Al via la Campagna contro l’abbandono e l’infanticidio
Si è svolta, presso il Circolo Canottieri Aniene, la conferenza
stampa per la presentazione della Campagna d'Informazione "Il cassonetto
non è una culla"
Le Associazioni Salvamamme/Salvabebè e Happy family Onlus hanno
promosso e presentato la Campagna d’informazione e divulgazione sulla
possibilità di partorire in anonimato in ospedale, in collaborazione con
l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), l’ATAC, il CONI, la
Y&R.
“Non si butta così una vita”: questo il titolo della Campagna
che sarà veicolata nella Capitale da tutti gli autobus di Roma, migliaia
di passeggini e carrozzine, i motociclisti delle Associazioni delle
Forze dell’Ordine e circa 700 taxi.
“Abbiamo già predisposto - dichiara la dott.ssa Gabriella Sisti,
Pres. di ANCI Donna Lazio - un fac-simile di delibera di Giunta,
affinché tutti i Comuni della Regione possano contribuire a divulgare
questo importante messaggio, e affinché le mamme trovino un punto di
riferimento prima di ricorrere all’odioso e disperato gesto di gettare
il proprio bambino nel water, come è successo purtroppo in questi ultimi
giorni. Noi speriamo che non si ripeta più!”
La dott.ssa Maria Grazia Passeri, fondatrice e
Presidente di Salvamamme/Salvabebè ci conferma che “c’è una grande
recrudescenza di neonati rinvenuti per strada, purtroppo anche morti.
Quest’anno siamo già a nove casi e sono passati solo cinque mesi
dall’inizio dell’anno. Rilanciamo quindi il numero verde dell’Umberto I,
che ha salvato tante piccole vite in questi anni”.
Intervenuto all’evento anche il dott. Gianfranco Nirdaci,
Pres. di Happy Family Onlus, associazione presente con iniziative di
solidarietà anche all’interno dell’Umberto I, in cui ha contribuito ad
allestire diverse ludoteche per pazienti più piccoli. “Il momento della
nascita di un bambino - commenta Nirdaci -rappresenta il proseguimento
della vita di tutti noi, rappresenta la famiglia. Ci siamo impegnati a
sostegno di quel colosso che è Salvamamme e Salvabebè perché vogliamo
alzare il livello dell’attenzione su un problema sociale gravissimo, che
pensiamo coinvolga tutti”.
Proprio su questo punto, la dott.ssa Passeri interviene ancora,
parlando della necessità di una “vaccinazione collettiva”, perché il
concetto di poter svolgere il parto in totale anonimato, presso tutte le
aziende ospedaliere, deve penetrare a tutti i livelli della società.
“Se c’è soltanto un problema di povertà - aggiunge - una mano noi la
diamo, e se si tratta di partorire in anonimato, si capisca che è
assolutamente possibile per chiunque”.
Il numero verde Salvabebè 800.28.31.10, istituito
presso il Reparto di Patologia Neonatale del Dipartimento di Pediatria
dell’Umberto I, risponde a diverse chiamate d’aiuto. Il Maurizio Gente,
Responsabile del Servizio di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN) ,
ci spiega che si tratta di un numero operativo 24 ore su 24, con
personale e attrezzature dedicate specificatamente per la rianimazione
neonatale.
“Noi rispondiamo da dieci anni - ci racconta il dott. Gente - cerchiamo
di dare tutto il conforto possibile alle mamme e lavoriamo soprattutto
per prevenire l’infanticidio e l’abbandono. Salvare un bimbo rinvenuto a
seguito di una segnalazione è uno dei nostri compiti fondamentale ma la
prevenzione è ciò su cui noi puntiamo maggiormente”.
In qualità di Responsabile Scientifico di Salvabebè/Salvamamme, la prof.ssa Rosanna Cerbo
ci spiega che “in dieci anni di attività il numero Salvabebè
dell’Umberto I è stato fondamentale per moltissime mamme che abbiamo
potuto aiutare ad aiutare se stesse e il proprio bambino”.
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