«Mamma lasciami morire»
La scelta di un bimbo di 9 anni malato
«Senza una nuova operazione, probabilmente
non ci sarà più un altro compleanno», gli hanno dovuto spiegare i
genitori. Ryan li ha guardati e si è messo a piangere. Disperato ha
iniziato a gridare. Arrabbiato e furioso. «Quando gli ho detto che il
tumore era cresciuto si è messo a urlare ripetendo: te l’ho detto,
mamma, non voglio più fare niente. Ho finito, finito con queste cose. Mi
fanno solo male».
Ryan ha così chiesto che le sue cure venissero
interrotte per sempre. Perché non ne può più di questo tormento.
Preferisce giocare, e dimenticarsi l’odore degli ospedali. È la sua
scelta, coraggio o disperazione che sia. Sua mamma, Kimberly
Morris-Karp, oggi sembra più serena. Sono passati un paio di mesi dalla
decisione del bambino e lei sembra come anestetizzata davanti a questa
scelta disumana. Snaturata per una mamma. Ryan e il suo volto paffutello
e gli occhi dolci, pensi che così non vale perchè è impossibile essere
bambini con un peso simile addosso. È giusto lasciare che un bambino di
solo nove anni decida della sua vita e interrompa le cure? Vuole godersi
gli ultimi mesi della vita, assieme alla famiglia.
«Mio figlio mi ha spiegato che vuole finire i suoi giorni facendo le cose che ama fare. Ne abbiamo discusso in famiglia e ci ha informato che non voleva più assumere medicinali né subire altre operazioni perché era tutto troppo doloroso», ha spiegato Kimberly. «Ryan vuole finire i suoi giorni divertendosi. Gli abbiamo organizzato una vacanza al mare, dove ha nuotato come desiderava da tempo. E ora stiamo cercando di realizzare tutti i suoi sogni», ha aggiunto la madre. La vicenda di Ryan ha colpito migliaia di persone e mobilitato un gruppo di studenti di Clarkston (nel nord del Michigan) dove vive il ragazzo. Questi ultimi hanno diffuso su Twitter la sua storia, suscitando un’ondata «mondiale si simpatia», come ha riferito la madre. «Mai mi sarei aspettata di ricevere tanto appoggio».

Il giudizio della gente a questo punto, sarebbe stato insopportabile. Il senso di colpa, la paura di non fare la scelta giusta, quel pensiero al buio, che resta sospeso giù, in fondo al cuore, che forse un altro, ennesimo intervento avrebbe risolto, sparigliato le carte irragionevoli e sfortunate del suo destino. Kimberly è una mamma con coraggio. Che difficile deve essere stato lasciare che un figlio ancora bambino scelga da uomo, che alla fine, dopo le urla e i pianti dica: no. Ora basta. Adesso decido io e scelgo di vivere. A modo mio, con i miei giocattoli, insieme agli amici, facendo finta di essere un bambino come tutti gli altri: sani, che quando si buttano a terra e piangono non lo fanno perchè hanno capito che dovranno morire, ma magari lo fanno solo per un capriccio, la televisione spenta prima che finiscano i cartoni animati, un gelato negato prima di cena. Il 24 maggio compirà 11 anni. Auguri Ryan.
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Ho voluto parlarvi di Ryan non per intristirvi, ma perché troppo spesso noi adulti ci lamentiamo per molto meno mentre c'è chi davvero combatte quotidianamente per vivere anche solo un giorno in più. Con questo non voglio dire che dobbiamo trarre forza dalla sofferenza altrui ma che ogni tanto guardare a chi sta peggio è decisamente più costruttivo che guardare sempre, e non di rado con una punta d'invidia a chi sta meglio.
Anche Ryan, così come tantissimi altri bambini, avrebbe desiderato qualcosa di diverso per lui, ma così non è stato e insieme con la sua mamma, tra non poche difficoltà e molta sofferenza ha abbracciato il suo crudele destino. Ciao piccolo Ryan...
Anche Ryan, così come tantissimi altri bambini, avrebbe desiderato qualcosa di diverso per lui, ma così non è stato e insieme con la sua mamma, tra non poche difficoltà e molta sofferenza ha abbracciato il suo crudele destino. Ciao piccolo Ryan...
Paolo Colleoni & Lo Staff
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