Così le maestre-mamme diventano maestre-streghe
È arrivato il momento di capire cosa stia
succedendo alle nostre maestre. L'82% della popolazione docente è al
femminile. Le abbiamo vissute come fossero sostitute delle nostre mamme,
famose per la loro capacità d'amore e d'accoglienza. Ma hanno mediamente 50 anni. Età a rischio.
Correlata alla menopausa e alla depressione. Anni di servizio alla
spalle prestati in una scuola attraversata da riforme che si susseguono
senza risolvere il problema del precariato. Forse, anche per questo,
alcune di loro stanno diventano l'incubo dei nostri bambini. Compiono un
reato che non è abuso di mezzi di correzione, ma un delitto ben più
grave ed orrendo: maltrattamenti; messi in atto attraverso comportamenti
vessatori e persecutori, fatti di aggressività fisica e psicologica.
Perché?
Una domanda che Ilaria si deve essere posta migliaia di volte guardando
la videoregistrazione di suo figlio e della sua maestra all'interno
dell'asilo Cip e Ciop. «L'ho visto prendere le botte, provare a
ribellarsi, piangere disperato stando seduto immobile per ore sulla
stessa mattonella, senza fiatare, senza una matita colorata su cui fare
un disegno. Senza giocare e sorridere, implorare l'acqua indicando con
la mano la bottiglia a distanza di sicurezza con il terrore negli occhi e
nessuno in suo aiuto, neanche io
».
Sensi di colpa: Ilaria dice di
averne avuti di pesanti come macigni. Il suo piccolo è entrato in
quell'asilo dell'orrore che aveva solo 7 mesi e ne è uscito che aveva 3
anni. «Tommaso sta meglio ora. Compirà 5 anni tra poco. Nonostante la
psicoterapia settimanale conserva ancora le sue paure, le angosce.
Iperattività alternata ad una profonda insicurezza di se, cicatrici
ancora presenti». Dopo circa un anno dal caso Cip e Ciop è la volta
dell'asilo nido «Il paese delle meraviglie» a Pinerolo. Alice ovviamente
non c'è e bambini piccolissimi sono picchiati e rinchiusi al buio,
obbligati a mangiare cibo vomitato. Strattonati e gettati a terra,
ancora una volta con violenza inaudita. Ilaria racconta come guardare
quel video sia stato il dolore più grande della sua vita ma allo stesso
tempo necessario perché le ha permesso di avere un quadro chiaro della
situazione e quindi di prendere i provvedimenti necessari ad affrontare
processo, perizie e quanto segue ad un evento di questa portata. Drammi
consumati in pochi mesi in almeno 20 asili in Italia (ma il timore è che
possa accadere o accada anche e segretamente in altre scuole). La
perizia richiesta dal giudice che si occupa del caso Cip e Ciop ha
stabilito che le maestre erano in grado di intendere e di volere. Non
presentano patologie psichiatriche che possano giustificarne il
comportamento. Sapevano cosa facevano e conoscevano il valore sociale
degli atti da loro compiuti, distinguendo perfettamente ciò che è bene
da ciò che è male. E allora? Non ha dubbi il dottor Lodolo D'oria che
nel suo libro «Pazzi per la scuola» racconta dei suoi tanti incontri con
queste docenti che lui diagnostica come burnout: anime bruciate da una
patologia legata alle professioni di aiuto come è quella d'insegnamento
«M. C. si è rivolta a me dopo aver picchiato due bambini. Ha un disturbo
bipolare grave ed una storia familiare devastante. Con difficoltà siamo
riusciti ad ottenere dalla Commissione Medica di Verifica di Brescia il
suo prepensionamento. I medici volevano darle soltanto una temporanea
inidoneità». Una persona con disturbo bipolare alterna fasi di
depressione a fasi di euforia. Mettere a punto una terapia è difficile e
nel caso di M.C. sono necessari due ricoveri annui. Sono giudicati
idonei al lavoro anche insegnanti con disturbo borderline, malattia
caratterizzata da una instabilità pervasiva dell'umore «per quanto
riguarda il disturbo bipolare, se questo è tenuto sotto controllo
farmacologico e psicoterapeutico, e c'è estrema consapevolezza di
malattia, forse si può parlare di compatibilità, mentre per quanto
riguarda il disturbo bordeline, dove sono presenti momenti di rabbia
immotivata ed intensa, è da vagliare davvero molto molto attentamente»
spiega la psichiatra e psicoterapeuta Anna Maria Benedetto.
Secondo
la psichiatra Lodolo D'Oria queste storie e le relative dinamiche, cosi
simili l'una alle altre, testimoniano il fatto che alla base di tutte ci
sia un elemento comune: l'insegnamento logora, e in alcuni casi provoca
disagio mentale profondo i cui sintomi sono gravi: attacchi di panico,
aggressività verso colleghi ed alunni, manie di persecuzione, malesseri
fisici di natura psicosomatica ed in casi estremi anche l'insorgere di
patologie oncologiche. La cosa che stupisce di più è la capacità di
queste insegnanti di fingersi buone docenti: «All'esterno sono
ineccepibile perché aderiscono rigidamente alle regole ma non reggono le
frustrazioni e per loro un bambino che non ubbedisce è frustrante».
Attenti dunque alle insegnanti borderline; e ancora più spesso alla scuola bordeline.
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