Un figlio parla al padre
per la festa del Papà
Oggi è la festa del papà, la festa di tutti i papà. Per ricordarli
abbiamo scelto un ricordo di un lettore, Maurizio Cerri, che vive negli
Stati Uniti, il quale ripercorre la storia del suo rapporto con il
padre. Nelle sue parole, al di là della storia personale, pensiamo si
possono riconoscere i sentimenti di tutti verso i proprio genitori e per
questo abbiamo scelto di proporle. La lettera di un figlio al padre come fossero le lettere di tutti i figli ai propri padri
"Sono
passati quasi sei anni da quando egli è scomparso e non passa giorno
che non mi manchi terribilmente, soprattutto il giorno della Festa del
Papà. Vorrei che avessi detto a mio papà quanto era importante per me
mentre era qui ad ascoltare, ma probabilmente non l'avrei mai fatto
perché l'avrei messo in imbarazzo. Era un uomo di educazione formale
limitata, aveva fatto solo le commerciali, ma era l'uomo più saggio che
io abbia mai conosciuto. Era anche un gran lavoratore. Ha combattuto
nella seconda guerra mondiale come soldato dell'esercito per cinque
anni, nel Nord Africa prima e nell'Europa dell'est più tardi.
Dopo
la guerra, il 30 dicembre 1946, ha sposato l'amore della sua vita
"Giannina" (mia madre) e ha lavorato come barista a Como, che è a 30 Km
da Bellagio, andando avanti e indietro in bicicletta su una strada che a
quei tempi era parzialmente asfaltata.
Nel 1952 ha iniziato la
propria attività aprendo la ben nota "Salumeria Cerri" a Bellagio ed ha
svolto questa attività con mia zia per ben 37 anni. In tutti questi anni
ha perso solo tre settimane di lavoro, a causa di complicazioni dopo
l'intervento a una gamba in un periodo quando la degenza in ospedale era
molto più lunga di quanto lo sia oggi.
La sua Infanzia e
adolescenza non sono state particolarmente felici, anche se ne ha
parlato raramente. Ha iniziato a lavorare quando aveva solo 14 anni in
una pasticceria per contribuire al reddito familiare. Suo padre morì
quando lui aveva 17 anni a causa di complicazioni da polmonite. Sua
madre mori mentre lui si trovava in Nord Africa durante la seconda
guerra mondiale e non riusci neppure a tornare in tempo per il funerale.
Nel corso degli anni, ho sentito storie orrificanti su come
alcuni genitori trattavano i loro figli. Non in casa nostra. Lui amava
la sua famiglia più di ogni altra cosa. Ciò era dovuto al fatto che lui
adorava mia mamma Giannina e lei lo amava in modo uguale. Ma non bisogna
immaginare per un momento che egli fosse un sentimentalista. Credeva
nella disciplina. Non ha mai sollevato una mano o la sua voce a mio
fratello o a me, ma non doveva. Nessuno di noi osava sfidarlo. Gli
psicologi di oggi lo boccerebbero perchè segretamente i suoi figli lo
temevano. Non era un nostro compagno. Era nostro padre e le regole erano
le sue. Abbiamo evitato un sacco di potenziali problemi, perchè avevamo
paura delle conseguenze e lo amavamo troppo per deluderlo. Questa è una
rara combinazione.
Era un uomo raro. Quando ero ragazzo, mio
papà ed io andavamo a nuotare "alla Punta" durante le calde serate
estive o, nel periodo invernale, andavamo a fare una gita tra le
montagne che mi ha insegnato a scalare con grande attenzione.
Le
montagne erano la sua passione. Veniva anche a guardarmi giocare al
pallone con la squadra locale “la Bellagina", senza farmi sapere che
sarebbe stato lì, forse per nascondere le sue emozioni. Col passare
degli anni, mio papà ed io siamo cresciuti sempre più vicini.
Amava
i suoi nipoti David, Katie e Steven. E, anche se ha solo avuto modo di
vederli raramente a causa della grande distanza fisica che li separava
da lui, era molto geloso delle loro fotografie e le custodiva con
estrema cura. Più avanti negli anni, durante le mie brevi visite a
Bellagio, mio papà ed io sedevamo in saletta a guardare una partita di
calcio alla televisione (lui era tifoso dell'Inter ed io del Milan, ma
non abbiamo mai litigato a riguardo), oppure andavamo a fare una
passeggiata sul lungo lago senza bisogno di impegnarci in un sacco di
conversazione. Eravamo semplicemente felici di stare in compagnia. Nel
nostro caso, il silenzio era oro.
Non c'era molta zona grigia
nel suo mondo. Era giusto o sbagliato. Punto e basta. Ciò includeva la
sua abitudine esasperante di obbedire il limite di velocità. Se 50 Km/h
era il limite indicato, allora era 50 Km/h. Non 55. Non 51. Mi abbassavo
giù sul sedile per evitare le occhiatacce degli altri guidatori quando
erano finalmente in grado di superarci sulla strada che portava a Lecco o
a Como. Spesso era immemore, crogiolandosi nel fatto che era stato uno
dei primi cittadini di Bellagio a conseguire la patente di guida e che
non aveva mai preso una multa. Quando morì all'età di 87 anni, la sua
schedina era pulita. Nessuna multa per parcheggio vietato. Nessuna multa
per eccesso di velocità.
Non era un uomo ricco. Lui e mia mamma
avevano un appartamento modesto al piano superiore di un edificio a
Bellagio, un conto di risparmio e niente altro. Ma questo uomo semplice
con una semplice visione del mondo mi ha lasciato in eredità preziosi
insegnamenti che cerco ancora di applicare oggigiorno. Ho imparato a
lavorare sodo e a essere un uomo di parola.
Ho imparato che
razionalizzare qualcosa significava che era probabilmente una cattiva
idea che stavo cercando di farla diventare buona. Ho imparato a non
tralasciare mai di votare, anche se potrebbe sembrare illogico. Ho
imparato l'importanza della lealtà in tutte le cose – la lealtà verso il
mio paese, la lealtà verso l'organizzazione che mi paga, la lealtà
verso i miei amici.
Da lui ho anche imparato molto sull'amore;
anche se non l'ho mai sentito dire "ti voglio bene". Lui non lo diceva.
Lo faceva. Mi ricordo lo sguardo sul suo volto quando mio fratello o io
avevamo fatto qualcosa per renderlo fiero. Ho visto la devastazione sul
suo volto quando mia mamma era in ospedale. Sapeva come amare. Ho
cercato di emulare il suo esempio nel mio ruolo di padre, ma lui era un
atto difficile da seguire.
Nonostante come e quanto io possa
provarci, non potrò mai essere l'uomo che mio papà è stato. E sono
orgoglioso di questo fatto. Dio benedica la sua memoria e buona Festa
del Papà."
Maurizio Cerri
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