Vallo della Lucania. Fissato l’appello per la suora pedofila.
Vallo della Lucania, ricomincia il ‘gioco del lupo cattivo’: al via processo d’appello per suor Soledad
Articolo di Lucia Cariello per il Giornale del Cilento.
Ricomincia in corte d’appello il processo sui presunti abusi
perpetrati ai dinni di minori dell’istituto religioso di Santa Teresa di
Vallo della Lucania. Sul Banco degli imputati suor Soledad al secolo
Carmen Soledad Bazan Verde, peruviana accusata di abusi sessuali ai
danni di oltre 30 bambini dell’istituto di Vallo della Lucania. L’avvio
del processo d’appello è fissato per il prossimo 2 luglio presso il
tribunale di Vallo. Parliamo di una vicenda umana e giudiziaria che
scosse profondamente le coscienze. Nel merito furono ascoltati circa 200
testimoni che avrebbero confermato abusi di ogni genere ai danni dei
piccoli da parte di suor soledad.
Ma facciamo un passo insietro: chi è suor Soledad? Giunta nel 2001 in
Italia dal Sudamerica, Soledad, all’anagrafe Carmen Soledad Bazan
Verde, è una giovane novizia peruviana che aspirava ad entrare
nell’ordine di Santa Teresa del Bambin Gesù e, nello stesso tempo,
faceva la maestra in un asilo gestito dalla sua congregazione a Vallo
della Lucania. Il dramma reca una data precisa: 17 giugno 2006, Soledad
viene arrestata a Roma per evitare una sua fuga all’estero ma la vicenda
in realtà ha inizio alcuni mesi prima quando la madre di una piccola di
4 anni che frequenta l’asilo gestito dalle suore di Santa Teresa di
Vallo, insospettita dagli strani comportamenti della bambina, denuncia
possibili abusi sessuali. Rita Del Gaudio, madre di una piccola
dell’istituto di Vallo, alle telecamere di Mattino Cinque, racconta:
“M’ero accorta, già prima che mia figlia ci raccontasse, che c’era
qualche problema. Aveva gli incubi, mi aggrediva, urlava senza motivo,
non mangiava più. Diventava frenetica quando le chiedevamo dell’asilo,
una volta voleva sbattere la testa contro il muro”. Scattano, dunque, le
indagini nell’istituto e il 21 giugno il giudice decide di interrogare
la suora nel corso di indagini preliminari. Vengono sentiti poi, in sede
di incidente probatorio, i bambini e per evitare un trauma il tribunale
viene trasformato in asilo. La prima: "Suor Soledad ci portava al bagno
dove ci faceva giocare al lupo. Una volta mi ha anche fatto male il mio
ditino. Il gioco del lupo non mi piaceva perché era brutto. Non voglio
raccontare cosa mi faceva. Se suor Soledad torna a scuola io non ci
voglio più andare". La seconda: "Suor Soledad è cattiva e dà botte ai
bambini. Li picchia sul… Ci accompagna in bagno e mi tocca…con il dito"
(la bambina, scrivono i consulenti nel verbale, fa segno con la mano
destra passandosi la mano sulle parti intime). "Poi ci fa giocare al lupo
mangia frutta che ci mangia". La terza: "Vado all’asilo. La mia suora
si chiama Agnese. Poi c’è anche suor Soledad che è molto cattiva. Lei mi
faceva fare un gioco molto brutto perchè mi toccava e mi faceva il
solletichino (la bambina fa il segno con la mano sinistra passandosela
sulle parti intime). Suor Soledad ci faceva fare anche il gioco del lupo
e mi diceva che doveva essere un segreto". La quarta: "Vado all’asilo
da suor Agnese. Poi c’è anche suor Soledad che mi accompagna in bagno
per fare la pipì. Lei quando andiamo al bagno mi fa male… (il bambino
utilizzando una bambola fa vedere che infila il dito indice e passa la
mano sui genitali). Lei mi faceva fare un gioco molto brutto che
chiamata il gioco del mostro-femmina che consisteva nel nascondersi e
quando lo trovavo mi faceva scappare nel salone delle feste o nel bagno
da solo. Nel salone delle feste o nel bagno, quando eravamo da soli, mi
toccava… Suor Agnese, invece, è brava e non mi fa mai male".

Adesso si apre un nuovo capitolo con l’avvio del processo d’appello. Ricordiamo che la sentenza di primo grado ha stabilito 8 anni di reclusione per la novizia peruviana, 16 mesi due suore, suor Romana e suor Agnese, per favoreggiamento personale. Assolto, invece, il muratore con formula dubitativa e assoluzione piena per il fotografo, anch’essi coinvolti nella vicenda. Inoltre, su 21 persone costituite parte civile solo a 10 è stato riconosciuto un risarcimento dei danni dal tribunale con una provvisionale di 10.000 euro anche per quanto riguarda le spese legali.
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