28 febbraio 2013

IL NOSTRO APPELLO ! GLI ABUSI NEI COLLEGI


Raccontateci gli abusi nei collegi:
il nostro appello a cui state aderendo in massa.



C’è il bambino che giocava con un trenino bellissimo, “il trenino più bello del mondo, un sogno” che in quanto tale “svaniva subito, come neve al sole”. “Ci portavano in stanze pulite e bellissime, piene di giochi, con le lenzuola che profumavano di fresco bucato ed io che sognavo di fare il capostazione giocavo con un trenino vero, tutto mio”.
Però la cosa durava il tempo dell’ispezione. Pie benefattrici e misericordiosi benefattori visitavano l’orfanotrofio, lasciavano grosse banconote e se ne andavano, con la coscienza pulita (“se solo ci avessero guardati negli occhi”).
E voi? Chiedo. “E noi ce ne tornavamo nelle fredde camerate, tra le pozze di piscio ed i topi e del trenino, così come degli orsetti o delle bambole, nemmeno l’ombra. I più fortunati avevano tappi di sughero da legare con dei legnetti per far diventare fantasmi di trenini”.
“Forse anche per questo oggi, per i miei nipoti, ho costruito un plastico pieno di trenini che occupa tutta la mansarda di casa”.
C’è la bambina che aveva le treccine, “lunghe, bellissime, non sai quanto
” e la voce si rompe dall’emozione a tal punto che devo interrompere la telefonata e aspettare che mi richiami.
Me le tagliarono, quando capirono che mi trovavo bella. Anzi a dire il vero mi diedero le forbici e davanti allo specchio dove mi avevano trovato nel grave atto di specchiarmi ammirata, mi obbligarono a tagliarmele da me. Piansi e per questo saltai per due giorni pranzo e cena. Da allora soffro di una grave forma di malattia della pelle, che mi colpisce solo la testa e per uscire di casa sono sempre stata obbligata a indossare degli ampi foulard, simili a turbanti. E sì che sono passati più di 50 anni….
Nel giro di un’ora  da quando abbiamo lanciato via blog l’appello, i contatti erano saliti a quasi 14mila. E alle 3 di stanotte spegnevamo il computer della sede dopo aver stampato non so più quante testimonianze, che arrivano anche in questo momento mentre postiamo questo articolo.
Continuate a mandarcene. A scriverci o chiamarci.
Per ridare voce, ma soprattutto giustizia, a quei bambini, che per decenni sono stati trattati da oggetti, nelle mani di impuniti assassini. Già assassini: assassini della loro infanzia.



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