L’equilibrio tra salvaguradia delle vittime e rispetto delle regole
Il grido straziante di chi ha subito violenza da bambino non lo si può dimenticare né forse immaginare. Bisogna ascoltarlo in tutta la sua atroce crudezza per tentarne di cogliere l’abisso del male. Il male assoluto di chi si vede rubare per sempre l’innocenza di una sessualità serena, perduta per sempre.
“Lo
zio Pino” è tornato è stato l’attacco come usasi definire in gergo
giornalistico di quasi tutti i pezzi di cronaca che hanno raccontato la
triste vicenda di una ragazzina poco più che bambina, che dopo aver
subito violenza dal suo vicino di casa se l’è visto nuovamente tornare
nel proprio condominio. Totalmente libero, pur essendo stato condannato
per abusi in primo e secondo grado, essendo venute meno le esigenze di
custodia cautelare.
Il
grido straziante di chi ha subito violenza da bambino non lo si può
dimenticare né forse immaginare. Bisogna ascoltarlo in tutta la
Il
diritto delle vittime e quello dei carnefici, uno Stato civile si fonda
necessariamente sul difficile equilibrio tra questi due estremi, solo
in apparenza in antitesi. Chi delinque può farlo una sola volta per
sbaglio o continuare, per sempre. Fare in modo che il deragliamento sia
un’eccezione e non la regola è compito precipuo di uno Stato libero e
democratico.
Il
grido straziante di chi ha subito violenza da bambino non lo si può
dimenticare né forse immaginare. Bisogna ascoltarlo in tutta la
L’orco che torna accanto alla propria vittima, di chi è la
responsabilità? Dei principi giuridici ispirati tutti alla rieducazione
del condannato o di chi, chiamato ad interpretarli, ha anche l’immane
compito di applicarli nel miglior modo possibile?
Il
grido straziante di chi ha subito violenza da bambino non lo si può
dimenticare né forse immaginare. Bisogna ascoltarlo in tutta la
Da
sempre ho nutrito un profondo rispetto per gli operatori del diritto.
Sin da bambino li ho considerati come dei sacerdoti laici a cui è
rimesso l’ingrato compito di celebrare quotidianamente la liturgia della
democrazia. Esercizio complesso, perché oltre a competenze tecniche è
richiesta una somma virtù: il buon senso. E’ bastato però frequentare le
aule dei tribunali per qualche tempo per capire quanto quell’immagine
fosse eccessivamente idealizzata. L’operato del giudice oggi oscilla
pericolosamente tra il tecnicismo esasperato e la totale ignoranza delle
regole basilari del diritto.
Il
grido straziante di chi ha subito violenza da bambino non lo si può
dimenticare né forse immaginare. Bisogna ascoltarlo in tutta la
Nel
caso di specie nulla quaestio dal punto di vista procedurale ma cosa
rimane sotto l’aspetto umano. Il giudice che ha emesso il provvedimento
che ha permesso di tornare all’orco sul luogo del delitto davvero nulla
poteva per evitare un simile scempio? Come ha potuto minimante non
considerare il fatto che la vittima avrebbe potuto incontrare
quotidianamente il suo molestatore?
Il
grido straziante di chi ha subito violenza da bambino non lo si può
dimenticare né forse immaginare. Bisogna ascoltarlo in tutta la
La
rieducazione del condannato è un principio sacrosanto del nostro
ordinamento. Che sia però lo Stato a salvaguardarlo con cura e buon
senso. Non le vittime, quest’ultime già hanno dato tanto, non solo
subendo il crimine ma affidandosi alla giustizia anziché alla vendetta.
Il grido straziante di chi ha subito violenza da bambino non lo si può dimenticare né fors
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