Stupro choc a Delhi, condannato minore
Pena massima, tre anni di riformatorio
Un giovane indiano, minorenne al momento dei fatti, è stato
riconosciuto colpevole e condannato per uno stupro di gruppo commesso a
dicembre scorso ai danni di una ventitreenne, battezzata Nirbhaya dalla
stampa indiana, poi uccisa da un 'branco' di balordi su un autobus poco
prima del suo matrimonio. Il caso, verificatosi a New Delhi, aveva
scioccato il mondo intero. Lo stupratore, che ha compiuto 18 anni, è
stato condannato a 3 anni di riformatorio, il massimo della pena per un
minorenne.
Il giovane era l'unico minorenne del gruppo di sei persone che il 16
dicembre 2012 attaccò con indicibile violenza la studentessa in un
quartiere meridionale di New Delhi. La ragazza mori' il successivo 29
dicembre per la gravita' delle lesioni interne riportate nel Mount
Elizabeth Hospital di Singapore, non senza prima aver raccontato tutti i
particolari della aggressione subita. Nel rapporto compilato dagli
investigatori il minorenne oggi condannato a tre anni di riformatorio fu
descritto come "il più brutale degli imputati". Quattro di essi
sono ancora sotto processo in un tribunale speciale, mentre un quinto si
e' suicidato in un carcere di New Delhi. Intanto la madre della
vittima, riferisce l'agenzia di stampa Pti, poco prima di conoscere la
sentenza aveva dichiarato che "come ci si attende che gli altri quattro
imputati riceveranno una condanna a morte, anche questo minorenne
avrebbe dovuto ricevere una simile pena". Di parere diverso la ong
Human Rights Watch (Hrw). In una dichiarazione alla stampa, il direttore
per l'Asia meridionale dell'organizzazione, Meenakshi Ganguly, ha
sostenuto che "molti hanno espresso insoddisfazione per la mitezza della
condanna, ma si deve ricordare che essa è in sintonia con leggi
nazionali ed internazionali per cui chi ha meno di 18 anni è un
bambino". Questo minore, dice infine Ganguly, "è stato riconosciuto
colpevole di partecipazione ad una azione terribile, ma invece di
pensare unicamente ad un concetto repressivo della pena, si dovrebbe
esercitare ogni possibile sforzo di riabilitazione ed eventuale
reinserimento della persona come un membro costruttivo della società"
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