Carabiniere condannato per pedofilia sul web: la Cassazione lo assolve
Contro di lui era stata pronunciata una sentenza a 9 anni e mezzo di
carcere, che è stata ribaltata. Era accusato di aver inviato nel 2010
immagini pornografiche a una bambina ''minore di anni 11'' contattata
tramite ''chat e messenger con l'uso della web-cam''
Milano, 29 aprile 2013 - Nel luglio del 2012 era stato
condannato a 9 anni e mezzo di carcere in secondo grado con le accuse di
tentata pornografia minorile, corruzione di minorenni e violenza sessuale. Ora per il carabiniere Maurizio Vitale, finito anche in carcere nel corso delle indagini, è arrivata l'assoluzione dalle prime due imputazioni da parte della Cassazione che, invece, per quanto riguarda l'accusa di violenza sessuale ha annullato con rinvio la condanna, ordinando un nuovo processo d'appello.
Il carabiniere, stando alle indagini della Procura di Milano, era accusato di aver inviato nel 2010 immagini pornografiche a una bambina ''minore di anni 11'' contattata tramite ''chat e messenger con l'uso della web-cam'', chiedendo poi, sempre secondo l'accusa, alla piccola di ''mostrarsi nuda''.
In primo grado, nel febbraio 2012, e poi in appello nel luglio dello
scorso anno i giudici l'avevano ritenuto colpevole di questi fatti e lo
avevano condannato a 2 anni e mezzo con le accuse di tentativo di
pornografia minorile e corruzione di minorenni.
La Cassazione, invece, ha ribaltato la sentenza. Con un dispositivo depositato nei giorni scorsi, ha assolto l'imputato, difeso dall'avvocato Stefano Sorrentino, dall'accusa di tentata pornografia minorile perché ''il fatto non sussiste'' e da quella di corruzione di minorenni ''perché il fatto non è stato contestato (era stato riconosciuto solo in sentenza dai giudici, ndr)''.
In primo e secondo grado poi il carabiniere era stato condannato
anche a 7 anni per presunti abusi nei confronti di un'altra bambina,
sua parente. Per questa imputazione la Suprema Corte ha annullato la
condanna con rinvio: dovrà essere celebrato, dunque, un nuovo processo d'appello per l'imputato, che si trova agli arresti domiciliari.
''Nei confronti del mio assistito - ha spiegato l'avvocato Sorrentino - era già stata emessa una sentenza anticipata da parte dei media con una sorta di giustizia sommaria:
una vera e propria violenza nei confronti delle persone''. Il legale ha
ricordato, tra le altre cose, che del caso di Vitale si era occupata
anche la trasmissione 'Le Iene' e ha poi annunciato che denuncerà per
''calunnia la madre della ragazzina'' che si rivolse alla Procura per il
presunto invio di foto via chat.
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