborto dell'abuso su un minore da parte di un sacerdote", ha affermato il religioso, che ha poi aggiunto: "Durante la violenza sessuale è il futuro del bambino a morire, nell'aborto si tratta invece di assassinio". 
I precedenti - L'ex vescovo di Ciudad Lázaro Cárdenas è d'accordo nel punire i preti accusati di pedofilia, ma, chiarisce, "non bisogna prenderli di mira a causa  degli abusi che hanno macchiato la reputazione della Chiesa cattolica, ma trattarli alla stregua di insegnanti, politici e dottori accusati dello stesso crimine". E non è la prima volta che Castilla fa parlare di sè. Nel 2011 aveva dato del pazzo al vescovo Juan Antonio Reig Pla, che consigliò alle coppie di praticare sesso anale per scongiurare il rischio gravidanza. Recentemente si è pronunciato contro l'uso del preservativo: usarlo equivale ad "affermare che l’unico di modo di fare pace sia quello di uccidere gli altri", mentre "i genitori dovrebbero essere responsabili non solo nel far nascere ma anche nell'educare i figli". Dopo le recenti parole di papa Bergoglio, che hanno sollevato la questione della presunta lobby gay in Vaticano, la Chiesa attira ancora l'attenzione su di sé. Quel che è certo è che sono tutti d'accordo nel punire i "colpevoli", che si tratti di aborto, pedofilia, violenze su minori. 

BRESCIA ABUSI SU BIMBA DI 10 ANNI ARRESTATO

Pedofilia: abusi su bimba di 10 anni, arrestato a Brescia 

Brescia.La squadra mobile di Brescia ha arrestato un uomo di 47 anni di Collebeato per violenza sessuale nei confronti di una bimba di 10 anni che l'aprile scorso a Brescia sarebbe stata palpeggiata nelle parti intime all'interno di un negozio dove si era recata per comprare un pennarello. La bimba stando alla polizia era stata molestata anche nell'androne di casa. A carico dell'autotrasportatore ci sarebbero altri due episodi ai danni di bimbe 10 e 11 anni intercettate e seguite. L'uomo era gia' stato arrestato in passato per un fatto analogo e denunciato per molestie nei confronti di quattro bambini. In aprile inoltre si era reso autore di atti di esibizionismo davanti alla scuola media di Pompiano. Ora e' in cella dove e' stato accompagnato da una poliziotta del settore minori

