01 gennaio 2013

SPAVENTO' 2 BAMBINE VIENE CONDANNATO

             

Spaventò due bambine, Viene condannato a 6 mesi 

PAROLE. Le tensioni fra famiglie vicine di casa approdano in tribunale 

 Da tempo tra i proprietari delle case che si affacciano su una corte in una località di Sommacampagna ci sono problemi. In passato si erano denunciati perchè su un viottolo di proprietà del signor T. i vicini avevano un diritto di passo. Una decisione del giudice che lui non ha mai gradito e più di una volta aveva discusso con i vicini andando poi regolarmente in caserma dai carabinieri per denunciare minacce e danneggiamenti (si era trovato la coda di un topo davanti alla porta). Sta di fatto che i rapporti non erano pacifici e nel luglio di tre anni fa trattò male le due figliolette di uno dei confinanti perchè le aveva trovate sulla stradina di sua proprietà. E stando poi a quello che i genitori delle piccole scrissero in denuncia, le aveva apostrofate malamente e aveva impedito loro di allontanarsi sbarrandogli la strada, il tutto mentre in mano aveva delle cesoie. Violenza privata l'accusa, sei mesi con il beneficio della pena sospesa oltre al pagamento di 2500 alle parti civili la sentenza pronunciata ieri dal giudice Giorgio Piziali al termine del processo. L'episodio avvenne in estate e, come ha ricostruito in aula il difensore del signor T., le due bimbette di otto e nove anni stavano giocando sulla stradina quando, da dietro una catasta di legna, apparve l'imputato. Aveva in mano un secchio pieno d'acqua (stava andando ad annaffiare alcune piante), lui è un uomo burbero e quel giorno apostrofò malamente le piccole. Le vide e disse loro di andarsene, le bambine si spaventarono e scapparono a casa in lacrime raccontando l'episodio ai genitori. Due giorni dopo anche lui andò dai carabinieri a spiegare l'accaduto, lo rimproverarono perchè aveva sgridato le piccole solo perchè erano sul viottolo ma poi la denuncia seguì il suo corso e per il signor T. la procura emise un decreto penale di condanna. Pagando avrebbe chiuso la vicenda ma al decreto si è opposto, convinto della propria innocenza. In denuncia emerse che lui impugnava delle cesoie da potatura (un testimone parlò addirittura di una falce) e fu quell'oggetto (e il tono di voce alterato) a impaurire le bambine. Lui ha sempre dichiarato di avere il mano il secchio di acqua e di non aver impedito alle bimbe di rientrare a casa, ha ammesso di aver detto loro che lì non potevano giocare e di andarsene ma ha sostenuto di non aver mai minacciato nessuno. Il pubblico ministero d'udienza Giorgia Bonini aveva chiesto la condanna a quattro mesi, pena più consistente quella inflitta dal giudice Piziali: tra un mese si saprà la ragione.

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