Ancora violenza sulle donne. A Napoli. L’informazione non si fermi in superficie
(CIRCOLO DI NAPOLI) – Tre episodi di efferata violenza
sulle donne a Napoli e in Campania in poche ore, tra cui un matricidio a
Scampia. In questi casi il giornalista s’interroga su cosa possa fare
nel suo ruolo di mediatore fra la fonte e il pubblico. Anzitutto credo
debba raccontare senza fermarsi in superficie , come e’ giusto fare in
qualunque caso,poi chiedersi se possa aggiungere voci di chi non accetta
passivamente che le cose accadano, che le piaghe sociali non siano
debellate. A Napoli per esempio sono scese in campo le donne di “Se non
ora quando”( sono andate davanti all’ospedale in cui e’ ricoverata una
prostituta picchiata selvaggiamente e messa in un sacchetto
dell’immondizia ), a Scampia operano numerose associazioni di
volontariato, impegnate contro il degrado sociale. Il figlio che ha
massacrato di botte la madre di 52 anni,e’ un drogato,il quartiere a
nord di Napoli, fin troppo noto ai cronisti di nera, costituisce una
delle piazze di spaccio più’grandi d’Europa. La vicenda e’ emblematica
di come il contesto degradato finisca fin dentro le private abitazioni.
Ecco perche’,pur non dovendo l’operatore dell’informazione puntare a
risolvere i problemi, puo’ con l’ampiezza del racconto che non si fermi a
ricostruzioni e dietrologie, ma spazi fino a raggiungere le voci che
combattono le piaghe sociali, dare un contributo di utilita’ senza
snaturamento del proprio ruolo. Nelle stesse ore in cui le donne si
mobilitavano a Napoli,sul web giravano delle incredibili immagini,
provenienti dalla Norvegia di tre pecore capaci di mettere in fuga un
lupo.
Raccontare di chi si unisce per combattere ingiustizie e aggressioni credo dia una valenza etica al lavoro giornalistico.
Raccontare di chi si unisce per combattere ingiustizie e aggressioni credo dia una valenza etica al lavoro giornalistico.
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