Le domande dei genitori
Papà e nonna lo viziano, come posso impedirlo?
Ho un maschietto di due anni: il papà e
la nonna paterna lo sommergono di regali costosi, che però il piccolo
accantona quasi subito. Non voglio che cresca nella convinzione che
tutto gli sia dovuto e nell’esaltazione dei beni materiali, come suo
padre che, da bambino viziato qual è stato, è diventato un adulto sempre
insoddisfatto di quello che ha. Come farlo capire a mio marito e a mia
suocera?
È vero: la tendenza a
sommergere un bambino di giocattoli è spesso la spia di un atteggiamento
verso i beni materiali e verso la vita che il piccolo rischia di
assorbire, diventando un ”eterno scontento”.Colmandolo di regali, gli si
infonde un senso di saturazione che gli impedisce di avere dei desideri
e di esprimerli nella fantasia del gioco: di qui il senso di noia e di
inutilità che prova, dopo il piacere della sorpresa. Cerchi di spiegare,
soprattutto a suo marito, che il bambino ha bisogno di poter inventare
non solo i suoi giochi, ma i suoi giocattoli, creandoli con oggetti che
stimolano la sua fantasia. L’amore per la vita nasce proprio dal
desiderio di qualcosa che ancora non c’è e che si cerca di realizzare
utilizzando l’immaginazione e la creatività, come avviene nel gioco.
Perché non può fare a meno di un oggetto particolare?
Nostro figlio Matteo, di due anni e mezzo
è un bambino sensibile e insicuro. Quando si sente in crisi, ”ciuccia”
il dito stringendo in mano un pigiamino di flanella smesso da tempo. Una
settimana fa abbiamo preso l’aereo per andare a Palermo dove risiedono i
nonni e, spaventato per il decollo, Matteo ha chiesto il suo ”titti”.
Purtroppo, nel trambusto della partenza, lo straccetto era andato
perduto. Non le dico gli strilli! A quel punto mio marito si è
arrabbiato moltissimo e mi ha accusato dicendo che, se il bambino è
nevrotico, è perché io l’ho protetto e viziato troppo. Sento che non è
vero ma non so cosa rispondergli.
Cara
Monica, rassicuri suo marito perché l’esistenza di un oggetto ”del
cuore”, che gli psicologi chiamano ”transizionale”, costituisce un segno
positivo, l’esito di una buona crescita affettiva. Significa che il
bambino ha stabilito un rapporto forte e ricco con la mamma e che,
dovendo progressivamente affrontare il distacco richiesto dai processi
di maturazione, ha saputo creare un simbolo che la rappresenti. Vedrà
che, a suo tempo, questo viatico sarà improvvisamente abbandonato ma nel
frattempo si sarà costituito, intorno a lui, lo spazio della fantasia,
del gioco, della creatività, dell’innamoramento. Risorse che rendono la
nostra vita più umana e più ricca.
Non sopporta che gli si tocchino i giocattoli
Cari
Barbara e Nazzareno, è naturale, all’età di Yuri, provare un forte
sentimento di possesso dei propri ”beni”. A tre anni, i giocattoli sono
infatti vissuti come parti di sé, e se qualcuno se ne impadronisce i
bambini si sentono quasi ”mutilati”. Non solo, ma spesso vogliono i
giocattoli degli altri senza tenere in alcun conto le loro proteste.
L’incoerenza di questi comportamenti riflette l’egocentrismo di una
logica infantile centrata esclusivamente sull’Io. Ci vorrà tempo perché
maturi la capacità di tenere conto anche del punto di vista degli altri,
di mettersi nei loro panni, sviluppando così un senso di reciprocità e
di generosità. Cercate di minimizzare il problema, distraendo Yuri con
altre proposte di gioco quando si impunta sul possesso di un particolare
giocattolo, suo o altrui. L’esperienza della materna favorirà lo
sviluppo di quei sentimenti sociali che aiutano a superare
l’egocentrismo infantile.
La Barbie®: bambola diseducativa?
Da quando Elena va all’asilo la ”famosa”
Barbie®, che prima aveva sempre ignorato, è la sua passione: tutte le
sue compagne ce l’hanno. Penso che per una bambina giocare con una
bambolina così leziosa e consumista sia diseducativo: ma Elena con le
sue insistenze mi sta stremando.
Capisco
la tua avversione per la Barbie®, ma non condivido il tuo ostracismo.
