FEMMINICIDIO LA MOBILITAZIONE
Femminicidio, la mobilitazione degli studenti
Sui social network parte #cimettolafaccia
La Rete degli Studenti e l'Unione degli Universitari
lanciano "Contro il femminicidio". Una campagna online. L'obiettivo è
portare la riflessione sulle violenze alle donne nelle scuole italiane.
Con già molte adesioni da don Ciotti a Claudio Bisio. E anche il
sottosegretario Rossi Doria
Violenze, per lo più "domestiche". Oltre cento vittime nel solo 2012.
Per quello che è stato definito "femminicidio": una parola il cui uso ha
sollevato polemiche, certo, ma che ha richiamato l'attenzione su una
delle piaghe dell'Italia contemporanea. Una ferita che scavalca steccati
sociali e barriere socio-economiche. Le analisi dei dati
dell'Osservatorio 2012 del Telefono Rosa, sono chiare: tra le vittime di
abusi e maltrattamenti "sono rappresentate tutte le donne del Paese, al
di là di ogni status di appartenenza sociale". Parte da qui "Contro il
femminicidio: mettici la faccia", la mobilitazione lanciata da Rete
degli Studenti e Unione degli Universitari. Unapagina su facebook e su Twitter l'hashtag da usare è #cimettolafaccia.
"La
campagna nasce dalla fortissima necessità di riflettere su un tema così
difficile e spinoso e troppo spesso in ombra", dice a Repubblica.it
Daniele Lanni, portavoce della Rete degli Studenti. Che aggiunge:
"Violenza" è una parola che purtroppo è sempre di attualità. Violenza,
quella sulle donne, che ha come estrema manifestazione il femminicidio".
La prima richiesta: "Vogliamo che le cose vengano chiamate con il loro
nome, non sono "raptus" nè tanto meno "gesti di follia": si chiama
femminicidio". E i "tanti fatti di cronaca", hanno "spinto gli studenti a
interrogarsi, a chiedersi cosa stesse succedendo con la volontà di affrontare la questione".
La
mobilitazione nasce in rete. Con una pagina Facebook. "Siamo partiti
dal web con gli studenti, ed è con loro che noi intendiamo proseguire
questo percorso arrivando nelle scuole, portando la discussione tra i
banchi e tra compagni insieme ad esperti, persone informate sul campo,
che diffondano la consapevolezza necessaria per sconfiggere
l'indifferenza", continua Daniele Lanni. "Ed è dalle scuole e con le
scuole, che vogliamo coinvolgere la società civile intera perché non vi è
cultura, crescita e libertà senza consapevolezza".
Tra le varie
iniziative, una tutta "digitale". Gli studenti, infatti, invitano i
cittadini a postare sui social network una foto accompagnata dallo
slogan "Stop femminicidio #iocimettolafaccia". Le adesioni, e le foto,
sono già migliaia. E non mancano volti noti della cultura e dello
spettacolo. Tra gli altri: don Andrea Gallo, don Luigi Ciotti, Gherardo
Colombo, Stefano Fassina, Laura Puppato, e l'inviato di Repubblica,
Attilio Bolzoni. Ancora: Mao Valpiana, Giuliano Giuliani, Marina
Terragni, il cantante de Il Teatro Degli Orrori Pierpaolo Capovilla,
Flavio Lotti, Luca Bassanese e Claudio Bisio.
E nelle ultime
ore, da segnalare l'adesione di Marco Rossi Doria, sottosegretario
all'Istruzione. Che a Repubblica.it dice: "Mi sembra molto importante
che i ragazzi si mobilitino per una questione nazionale grave come
quella del femminicidio. Noi perdiamo una vita umana ogni tre giorni, a
causa di questo. E molte delle vittime sono giovanissime. Siamo chiamati
tutti a metterci la faccia, come i ragazzi propongono". Poi la
necessità di aprire nel mondo della scuola, una discussione sul tema.
Ancora Rossi Doria: "Noi pensiamo che possa contribuire il grande lavoro
che tante scuole già fanno per una corretta relazione tra i generi, per
le pari opportunità e il contrasto alle discriminazioni. Per sostenere
questo lavoro il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha
lanciato un nuovo sito dove le scuole possono trovare materiali e scambiare esperienze".
Infine,
ancora dati. Per gli studenti, "l'attuale situazione politica ed
economica dell'Italia non può essere utilizzata come giustificazione per
la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte
le manifestazioni della violenza in questo Paese". Anche perché la
violenza sulle donne "rimane costante. Secondo l'Istat infatti una donna
su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita, nell'arco della propria
vita, dall'aggressività di un uomo, e nel 63% dei casi alla violenza
hanno assistito i figli". E le "donne più colpite sono quelle comprese
nella fascia 16-24 anni".
Fonte La Repubblica
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