Verona, telefonata choc al 113. "Mi ammazzo, donate gli organi" e si spara“
„Allarme pochi minuti dopo mezzanotte in via Avesani. La corsa
contro il tempo delle pattuglie inviate dalla questura ha esito
negativo. Il corpo del ragazzo è stato ritrovato a terra sanguinante
alla testa“
Sono stati minuti interminabili, quelli passati in
auto da parte dei poliziotti intervenuti in via Avesani. Pochi attimi
prima, alle 00.07, la centrale operativa del 113 aveva registrato una
chiamata da parte di un ragazzo di 23 anni. "Non ce la faccio più, mi
ammazzo. Donate i miei organi". Un annuncio choc che ha fatto
partire immediatamente l'allarme. Pattuglia avvisata e sirene spiegate,
poi, per la corsa contro il tempo. Una corsa da vincere, per salvare la
vita ad un giovane veronese. L'agente che ha risposto ha confssato di
aver udito quelle poche parole, dopodiché la conversazione era stata
bruscamente interrotta. Immediato dunque l’intervento di più pattuglie
delle Volanti alla ricerca del giovane in questione, peraltro in un’area
estesa come quella di via Avesani, dove ha sede l’Amia e al di sopra
della quale è ubicato il ponte della linea ferroviaria.
Le
intense ricerche della polizia per individuare e raggiungere il giovane
con l’intento suicida si sono concluse, purtroppo e nonostante gli
sforzi, con il rinvenimento a terra del corpo, con la testa sanguinante e
la mano sinistra che impugnava ancora la pistola, una Glock legalmente
dichiarata e usata per ammazzarsi. Inutile chiamare il 118, per il giovane non c'era più nulla da fare.
Effettuati tutti i rilievi tecnici da parte della polizia scientifica,
il corpo del giovane, su disposizione del magistrato di turno, è stato
trasferito all'Istituto di medicina legale per i relativi esami.
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