Come molti oggetti di consumo, fa parte dei ”miti” più o meno
criticabili del nostro tempo e non è con una rigida censura che metti al
riparo tua figlia dai suoi possibili effetti negativi. Al contrario,
ora che all’asilo la vede in braccio alle compagne, se non potrà averla
si sentirà ingiustamente privata di qualcosa di importante. La Barbie®
diventerà così un oggetto del desiderio ”proibito”. Se invece gliela
regali, diventerà un giocattolo come tanti, magari con un investimento
affettivo in più, come succede alle bambine con le bambole. Non sarà
certo giocando con la Barbie® che Elena si identificherà in un modello
femminile lezioso. Molto più della bambola conta il tipo di cultura che
assorbe in famiglia. E il modello di femminilità che le propone la
madre.I giochi ”educativi” lo rendono più intelligente?
Cara Paola, mi sembra che Davide sia un bambino delizioso, capace di giocare con fantasia e creatività, proprio come un piccolo artista. Sarebbe quindi dannoso e riduttivo distoglierlo da questo lavoro mentale, ad alto contenuto immaginativo ed emotivo per incentivare processi intellettuali di tipo razionale, inadatti a questa età. Nel gioco che lo appassiona, quello del camion che affronta percorsi accidentati e li supera, Davide rappresenta probabilmente anche le difficoltà che sta vivendo nel cercare di non deludervi e nello stesso tempo di non rinunciare ai suoi desideri e alle sue inclinazioni. Non spingetelo a competere con i figli dei vostri amici stimolando forme di apprendimento precoce, a un’età in cui i percorsi di conoscenza sono spontanei e non vanno forzatamente indotti dagli adulti. Lasciamo ai piccoli almeno tre anni di libertà, di gioco spontaneo, creativo, di fantasia, prima che la scuola li metta progressivamente in riga. Cercate quindi di apprezzare e valorizzare Davide per quello che è, e non per quello che ”dovrebbe essere”.
Ai libri preferisce il gioco
Non è proprio il caso di distogliere i bambini dal gioco. Come ha scritto il filosofo Montaigne, il gioco è il lavoro più serio dell’infanzia. Mette in moto la fantasia, affinando una forma di intelligenza ”creativa” più utile di qualsiasi apprendimento precoce.
Litigano fra loro? Non interferite
Cara Carla, a due, tre, quattro anni i bambini sono ancora così egocentrici che non riescono a mettersi nei panni dell’altro e ad accettare il suo punto di vista. Proprio per questo, quando giocano insieme, è quasi inevitabile che si mettano a litigare, spesso in modo violento, per i motivi più futili, per poi tornare rapidamente amici come prima . In questo alternarsi di alleanze e di conflitto, di sentimenti di amore e di odio, il rapporto tra coetanei rappresenta un terreno di crescita in cui il gioco si svolge tra pari, in un mondo a parte che appartiene ai bambini e nel quale è bene che gli adulti interferiscano il meno possibile. Meglio, quindi, lasciare che se la sbrighino da soli, intervenendo soltanto quando la situazione rischia di degenerare, come succede quando il più forte prevale sul più debole.
A ciascuno il suo gioco
Cara Cristina, da alcuni anni nella scuola materna si cerca di sviluppare il talento degli alunni, anziché limitarsi, come in passato, a farli giocare. È giusto quindi favorire l’espressione della creatività infantile attraverso il disegno e la pittura. Senza però richiedere ai bambini un ”rendimento scolastico” a un’età in cui non sono ancora in grado di assumersi questa responsabilità. È probabile quindi che Matteo rifiuti di portare a termine i suoi ”compiti” non solo perché non è portato per il disegno, ma anche perché li sente come una imposizione, alla quale tenta di sfuggire dedicandosi ad altri giochi, da lui scelti liberamente. Se a casa si impegna con giochi da tavolo come la pasta da modellare, il collage, gli acquerelli e li porta a termine, vuol dire che non soffre di alcun deficit di attenzione. Sono le insegnanti, piuttosto, che dovrebbero essere meno rigide e più tolleranti nei suoi confronti, lasciando che scelga spontaneamente gli strumenti espressivi che preferisce. Non a caso Matteo frequenta ancora la scuola materna e non quella dell’obbligo: c’è dunque ancora tempo per il problema dei compiti!
Non tollera che si danneggino le sue costruzioni
Nessun commento:
Posta un commento