QUEI PEDOFILI TUTTA SCUOLA E CHIESA

Quei pedofili tutti scuola e chiesa 

Ticino, reazioni del mondo educativo ed ecclesiastico ai recenti casi di cronaca  
Due uragani hanno travolto la scuola ticinese. Lo scorso 7 giugno un ex maestro di scuola elementare, attivo in un istituto del Luganese, è stato condannato a 9 anni di carcere da espiare per aver abusato di 12 allievi (si parla di almeno 60 atti sessuali con fanciulli perpetrati sull’arco di un decennio). E si avvicina l’ora del giudizio anche per Flavio Bomio, il 70.enne ex presidente della Società di nuoto Bellinzona – e docente di scuola media in pensione – accusato di aver abusato sessualmente di decine di suoi atleti (il processo alle Assise criminali prenderà il via lunedì 5 agosto). Come ha reagito il mondo scolastico a questi gravi episodi? E, più in generale, quali strategie ha adottato per contrastare le violenze sui minori? Ce lo siamo chiesti mentre ieri agli Stati si discuteva dell’iniziativa popolare «Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli.
«In seguito a questi terribili episodi di cronaca, la scuola ha cominciato ad interrogarsi su come perfezionare le procedure di collaborazione con polizia e procura», afferma Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola e coordinatore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport. A breve si terrà un incontro tra Governo, autorità scolastiche e il procuratore generale John Noseda focalizzato sul tema dello scambio di informazioni. Lo scopo è quello di capire cosa fare con esattezza in caso emergano dubbi intorno alla figura di un docente. «È chiaro, al minimo sospetto di abusi fisici o morali si deve intervenire», sottolinea il nostro interlocutore. «La prima cosa da fare è la denuncia. Ma si tratta di una materia delicata, complessa. È necessario considerare la tutela delle persone, insegnanti compresi, in modo da evitare una dolorosa caccia alle streghe»...
Nel 2010 i media avevano segnalato la presenza in Svizzera di 60 casi di pedofilia tra gli operatori pastorali elvetici, due dei quali concernenti la Svizzera italiana. Intervistato dal «Giornale del Popolo», il vescovo Pier Giacomo Grampa aveva detto: «Nei 6 anni del mio servizio episcopale non c’è stata la necessità di nessuna segnalazione. Penso che i due casi a cui si riferisce siano antecedenti e entrambi già regolati da processi, condanne, magari con la condizionale, pene da affrontare e vorrei che non se ne parlasse più visto che sono stati saldati i conti con la giustizia. Certo rimane l’impegno di vicinanza e assistenza alle vittime». In ogni caso in seguito la Diocesi di Lugano ha istituito una «Commissione abusi sessuali» di cui fanno parte tre personalità qualificate: lo psicologo e psicoterapeuta Dante Balbo, il sostituto magistrato dei minorenni Fabiola Gnesa e lo psichiatra Graziano Martignoni (come riferisce l’Annuario della Diocesi 2013). «Alla Commissione – aveva spiegato nella stessa intervista il vescovo – chiedo di assicurare un sostegno psicologico sia alle vittime, sia a chi si è reso colpevole. Domando pure a questi esperti di dare indicazioni per il cammino formativo dei futuri preti, al riguardo del quale ritengo importanti la presenza di corsi specifici relativi a questa problematica, un esame preventivo dei candidati da parte di psicologi di fiducia, una particolare attenzione e un approfondito esame prima di ammettere dei candidati agli ordini sacri. È pure importante proporre al clero corsi di formazione e di aggiornamento con particolare attenzione pure a queste tematiche». Un team che non si riunisce Da noi contattato, uno dei membri della commissione, il dottor Graziano Martignoni, ci spiega che «in questi anni non sono mai stato convocato a nessuna riunione o sollecitato ad intervenire professionalmente». Un’osservazione da interpretare in senso positivo, secondo il nostro interlocutore: «È certamente un buon segno», spiega.

PAPA FACEVA ABUSARE DEI FIGLI ARRESTATI SALERNO

Papa' faceva abusare dei figli, arresti

In manette anche due amici dell'uomo, filmati gli incontri 

SALERNO. Costringeva i tre figli, di eta' compresa tra gli undici ed i sedici anni, a subire abusi sessuali. Un uomo di 55 anni, residente nel Salernitano, e' stato arrestato dai carabinieri, assieme a due suoi amici, di 51 e 57 anni. Le indagini sono state avviate a marzo scorso ed hanno accertato che, in alcune occasioni, gli arrestati filmavano gli atti sessuali con i minori. I video poi venivano immessi sul mercato della pedopornografia.

SANITA LO SCANDALO DEI PREZZI CHE VERGOGNA !!

Sanità, lo scandalo dei prezzi di protesi e ausili. Quando lo Stato paga più del privato 

Il 'Nomenclatore tariffario' è la lista del ministero della Salute che regolamenta prezzi e tipologie di protesi e ausili per disabili. Un settore che costa allo Stato 1,9 miliardi di euro in un anno. Una prontuario provvisorio, nato nel 1999, e mai aggiornato. Risultato? Le Asl spendono anche il triplo rispetto al reale valore in commercio. Una riforma bloccata anche dalle lobby in Parlamento. Vi sveliamo gli enormi interessi, le truffe, il mercato nero, e i disservizi sulla pelle dei malati. Ecco la prima inchiesta realizzata su richiesta dei nostri utenti sostenitori 
Di questo vi mettiamo il link della fonte perché è una vera vergogna e ingiustizia. Guardatelo fino alla fine. Lo Staff  

18 giugno 2013

GOOGLE UN DATABASE PER CANCELLARE LA PORNOGRAFIA INFANTILE

Google, un database per cancellare
la pornografia infantile 

Mountain View «etichetta» le foto segnalate per abusi e l’archivio condividerà i dati con autorità o associazioni che combattono questo tipo di crimine


