A me "vittima" non lo dici
C'è un esempio riuscitissimo di come
si fa la comunicazione della non violenza alle donne. Guardate la
campagna di sensibilizzazione all'evento One Billion Rising, e scegliete
la piazza più vicina a voi per partecipare al momento in cui le donne
sorgono, si rialzano, diventando protagoniste della loro liberazione
Eppure c'è un esempio riuscitissimo di come si fa la comunicazione della non violenza alle donne. Guardate la campagna di sensibilizzazione all'evento One Billion Rising, il progetto internazionale contro la violenza, lo stupro e gli abusi sulle donne. Circolano due video di fattura eccellente che dovrebbero essere studiati nelle scuole di comunicazione per vedere come si fa una battaglia di concetto senza confermare l'idea che si vuole disinnescare.
Il primo video è un corto di 3 minuti che non immagino quanto possa essere costato, ma di straordinaria efficacia. Ci sono donne di ogni parte del mondo sottoposte a violenze fisiche, molestie, sfruttamento e abuso. La raffigurazione della tragedia universale delle donne viene scossa da un ritmo crescente che parte dalla terra stessa e fa tremare i loro piedi, i piedi dei loro abusatori, le travi delle case, le fondamenta dei luoghi di lavoro e l'anima di chi guarda. Il ritmo non è la cavalleria che arriva, non sono gli zoccoli dei salvatori sui destrieri bianchi. E' il coraggio delle donne che interrompe la sequenza di violenza. E' la loro determinazione, la loro forza e la loro presa di consapevolezza. Il ritmo diventa ballo e il ballo diventa liberazione, perchè solo chi è senza catene può danzare e riprendersi corpo, respiro, dignità. Il gesto del braccio alzato è fortissimo. Dice: sono io, sono qui, presente e soggetto della mia vita. Non mi farete più niente che io non voglia e il 14 febbraio mi vedrete in piazza per dirlo a tutti.
Il secondo video è la canzone ufficiale dell'evento, intitolata significativamente Break the chain, dove lo stesso concetto di presa in carico del proprio destino è ancora una volta raffigurato dal gesto del ballo, liberatorio e energetico. La danza rompe le regole, dice il testo, ed è vero: rompe anche quelle della comunicazione che vorrebbe le donne vittime piangenti su sè stesse, esseri autocommiseranti e fragili incapaci di invertire la propria storia se non interviene una forza esterna. La canzone è la base musicale del grande flash mob che si sta preparando per il 14 febbraio.
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