La recidività dei pedofili.
Facendo un bilancio di questo blog e di quanto importante sia stato in
Italia nella lotta alla pedofilia, ci siamo resi conto che ci sono temi
che ricorrono in continuazione anche a costo di farci apparire
ripetitivi. Uno di questi è la recidività dei pedofili, costante insita
nella loro (dis)umana natura.
La recidività è confermata dai fatti ogni qual volta si arresta un pedofilo e si scoprono i suoi trascorsi.
L’ultima notizia in ordine di tempo arriva dalla Sicilia, per
l’esattezza da Palermo dove agli arresti è finito un insegnante
(supplente) di una scuola MATERNA. L’uomo, pure catechista perché si sa
ogni occasione va sfruttata al meglio, si chiama Salvatore Lombardo e
proprio un anno fa era stato accusato da un gruppo di ragazzini ospiti
in una comunità, di palpeggiamenti. Poi, leggiamo dal comunicato
dell’Ansa, dopo l’arresto e la seguente liberazione “ il parroco, don
Liborio Scordato, dopo un periodo di prova aveva deciso di farlo tornare
alle sue mansioni nel Santuario della Madonna ad Altavilla Milicia, un
comune a una ventina di chilometri da Palermo.”Ho fiducia nella
magistratura – dice Don Liborio – nessuno può condannare prima di una
sentenza. Non lo ha fatto nemmeno il Provveditorato”. Dopo il primo
arresto, tornato in libertà, l’indagato aveva infatti continuato a
lavorare come supplente anche in una scuola materna. Ma il parroco
esprime anche qualche perplessità sulle accuse mosse al catechista:
”Nessuno dei miei parrocchiani si è mai lamentato di Lombardo. Guarda
caso solo alcuni ragazzini ospiti di comunità”. Nella pagina Facebook di
Lombardo ci sono numerose foto che lo ritraggono mentre partecipa alle
funzioni liturgiche, alle processioni religiose e alle attività di
catechismo con i ragazzini.”
Le nuove accuse che riportano il catechista maestro sul banco degli
imputati riguardano quattro minori, di un’età inferiore ai 14 anni.
Anche loro ospiti in una comunità, motivo che ai nostri occhi non solo
non li rende meno credibili come vuole far intendere il Parroco, bensì
ancora più fragili e più esposti.
“Il catechista li avrebbe prima adescati su Facebook e una volta in
contatto con i ragazzini li avrebbe circuiti con regali, denaro e
ricariche telefoniche. Le violenze si sarebbero verificate in un locale
vicino all’abitazione dell’indagato.”
Corsi e ricorsi storici dicevamo in apertura. Pedofili recidivi, leggi
insufficienti ma soprattutto tanta “ignoranza” che spesso sfocia in pura
complicità. Grazie a questo i pedofili agiscono. Grazie a questo
nuocciono. Grazie a questo se ne approfittano di noi, per ferire i
nostri figli.
Che grazie alla cecità di certi individui, sono sempre più invulnerabili.
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