Roma
Un database condiviso con associazioni e autorità per combattere la pedopornografia online ed eliminare dal web i contenuti inappropriati di cui questa fetta di criminali si «nutre», in particolare le foto dei bambini sfruttati sessualmente.  
È il progetto al quale sta lavorando Google, colosso dei motori di ricerca in rete, che dal suo blog annuncia nuovi investimenti volti a questo sforzo: 5 milioni di dollari. L’obiettivo: «sradicare le immagini online di abusi su minori». 
Parte della cifra, precisa Google, è destinata a partner globali che si occupano di protezione dei minori, come il Centro nazionale per bambini scomparsi o sfruttati (Ncmec) e la Internet Watch Foundation.  
Dal 2008 Mountain View utilizza una tecnologia che «etichetta» le foto segnalate per abusi sessuali su minori e consente ai suoi computer di identificare la duplicazione delle immagini senza bisogno che altro occhio umano le veda. Il nuovo progetto riguarda ora un database in cui convogliare questi dati, condiviso con altre compagnie, autorità o associazioni per far sì che queste possano collaborare per individuare, rimuovere le immagini dal web e intraprendere azioni contro i criminali. 
Google ricorda come nel 2011 Cypertipline del Ncmec abbia ricevuto 17,3 milioni di foto e video riguardanti sospetti casi di abusi su minori, oltre la metà al di fuori dei confini Usa: «quattro volte» i dati del 2007. E «il fenomeno - denuncia Mountain View - è in crescita». 

CADAVERE IN SPIAGGIA NELL'INDIFFERENZA GENERALE

Cadavere in spiaggia nell’indifferenza generale. Nessuno si ferma. 

Gente che gioca a racchettoni, chi si tuffa in acqua, chi chiacchiera spensierata sul bagnasciuga. Non è la cronaca di una normale giornata estiva in riva al mare ma quella di una morte sulla spiaggia totalmente ignorata. Accanto al cadavere di una donna di 78 anni, deceduta per un malore sulla spiaggia di Formia, la vita è continuata questa mattina come se nulla fosse. Una scena agghiacciante che in pochi minuti ha fatto il giro del web. Da una parte il corpo esanime della donna coperta da un telo bianco, dall’altra una coppia di ragazzi che gioca a racchettoni, altre persone che prendono il sole o che passeggiano chiacchierando.
Questa situazione si è prolungata per diverso tempo fino a quando il corpo della donna non è stato portato via dagli operatori delle pompe funebri. Eppure il malore dell’anziana non era passato inosservato. Mentre era in acqua, la donna si è sentita male ed è stata soccorsa e portata sulla battigia. Le sue condizioni sono apparse subito gravi e sono stati chiamati immediatamente i sanitari del 118. Il loro intervento però non è servito a salvarle la vita e non hanno potuto fare altro che constatarne la morte.Così i sanitari hanno coperto la donna con un telo bianco in attesa delle onoranze funebri. Un intervento che si è fatto attendere ma il capannello di persone intorno al corpo esanime si è subito dileguato lasciando la donna sola. Purtroppo però poi la vita sulla spiaggia è continuata mentre la donna giaceva ancora sul bagnasciuga. La vittima era una pensionata russa.

 

QUANDO LA MEDIOCRITA’ SI FA GIUSTIZIERE (La criminalità dei media)

QUANDO LA MEDIOCRITA’ SI FA GIUSTIZIERE (La criminalità dei media) 

 

