Una "casa di piacere" per disabili. Rivoluzione in Inghilterra
INVESTIMENTO DA 75MILA EURO - Ma non è sempre semplice. Da qui, dunque, il progetto di una casa chiusa specificatamente pensata per disabili. Adams, che ha investito già circa 75.000 euro nel progetto di quello che lei chiama “un centro per la salute e l’educazione sessuale per le persone con disabilità, ha dichiarato a Radio 2 della BBC e al blog BBC Ouch di aver ricevuto molte mail sia da persone interessate a usufruire delle prestazioni del futuro bordello, sia di escort disposte a lavorarci. In Inghilterra le case chiuse sono illegali, ma a chi le chiede come intende ovviare al problema, Becky Adams risponde: “Il nostro è uno scopo nobile: educare le persone con disabilità a una sessualità sana e a conoscere meglio il loro corpo, quindi non si tratta in realtà di una casa di appuntamenti”.
I DISABILI HANNO DIRITTO AL SESSO - “I disabili hanno le loro relazioni come le persone normodotate”, aggiunge Adams. “Si sposano, convivono, hanno rapporti sessuali esattamente come chiunque altro. Però, come chiunque altro, a volte possono sentire il bisogno di ricorrere al sesso a pagamento o di avere un contatto con una persona estranea, e noi vogliamo dar loro questo diritto, come lo hanno le persone che non hanno una disabilità. A volte, però, questo non è possibile perché le lavoratrici del corpo (così le chiama Adams, NDR) non pensano all’accessibilità dei loro appartamenti quando si stabiliscono in un posto”. Il nuovo centro che Adams aprirà sarà dotato di rampe, elevatori e altri accorgimenti per un’accessibilità al 100%.
“I clienti potranno essere uomini, donne o coppie”, aggiunge. “Ad esempio c’è chi ha avuto incidenti traumatici e non se la sente di trovare subito un partner, ma incontrare una delle nostre ragazze per farsi fare magari, che so, un massaggio può far bene all’autostima. Un altro esempio può essere quello di una persona autistica a cui poter mostrare come rimorchiare una donna… Poi ci sono quei clienti che non possono avere un rapporto sessuale completo, ma che magari hanno piacere nell’avere un contatto fisico con una bella signora. Molte delle persone che si offrono per lavorare nel centro che aprirò sono ex infermiere, o persone che comunque hanno lavorato in strutture per disabili, quindi sanno come comportarsi in tutte le situazioni”. E a chi le chiede se lei stessa offrirà i suoi servigi alle persone che contatteranno il centro, la sua risposta è un laconico “no”.
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