Stuprata dal branco fin da quandoa vea 13anni
In appello condanne confermate per tutti
La corte d'Appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna per tutti gli imputati del processo scaturito dalla denuncia di Annamaria Scarfò, violentata ripetutamente fin da quando aveva 13 anni. Tuttavia la corte ha rideterminato le pene riducendole parzialmente
REGGIO CALABRIA - La Corte d’appello di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Giuliana Campagna si è pronunciata sulla violenza sessuale ai danni di Annamaria Scarfò, la donna stuprata ripetutamente nella frazione San Martino di Taurianova, fin dall’età di 13 anni. Con la sentenza i magistrati hanno confermato come richiesto alla procura generale, per tutti gli imputati quanto sancito in primo grado, ma le pene sono state rideterminate per tutti con un leggero sconto dovuto al riconoscimento delle attenuanti generiche, trattandosi di incensurati.
Gli imputati appellanti erano Maurizio Hanaman, Antonino Cianci, Fabio Piccolo, Antonino Cutrupi e Giuseppe Chirico, tutti condannati in primo grado a 8 anni tranne Piccolo, condannato a 9 anni di reclusione. Il verdetto d’appello ha determinato uno sconto di un anno per tutti coloro che erano stati condannati a 8 anni, che ora diventano 7, mentre Fabio Piccolo vede la pena rideterminata da 9 a 7 anni e 8 mesi. Il pg Alberto Cianfarino aveva chiesto la conferma di tutte le condanne inflitte in primo grado.
La vicenda processuale è nata dal racconto della stessa vittima, che ha denunciato gli aggressori, giovani compaesani, che l’avrebbero violentata nell’arco di diversi anni nel paese d’origine, nella frazione San Martino di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, fin dall’età di 13 anni. «E' finito il calvario giudiziario di Annamaria - ha dichiarato all’Agi l’avvocato Rosalba Sciarrone, difensore di Annamaria Scarfò, costituitasi parte civile - ma è rimasto quello umano, adesso deve iniziare un percorso di recupero del suo corpo e della sua mente».
Gli imputati appellanti erano Maurizio Hanaman, Antonino Cianci, Fabio Piccolo, Antonino Cutrupi e Giuseppe Chirico, tutti condannati in primo grado a 8 anni tranne Piccolo, condannato a 9 anni di reclusione. Il verdetto d’appello ha determinato uno sconto di un anno per tutti coloro che erano stati condannati a 8 anni, che ora diventano 7, mentre Fabio Piccolo vede la pena rideterminata da 9 a 7 anni e 8 mesi. Il pg Alberto Cianfarino aveva chiesto la conferma di tutte le condanne inflitte in primo grado.
La vicenda processuale è nata dal racconto della stessa vittima, che ha denunciato gli aggressori, giovani compaesani, che l’avrebbero violentata nell’arco di diversi anni nel paese d’origine, nella frazione San Martino di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, fin dall’età di 13 anni. «E' finito il calvario giudiziario di Annamaria - ha dichiarato all’Agi l’avvocato Rosalba Sciarrone, difensore di Annamaria Scarfò, costituitasi parte civile - ma è rimasto quello umano, adesso deve iniziare un percorso di recupero del suo corpo e della sua mente».
Il processo
Violenze ad Annamaria Scarfò
Chiesta conferma delle condanne
Si è tenuta la requisitoria del procuratore generale della Corte d'Appello di Reggio Calabria nel processo per le violenze sessuali nei confronti della giovane donna. In primo grado c'erano state una condanna a 9 anni e le altre ad otto anni
REGGIO CALABRIA - Violenza sessuale ai danni di
Annamaria Scarfò, il pg Alberto Cianfarino ha chiesto la conferma delle
condanne inflitte in primo grado al termine della requisitoria che ha
tenuto dinanzi alla corte d’appello di Reggio Calabria presieduta dal
giudice Giuliana Campagna. Gli imputati appellanti sono Maurizio
Hanaman, Antonino Cianci, Fabio Piccolo, Antonino Cutrupi e Giuseppe
Chirico, tutti condannati a 8 anni tranne Piccolo, condannato a 9 anni
di reclusione. La vicenda processuale è nata dal racconto della stessa
vittima, che ha denunciato gli aggressori, giovani compaesani, che
l’avrebbero violentata nell’arco di diversi anni nel paese d’origine,
nella frazione San Martino di Taurianova (RC), fin dall’età di 13 anni.
Nella sua requisitoria il pg Cianfarino ha sottolineato come da
dieci anni Annamaria Scarfò è stata oggetto del tentativo delle difese
degli imputati di scardinarne l’attendibilità. Il pg, invece, ha
ricordato che la Scarfò ha sempre raccontato con coerenza le diverse
violenze subite da diverse persone, segno questo per il pg che il
racconto della vittima è genuino. Conferma delle pene chieste anche
dalla parte civile, avv. Rosalba Sciarrone, difensore della parte
offesa.
L’avv. Antonino Napoli, difensore di Antonino Cianci, ha chiesto
l'assoluzione per il suo assistito, osservando che la legge in vigore
all’epoca dei fatti prescriveva la querela entro sei mesi per tale
reato. All’udienza hanno assistito diversi rappresentanti di alcune
associazioni, tra cui Libera e Snoq, e il consigliere regionale Tilde
Minasi. La Corte ha rinviato l'udienza al prossimo 18 ottobre, per la
conclusione degli altri avvocati difensori e per la sentenza.
giovedì 26 settembre
Fonte il Quotidiano.it Calabria