È sintomatico notare che quando si verifica l’abbandono di un minore, si cerchi sempre la madre che lo ha rifiutato, ma mai il padre. Perché?
In molte culture e paesi, i padri sono sempre assenti: dai paesi dell’Europa dell’est a quelli africani sembra che tutto il peso sia sulla mamma.
Perché? Forse perché la madre instaura un rapporto simbiotico col
proprio figlio da subito, sin da quando è ancora impercettibile dentro
di lei. O ancora, perché nelle culture più o meno tradizionali la madre è
colei che si occupa dei figli sempre, li accompagna dal grembo, alla
culla, fino alla scuola passo dopo passo, senza lasciarli mai soli.
In Italia, come del resto in altre parti del mondo – soprattutto negli Stati Uniti – sta
dilagando il fenomeno dei cosiddetti figli “fatherless”, senza padre.
Separazioni e divorzi, infatti, negano a tanti bambini il diritto di
crescere con due genitori accanto, ogni giorno. Oggigiorno,
infatti, la famiglia risente di una fragilità che si ripercuote anche
sul ruolo dei papà, negando a volte ai figli quella certezza dell’amore
che regala la gioia di vivere quotidianamente le relazioni familiari.
Le recenti battaglie per i matrimoni e adozione gay sembrano mettere in evidenza l’inutilità di un qualsiasi ruolo del padre. Perché i ruoli genitoriali si definiscono nel confronto fra uomo e donna.
Che senso dare, allora, alla festa del
papà? E perché celebrarla proprio il 19 marzo, la ricorrenza di San
Giuseppe, il padre adottivo di Gesù? Forse non è un caso questa
sovrapposizione: chi è Giuseppe per Gesù? Il vero padre, non
colui che si è limitato a metterlo al mondo ( infatti non lo ha fatto)
ma quello che lo ha accolto, quello che lo ha salvato da morte certa
(secondo la legge ebraica, infatti, se Giuseppe non avesse riconosciuto
Gesù come suo legittimo figlio, la mamma e il piccolo sarebbero stati
lapidati), quello che gli ha insegnato un mestiere e quello che lo ha preparato allo svolgimento della sua missione.
Ecco allora che può avere un senso la festa del papà: colui che, accogliendo il figlio come suo figlio, sempre in ogni momento, anche in quelli più drammatici e difficili, continuamente li salva.
Come non pensare allora a tutti quei bambini e ragazzi che un padre non l’hanno mai conosciuto? A quelli che vivono abbandonati tra le fredde mura degli istituti, con tanti altri orfani!!!!
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