Oggi vogliamo commentare un fatto di cronaca accaduto un po di giorni fa in Italia:Di "Nicole Dark" “Il piccolo Andrea Albanese dimenticato dal padre in macchina e poi trovato morto dopo ore.”
Ho letto svariati commenti su questo tragico avvenimento, di moltissime persone che con assoluto convincimento non hanno fatto altro che sputare sentenze senza la benché minima riflessione su ciò che hanno “vomitato” dalle loro fauci velenose contro quel padre tanto snaturato da dimenticare suo figlio in macchina.
E tali commenti, se così si possono definire, mi hanno fatto rabbrividire, tanto malvagi quanto spietati.  Queste persone hanno giudicato con ferocia quell’uomo affermando che “certa gente non merita di avere figli”, oppure che “quel padre dovrebbe andare dritto in galera”.
E in quel momento mi sono risollevata, perché ho subito pensato alla grande fortuna che abbiamo in Italia nel poter godere della saggezza di gente così profonda ed efficace che riuscirebbe, senza ombra di dubbio, a occupare il posto dei nostri bistrattati giudici.
Per chi non lo sapesse, io tempo fa persi un bambino per malasanità e so per certo che il dolore che provai, che sento tuttora e che continuerò a sentire fino alla fine della mia vita, lo potrebbe capire soltanto chi lo sta già provando perché questo immenso e detestabile dolore appunto, per la perdita di un figlio, nessun altro sarebbe in grado di capire, nemmeno per una parte impercettibile, poiché perdere un figlio non è come perdere un genitore che rientra nella legge naturale, ma va assolutamente contro natura.
Il mio primo pensiero sul tremendo fatto di cronaca di cui sopra, non è andato al bambino morto, bensì ai suoi genitori e in primis a quel padre che la gente sta continuando a giudicare con una superficialità inaudita ignorando la vera essenza del fatto e sono sicura al cento per cento che tra quelli che stanno crocifiggendo quel padre, non ce ne sia uno solo, che abbia avuto l’esperienza di una perdita di questa portata, poiché sarebbe sicuramente restato in silenzio assoluto pregando il Padreterno di dare tanta forza a quel pover’uomo che ha avuto l’immensa sfortuna di vivere in un mondo tanto frenetico quanto impersonale che obbliga tutti noi indistintamente, a “correre”, con una frenesia disumana dettata dagli astuti media, compresi gli insopportabili talk show, che sono campioni nell’esasperare le notizie, e che in questo periodo di crisi hanno superato se stessi, cavalcando le onde più drammatiche del momento: 
come quella dei suicidi, scatenando una forte emulazione, delle fabbriche che chiudono, senza mai mostrare l’altra faccia della medaglia, della gente che rovista nella pattumiera, facendo finta di non sapere che molta di questa gente è sempre esistita, e, come  azione più grave e spregevole, quella di OMETTERE DI PROPOSITO, di raccontare i fatti più rilevanti e positivi, che vedono e hanno sempre visto storicamente, la grande capacità del popolo italiano, di saper ricominciare sempre e comunque per poi vincere, senza avere però nelle orecchie quel continuo martellamento di negatività.
Di questi  media che in maniera subdola, riescono a rendere vano e a bloccare qualsiasi  impulso positivo che è insito nel nostro DNA, ma che la gara  indiscriminata, di questi criminali della “disinformazione” riesce a mozzare sul nascere, e guai se così non fosse, in modo che  la loro stupida gara non sia fallace e non si arresti mai!
E, continuando indisturbati, quali depositari della verità assoluta, perseverano nella loro vera competizione a chi grida più forte, e se la ridono con quel ghigno beffardo di chi sa di avere un copioso conto in banca per i lauti compensi che ricevono senza sosta, per aver saputo raccontare meglio la condizione più sciagurata, che è diventata per loro, fonte di abbondante ricchezza.
E insistendo a metterci l’uno contro l’altro, attirano la gente più distratta, terrorizzandola al punto di non farle spendere più un centesimo, contribuendo nel modo più vergognoso, a bloccare integralmente la nostra economia, e tutto ciò in nome del loro dio criminoso chiamato “audience”.
E mentre la gente trema di paura, questi bravi conduttori fingono di essere preoccupati e nostri alleati, per poi ridere a crepapelle nel vedere realizzarsi la loro tanto agognata popolarità, ottenuta grazie all’ascolto assicurato, dalle loro ignare vittime.
E mentre i vari telegiornali, alzando ancor di più la loro voce, gareggiano a dare la notizia più terrificante col solito tono di chi, senza un briciolo di solidarietà, forgia vittime e carnefici, fanno scivolare la povera gente  da loro spossata e indebolita, fino al punto di indurla a commettere errori che la segneranno per tutta la loro vita. 
 No, no, non ho cambiato discorso, e ritornando a quel povero padre del bambino morto, affermo con lucida certezza che chiunque continui a crocefiggerlo, non avrà nessuna soddisfazione, perché non aggiunge nulla alla vera e unica croce che l’uomo si trascinerà per tutta la sua vita, una vita completamente mutata a causa di un destino tanto crudele, che indubbiamente potrebbe capitare a ognuno di noi.
Voglio concludere col noto aforisma di Albert Einstein:

"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi."

