25 febbraio 2013

FORTELO LA RELAZIONE DELLA COMMISIONE

Forteto, la relazione della commissione
«Una setta in cui gli abusi erano la norma»

Recentemente la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone tra cui Fiesoli


Una setta, al cui interno gli abusi sessuali, psicoligici e affettivi sui minori rappresentavano la consuetudine: giorno dopo giorno i giovani ospitati venivano sostanzialmente plagiati. Sono alcune delle conclusioni a cui è giunta la commissione d'inchiesta del Consiglio regionale sull'affidamento dei minori in Toscana, che si è occupata in particolare del Forteto, la comunità guidata da Rodolfo Fiesoli. La commissione - presidente Stefano Mugnai (Pdl) e vicepresidente Paolo Bambagioni (Pd) - ha illustrato in aula la relazione finale, frutto di un lavoro di 23 sedute in 4 mesi, durante le quali sono state ascoltate 53 persone, tra cui i rappresentanti dell'associazione «Vittime del Forteto».
Nella comunità, si legge nella relazione, «l'abuso risultava essere la prassi e i minori divenivano prede. Ciò avveniva con il consenso collettivo e dei genitori affidatari, e la comunità accettava e giustificava gli approcci sessuali di Fiesoli nei confronti dei ragazzi». Al Forteto, si legge ancora, «veniva incentivata l'omosessualità» e «osteggiata l'eterosessualità. Ciò implica che al Forteto nascono pochissimi bambini e nuove energie arrivano attraverso i minori in affido». Per Mugnai il Forteto era una struttura non deputata a fare accoglienza di minori ma dove, in pratica, la si è fatta per 35 anni. «Si è continuato ad affidarvi bambini - ha detto - anche dopo il 1985, quando Fiesoli e Luigi Goffredi, anch'egli fondatore del Forteto, sono stati oggetto di una sentenza di condanna (poi passata in giudicato) per vari capi d'imputazione».
Recentemente la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone tra cui Fiesoli. «Questi fatti drammatici sono potuti accadere anche perché il Forteto godeva di una serie di relazioni importanti: dal Tribunale dei Minori, ad associazioni, alla Regione Toscana, al mondo della politica». Lo ha detto Stefano Mugnai (Pdl), presidente della commissione regionale d'inchiesta che si è occupata delle vicende del Forteto, commentando la relazione finale. Il Forteto è una comunità con sede a Vicchio del Mugello (Firenze) i cui componenti erano anche affidatari di minori: il fondatore, Rodolfo Fiesoli, e numerosi suoi collaboratori sono coinvolti in un'inchiesta che ipotizza, a vario titolo, i reati di violenza sessuale e maltrattamenti. Le testimonianze raccolte dalla commissione raccontano di numerosi politici che «a vario titolo - è scritto nella relazione - e con differenti modalità, passano al Forteto come Piero Fassino, Vittoria Franco, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi, Claudio Martini, Riccardo Nencini. Si va da chi compie un rapido passaggio in vista di prossime elezioni, a chi scrive prefazioni per le pubblicazioni editoriali del Forteto, a chi, magari anche solo per territorialità, diviene frequentatore più assiduo». Anche in virtù di questa rete di relazioni, il sistema Forteto ha goduto di molto vanto e ha ricevuto anche contributi pubblici dalla Regione Toscana. «Dal 1997 al 2010 - è scritto nella relazione - la cooperativa agricola della comunità ha ottenuto contributi per 1,2 milioni di euro».
Fonte Corriere Fiorentino

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