Si fa mandare foto per consulti,
arrestato un finto ginecologo
Un trentenne lucano è riuscito a ingannare almeno 9 donne. Arrestato, è indagato anche per sostituzione di persona e per molestie
BOLOGNA - Si spacciava per
ginecologo e offriva consulenze mediche via telefono, per le quali si
faceva mandare foto 'hot' delle parti intime. Con questo espediente, un
trentenne lucano è riuscito a ingannare almeno nove giovani donne,
convinte a compiere atti sessuali e a spedirgli, sempre via telefono, la
documentazione fotografica. U.S., di Matera, è stato arrestato dalla
Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna, che ha eseguito
un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale
aggravata, chiesta dal Pm Francesco Caleca e firmata dal Gip di Bologna
Bruno Giangiacomo. L'uomo era già ai domiciliari per un'altra vicenda di
violenza sessuale e, non potendo in teoria comunicare con l'esterno,
aveva messo in piedi l'intero sistema di adescamento utilizzando il
telefono cellulare e l'indirizzo email del padre, con il quale abita.
IL SISTEMA - Grazie a un profilo
criminologico caratterizzato, per gli investigatori, da una
«elevatissima capacità seduttiva e di convincimento», il trentenne
contattava le sue prede al telefono, presentandosi con i cognomi di
medici ginecologi realmente esistenti, ma all'oscuro di tutto. Poi
offriva un consulto per aiutarle a risolvere problemi sanitari, sempre
relativi alla sfera sessuale o genitale, di cui soffrivano realmente.
Dopo la richiesta dei sintomi, arrivava quella di compiere
'autoaccertamentì e a mandargli le foto.
I DETTAGLI PERSONALI - Un'ipotesi
è che l'uomo possa avere scoperto i dettagli privati delle vittime
partecipando, sempre sotto mentite spoglie, a forum online in materia di
cure mediche, riuscendo poi a recuperare anche i contatti email e il
cellulare. L'indagine è partita nel febbraio scorso, dalla denuncia di
una studentessa bolognese finita nella trappola di U.S., seguita nei
mesi successivi dalle denunce di altre quattro giovani iscritte
all'università di Bologna e in seguito da quelle di ulteriori quattro
ragazze, residenti in varie città d'Italia: Forlì, Savona, Trieste,
Firenze, Grosseto, Fermo e Foggia. Sebbene non ci sia mai stato contatto
fisico fra l'uomo e le sue vittime, per gli inquirenti si è configurato
comunque il reato di violenza sessuale, per avere violato
l'autodeterminazione delle vittime nella loro sfera sessuale, aggravato
dal fatto di essersi qualificato come pubblico ufficiale. L'uomo è
inoltre indagato anche per sostituzione di persona e per molestie. Dopo
l'arresto, lo scorso 31 ottobre, U.S. è stato rinchiuso nel carcere di
Matera e all'interrogatorio di garanzia, il 2 novembre, si è avvalso
della facoltà di non rispondere. Le indagini proseguono, anche con
l'esame del telefono e del computer in uso all'uomo, per chiarire le
modalità di raccolta delle informazioni sanitarie delle donne e
individuare eventuali altre vittime che potrebbero, per vergogna, non
avere presentato denuncia.
Fonte Corriere Di Bologna
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