PADRI SEPARATI I NUOVI POVERI PIU DI 800.000 IN ITALIA

Padri separati, i nuovi poveri più di 800.000 in Italia
La lentezza dei giudizi di divorzio sotto la lente della Corte Europea di Strasburgo. Il problema delle finte consensuali 



Sempre meno matrimoni, sempre più separazioni. Sono oltre 170mila ogni anno le persone che, in Italia, vivono la separazione. E ogni anno circa centomila bambini e ragazzi minori vedono i genitori allontanarsi l’uno dall’altro. Ogni anno le separazioni aumentano al ritmo del 2-3%. A prendere la decisione di separarsi sono più frequentemente le donne, mentre gli uomini paiono in molti casi “subire” la volontà del coniuge (o della compagna) sia perché la donna oggi ha maggiore autonomia economica, sia perché consapevole che in sede di giudizio essa sarà più tutelata. A prendere la decisione di separarsi sono più frequentemente le donne, mentre gli uomini paiono in molti casi “subire” la volontà del coniuge (o della compagna).
L’aspetto economico. Il più controverso aspetto economico della separazione è quello del “tenore di vita precedente” che serve per quantificare gli assegni per coniuge e figli. La separazione, di per sé, comporta un impoverimento di entrambi i partner. Le ormai numerose associazioni di padri separati, però, pongono l’accento sulla situazione
particolarmente critica dell’uomo, che dovrà cercarsi un’altra abitazione da ammobiliare, versare un assegno per figli e frequentemente per l’ex moglie, sostenere le spese per gli spostamenti che la qualità di genitore non convivente comporta. In Italia i padri separati sono circa quattro milioni e di questi 800mila rasentano la soglia della povertà.
Nell’80% dei casi, corrispondendo il mantenimento dovuto si ritrovano con poche risorse, arrivando talora a dover accedere ai servizi di assistenza e di carità per sopravvivere.
Tempi lunghi per i separandi. La giustizia italiana, si sa, ha tempi molto lunghi e il diritto di famiglia non fa eccezione. Questa cronica lentezza è motivo di frequenti sanzioni da parte della Corte europea di Strasburgo, che ha fissato in due anni e sei mesi il tempo massimo entro il quale deve essere pronunciata la sentenza di primo grado. L’Italia è stata per il quinto anno consecutivo il Paese con il maggior numero di sentenze della Corte europea per i diritti dell’uomo rimaste inapplicate, nella maggior parte dei casi per la lentezza della giustizia: 2.522 su 10.689. Questo aspetto costituisce un’altra nota dolente nella separazione fra partner, motivo di particolare amarezza quando vi siano figli minori. Qualunque dissidio che si rifletta sui figli, andrebbe risolto in tempi rapidi. Perché rapidi sono i tempi che scandiscono l’evoluzione di un bambino, di un adolescente.
Consensuali vere e false. La percentuale di separazioni consensuali nel 2010 è stata dell’85,5%, quella delle separazioni giudiziali del 14,5%. Questo potrebbe indurre qualcuno a pensare che la presunta conflittualità nel momento della separazione non esista. In realtà queste cifre sono vere, naturalmente, ma non rispecchiano la realtà. Il fatto è che la separazione consensuale richiede molto meno tempo (in media 150 giorni contro gli 891 di una separazione giudiziale) e costa meno in termini di denaro.
Nel 2006 fu approvata una legge, la numero 54, che tendeva a cancellare la logica del genitore premiato e quello punito. Il testo, però, approvato in gran fretta sullo scorcio della legislatura, conteneva diverse criticità. Ma portava in sé anche positive innovazioni quali il concetto di “bigenitorialità” e di “interesse primario del minore”. Purtroppo la legge 54 ha visto in buona parte tradito lo spirito che aveva animato il legislatore. I giudici emettono sentenze nelle quali si usa la formula “affido condiviso”, ma la sostanza – nei modi e nei tempi dell’affidamento – è la fotocopia del vecchio affido monogenitoriale. Il genitore convivente è quasi sempre la madre, il padre ha regolarmente una posizione residuale e i tempi di frequentazione a lui concessi ricalcano i tempi del vecchio “diritto di visita”. Altro punto dolente della legge 54 è quello relativo alla assegnazione della casa coniugale.
Le conseguenze della separazione. Come possono un padre e una madre proclamare di amare i loro figli mentre li “usano” senza alcuna pietà per averne l’affidamento e li utilizzano come strumenti di offesa contro l’altro? Sugli effetti che la separazione dei genitori produce sui minori esiste un’ampia letteratura che ne evidenzia i danni. Danni probabili o addirittura certi per quella scuola di pensiero secondo la quale nessun bambino ne esce indenne. Tuttavia, esiste anche una letteratura, più recente, che minimizza gli effetti della separazione, ipotizzando conseguenze non gravi e per di più temporanee. Tutti gli studi, comunque, concordano su un fatto: i danni sono tanto più seri quanto più la separazione è conflittuale. Fra i tanti comportamenti deprecabili che la separazione spesso induce fra i genitori, molto grave è quella posta in essere da alcune madri senza scrupoli nei confronti dell’ex partner: l’accusa di abuso sessuale nei confronti di un figlio o di una figlia. Il fenomeno delle false denunce di abusi sessuali in occasione della separazione appare in drammatica espansione (secondo l’Ami, Associazione Matrimonialisti Italiani, il 70% di esse «si esaurisce con provvedimenti di archiviazione, proscioglimento o assoluzione»).
Anche il fenomeno del rapimento di un figlio da parte di un genitore di nazionalità diversa da quella italiana è in costante aumento (circa 50 minori l'anno).

