Abusi sessuali su minore, nei guai falso
manager di modelle che girava filmini hard
Il 43enne di Este avrebbe adescato e fatto prostituire due
ragazze ricavando 60mila euro: «La 16enne era consenziente»
ragazze ricavando 60mila euro: «La 16enne era consenziente»
PADOVA - Si spacciava per agente di modelle, con conoscenze nel mondo dello spettacolo e della moda, ma in luglio la squadra mobile di Bologna lo ha fermato per aver adescato due ragazze, una appena sedicenne, facendole prostituire,
girando poi con loro filmati pornografici e, nel caso della minore,
compiendo anche abusi sessuali per i quali è ancora agli arresti
domiciliari. Il padovano di Este 43enne "in trasferta" è stato rinviato a giudizio oggi dal gup di Bologna: il processo si aprirà il 5 aprile. Sulla sua pagina Facebook il 43enne, di origine milanese, ma residente appunto della Bassa Padovana si faceva chiamare Jack Onion, con una traduzione fantasiosa del suo vero nome, Giacomo Cipollone.
Millantava studi a Francoforte e alla Bocconi. Di fatto era senza fissa dimora e quando se la passava peggio, alloggiava anche in dormitori pubblici. È accusato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, anche minorile; produzione e commercio di materiale pedopornografico, e violenza sessuale su minore. Accusa, quest'ultima, che ha sempre rigettato, sostenendo che la ragazza era consenziente.
La vicenda venne a galla nel maggio 2012 quando una 23enne abruzzese che studiava a Bologna, aveva raccontato cosa aveva subito a un amico poliziotto. A lei, e ad una ragazzina figlia di una coppia di professionisti bolognesi, che all'epoca dei fatti era solo sedicenne, l'uomo aveva promesso che le avrebbe fatte diventare modelle, ma in breve aveva avviato entrambe alla prostituzione. "Vera emiliana solo per pochi eletti"', si leggeva in un annuncio su internet. L'uomo le aveva anche indotte a girare scene hard che poi aveva rivenduto. Avrebbe intascato almeno 60.000 euro con i proventi della prostituzione e facendosi prestare denaro dalle due ragazze, soldi poi giocati al videopoker o per comprare cocaina. Alcuni dei clienti che tentarono di aiutare le due giovani saranno chiamati dal pm a testimoniare.
Millantava studi a Francoforte e alla Bocconi. Di fatto era senza fissa dimora e quando se la passava peggio, alloggiava anche in dormitori pubblici. È accusato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, anche minorile; produzione e commercio di materiale pedopornografico, e violenza sessuale su minore. Accusa, quest'ultima, che ha sempre rigettato, sostenendo che la ragazza era consenziente.
La vicenda venne a galla nel maggio 2012 quando una 23enne abruzzese che studiava a Bologna, aveva raccontato cosa aveva subito a un amico poliziotto. A lei, e ad una ragazzina figlia di una coppia di professionisti bolognesi, che all'epoca dei fatti era solo sedicenne, l'uomo aveva promesso che le avrebbe fatte diventare modelle, ma in breve aveva avviato entrambe alla prostituzione. "Vera emiliana solo per pochi eletti"', si leggeva in un annuncio su internet. L'uomo le aveva anche indotte a girare scene hard che poi aveva rivenduto. Avrebbe intascato almeno 60.000 euro con i proventi della prostituzione e facendosi prestare denaro dalle due ragazze, soldi poi giocati al videopoker o per comprare cocaina. Alcuni dei clienti che tentarono di aiutare le due giovani saranno chiamati dal pm a testimoniare.
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