DIRITTI DEI MINORI

Diritti dei minori 

Nel nostro Paese il 32,3 per cento dei minori è a rischio povertà, contro il 28,4 per cento degli adulti e il 24,2 per cento dei più anziani. Nel 2011 l'intensità della povertà è risultata pari al 21,1 per cento, mentre nel Mezzogiorno è del 22,3 per cento. Le situazioni più gravi si osservano tra i residenti in Sicilia (27,3 per cento) e Calabria (26,2 per cento), dove sono povere oltre un quarto delle famiglie. Sono alcuni dati che emergono dal sesto Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia.
Il rapporto I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia - presentato il 6 giugno scorso a Roma durante un incontro a cui sono intervenuti il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini, il Viceministro del lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra e il Garante per l'infanzia e l'adolescenza Vincenzo Spadafora - offre un quadro generale della situazione attuale dei bambini e degli adolescenti italiani che si sofferma su diversi aspetti: le politiche sociali per l'infanzia e l'adolescenza, la partecipazione, l'ascolto del minore, i diritti civili e le libertà, l'ambiente familiare e le misure alternative, la salute e l'assistenza, l'educazione, il gioco e le attività culturali e le misure speciali per la tutela dei minori.
Il documento, articolato in sette capitoli e 51 paragrafi, mette in luce i problemi e le necessità dei minori nel nostro Paese e rivolge una serie di raccomandazioni alle istituzioni competenti. La suddivisione in capitoli rispecchia i raggruppamenti tematici degli articoli della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo suggeriti dal Comitato Onu nelle Linee guida per la redazione dei rapporti periodici.
Una delle criticità sollevate dal rapporto è la progressiva diminuzione delle risorse destinate all'infanzia e all'adolescenza, che interessa vari ambiti, fra i quali la condizione dei minori fuori famiglia: «la progressiva riduzione degli interventi di prevenzione, di cura della comunità locale, di implementazione della coesione e delle reti sociali, dà origine ad interventi tardivi, spesso emergenziali e segnati da grave disagio socio-relazionale». Riguardo ai minori fuori famiglia si sottolinea, fra le altre cose, «la situazione di abbandono istituzionale che attualmente coinvolge i ragazzi e ragazze neomaggiorenni (in affidamento familiare o in comunità di accoglienza), tenuto conto della dismissione di ogni intervento di accompagnamento alla crescita (anche a causa del minor ricorso da parte del TM alla misura del “prosieguo amministrativo”)».
Il documento approfondisce anche il tema della dipendenza da alcol e droghe. Quattro i gruppi di minori che sembrano più a rischio: bambini e adolescenti in cui l'abuso si associa con disturbi della condotta, disturbi del comportamento alimentare o con altre forme di sofferenza psichica; minori figli di persone alcoldipendenti e tossicodipendenti; bambini e adolescenti appartenenti a nuclei familiari multiproblematici, spesso collocati in contesti degradati; minori stranieri non accompagnati che intraprendono percorsi come “pusher” o minori stranieri di seconda generazione in aperto conflitto con la famiglia riconducibili al primo e al terzo gruppo. Il paragrafo sul consumo di droghe e alcol si conclude con una parte dedicata all'“allarme del gioco d'azzardo”, fenomeno in aumento anche tra i più giovani.
Un'altra criticità denunciata dal rapporto è il ricorso ancora troppo frequente ai parti chirurgici. Secondo gli ultimi dati disponibili citati nel documento (purtroppo risalenti ancora al 2009), il 38 per cento dei parti è avvenuto con taglio cesareo: il 23,6 per cento in Toscana, il 52,6 per cento in Sicilia e il 59,6 per cento in Campania. Le percentuali sono molto superiori rispetto alla media europea (26,8 per cento) e soprattutto alla soglia del 15 per cento che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità garantisce il massimo beneficio complessivo per la madre e il bambino.
chiedeiamo al Governo e al Parlamento una serie di interventi, fra i quali: la promozione degli affidamenti familiari, con lo stanziamento di finanziamenti adeguati; investimenti sui servizi educativi per la prima infanzia che garantiscano un'educazione prescolare su tutto il territorio nazionale, con livelli essenziali in termini qualitativi e quantitativi, l'adozione di un Piano nazionale per l'infanzia.

SOFIA E' TORNATA A CASA STA BENE

Sofia e' tornata a casa, sta bene

Dopo la terza infusione di staminali. Lo scrive la madre su Fb 

FIRENZE. Sofia e' tornata a casa, a Firenze, dopo la terza infusione di cellule staminali somministrata negli Spedali di Brescia. Lo scrive la mamma, Caterina Ceccuti, su Facebook: ''volevo raccontarvi che la piccola Sofia sta bene - a parte qualche crampo - e' tornata serena da Brescia e attualmente sonnecchia in collo a me''. Nei giorni scorsi, il giudice di Livorno ha decretato che la bambina potra' essere sottoposta ad infusioni anche oltre le cinque previste dal protocollo affidando al medico.

CULLA TERMICA OSPEDALE CITTÀ CASTELLO

Culla termica ospedale Citta' Castello

Per accogliere neonati non riconosciuti da madri 

CITTA' DI CASTELLO (PERUGIA) L'ospedale di Citta' di Castello e' dotato da oggi di una culla termica, destinata alle donne che dovessero decidere di non riconoscere il figlio, donata dall'International inner wheel.

La culla e' sul lato opposto all'ingresso principale, in un'area facilmente accessibile ma anche in grado di garantire riservatezza (non ci sono videocamere). La porta puo' essere aperta con una semplice pressione. Con un pulsante si apre la finestra dell'ambiente in cui e' la culla.

17 giugno 2013

VERGOGNA: BAMBINO DISABILE DI 7 ANNI MESSO IN DISPARTE NELLA FOTO DELLA SCUOLA

In disparte nella foto di classe perché disabile: mamma denuncia la scuola

Indignata la mamma di un bambino disabile che ha denunciato quanto accaduto dopo aver visto la foto di classe scattata nella scuola del piccolo. L’episodio nel Regno Unito, la scuola non ha commentato.


Foto di classe scattata al termine dell’anno scolastico e Miles, un bambino disabile di sette anni, in disparte rispetto ai suoi compagni. In disparte rispetto agli altri proprio perché disabile. O almeno è questo che la madre di Miles ha pensato quando ha visto la foto. Una circostanza che l’ha indignata e che l’ha spinta a denunciare quanto accaduto. Miles è un bambino malato di distrofia muscolare spinale da quando aveva appena 13 mesi, la sua storia e è stata raccontata dalla madre al quotidiano britannico "Daily Mail".



In disparte sulla sua sedia a rotelle - Il bimbo di 7 anni nella foto di classe è posizionato a lato sulla sua sedia a rotelle, un po’ più distante rispetto ai suoi compagni e alla maestra che è in piedi al lato opposto. “Vedere la foto mi ha sconvolto”, ha detto la madre al Daily Mail, la quale ha spiegato di non capire il motivo che avrebbe spinto il fotografo a pensare che quella fosse la soluzione migliore. La scuola non avrebbe ancora commentato la foto né risposto a quanto denunciato dalla mamma del bambino disabile. 

'The picture my son must never see': Heartbroken mother complains to school after her disabled child is left sidelined from his friends in class photograph

  • 23 children in second grade class photo but little boy in wheelchair is set apart from his schoolmates
  • Father has contacted the school to ask the photographer to retake the class picture

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Queste sono le conseguenze della nostra società , che nonostante le campagne informative, preventive e di sensibilizzazione, servono a ben poco se non applicate ai nostri bambini fin dalla loro tenera età.
Il principio di uguaglianza, e la lotta contro tutte le varie forma di emarginazione ne sono una riprova in questo singolo ma non isolato episodio, direi che nell'era futuristica, tecnologica in cui ci troviamo non ci rimane una sola cosa da esclamare... "Vergogna a tutti noi nessuno escluso".

Il Presidente Paolo Colleoni

 

PAZIENTI IN FUGA PER GARANTIRSI UNA SANITÀ MIGLIORE

Pazienti «in fuga» per garantirsi
una sanità migliore

Il 70% dei malati opta per strutture nella regione confinante. I dati possono servire per riqualificare l'offerta delle prestazioni 

Sono più di 800 mila gli italiani che si spostano ogni anno da una regione all'altra nella speranza di ricevere cure migliori o più tempestive. Lo dicono i dati del Ministero della Salute e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). I pazienti si muovono dal Sud verso il Nord, ma anche tra regioni vicine. «La mobilità sanitaria in circa il 70% dei casi è di confine — afferma infatti Paolo Di Loreto, coordinatore del gruppo dedicato a questo tema nella Commissione salute della Conferenza delle Regioni —. Per esempio, per un cittadino veneto che abita ai confini con l'Emilia Romagna può essere più comodo ricoverarsi in un ospedale emiliano piuttosto che in una struttura della sua regione ma distante parecchi chilometri. Da alcune regioni del Sud, poi, molti vanno a curarsi in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana».
In base ai dati del Ministero della Salute, il Censis ha elaborato «indici di fuga» e di «attrazione» per ciascuna regione. «La nostra analisi conferma che alcune regioni, soprattutto settentrionali, continuano a essere meta dei viaggi della salute perché hanno più ospedali ad alta specializzazione — afferma Carla Collicelli, vicedirettore della Fondazione Censis — . Ma anche altre regioni, come Molise e Lazio, hanno un alto «indice di attrazione»: la prima per la presenza di un Centro di eccellenza in neurologia (Neuromed, a Pozzilli, Isernia, ndr), l'altra perché ha un ospedale pediatrico di riferimento a livello nazionale (il Bambino Gesù, di Roma ndr)».
Ma la scelta di curarsi fuori Regione avviene anche quando le prestazioni sono disponibili nel proprio luogo di residenza. Spiega Isabella Morandi di Agenas: «Sono i casi di ricoveri potenzialmente inappropriati: per esempio, ci si ricovera in un’altra regione per un intervento di cataratta perché nella propria la stessa operazione è fatta in day hospital o in ambulatorio». Il rapporto dell'Osservatorio sul Federalismo in sanità, di Cittadinanzattiva, segnala inoltre la migrazione per la procreazione assistita. «Si fugge dal Sud dove i Centri sono perlopiù privati — riferisce Maria Paola Costantini, consulente legale di Cittadinanzattiva —. In Sicilia, per esempio, la maggior parte delle coppie deve sostenere interamente i costi delle procedure». «I dati sulla mobilità sanitaria, se interpretati correttamente, permettono di capire se i pazienti vanno lontano per curarsi perché nella loro regione mancano i servizi o perché non si fidano di quelli che ci sono — sottolinea Fulvio Moirano, direttore di Agenas —. Questi dati, quindi, possono servire per riqualificare la rete dell'offerta di prestazioni».