Baby prostitute a C......... Credevate che l'Italia ne fosse immune?
Cosa spinge una madre ed un padre a
vendere la verginità della propria figlia dodicenne al miglior
offerente? Cosa spinge una madre ed un padre a mandare ogni giorno la
propria figlia dodicenne con adulti che la schiavizzano, la sodomizzano,
la riducono in breve come loro, malata psicologicamente e priva di
quell'amor proprio che dovrebbe nascere e svilupparsi forte in quella
età non ancora adolescenziale? Può essere che possa capitare a causa
dell'indigenza in cui una famiglia si viene a trovare? Può essere a
causa del degrado in cui quella famiglia è abituata a vivere? Se la
tristissima storia che ultimamente è stata scoperta a C......... ma che in
fotocopia si ritrova tale e quale in altri contesti italiani simili, la
si guarda da lontano, ascoltandola solo per come ci viene presentata,
sì, può essere. Ma se provassimo ad elaborarla osservandone le fattezze
da vicino, da molto vicino, cosa potremmo scoprire? Potremmo scoprire
che è improprio dire che la causa di queste violenze, psicologiche ancor
prima che sessuali, nasce dal degrado materiale in cui le famiglie di
queste bimbe vivevano e vivono.
Potremmo scoprire che il degrado è una
causa secondaria e che non c'entra nulla perché nel degrado di solito
vige la solidarietà fra nuclei famigliari, parentali o meno, che si
aggregano nel bene e nel male per superare le difficoltà ed elaborare in
maniera migliore le sofferenze. E sono queste le amicizie che più
durano nel tempo e fanno in modo che ci sia un controllo capillare di
ciò che avviene di strano, ancor prima che all'interno dei nuclei
stessi, all'esterno della cerchia amicale in maniera da anticipare e
prevenire l'eventuale pericolo che potrebbe inserirsi e destabilizzare
l'ambiente consolidato. Per cui è difficile credere che il giro di
prostituzione scoperto a C........... derivi solo dall'indigenza di alcune
famiglie e dalla ricchezza di altre. Per me è chiaro che il problema è
più complesso e va ricercato, prima ancora che in quella di chi
vendeva le figlie dodicenni, nella mente di chi comprava.
Cosa spinge un uomo rispettato,
commercialista, avvocato, imprenditore, in ogni caso padre di famiglia
che mai venderebbe sua figlia ad altri uguali a lui, a cercare nella
piccole ragazzine, figlie di altri, la propria soddisfazione sessuale
dimostrando una completa mancanza di rispetto verso il prossimo,
paragonato ad una fettina di bovino acquistabile in macelleria, come se
anziché vivere in una società paritaria di dignità lui si ponesse al di
fuori e vedesse nel luogo in cui vive una sorta di supermercato dove
tutto è acquistabile? Da qui occorre partire, da questi esseri che non
hanno imparato la parola "morale" e pensano di vivere al di sopra di
tutto e di tutti in quanto abituati non a regalarsi agli altri, per
migliorarli e migliorarsi, ma ad acquistarli quasi che la mente umana,
plagiata troppo spesso dal denaro, la si possa acquistare e modellare
nella forma voluta o desiderata.
Ed è partendo da questo punto
che la notizia cambia forma. Non più una attività di prostituzione,
"agevolata dal degrado in cui le bimbe e le ragazzine vivevano", ma una
attività di prostituzione "agevolata da uomini del potere economico",
appellati come appartenenti alla "buona società", che per soddisfare i
loro vizi, i loro bisogni altamente malati, hanno messo sul piatto il
miele giusto per attirare altri uomini alla ricerca non del bene
familiare ma del bene consumistico momentaneo ed immediato. Gli esseri
acquistabili con un tozzo di pane, che chiamare genitori è eccessivo,
che per un cellulare in più e per un piatto di riso in meno costringono
la figlia ad azioni che psicologicamente le modificheranno la mente,
facendole credere che in fondo vendersi non è sbagliato, non sono uomini
e neppure bestie, non sono nulla e non servono a nulla. E meno ancora
sono le madri che avrebbero il compito di curare la prole e proteggerla
anche contro gli attacchi familiari.
Ed allora c'è da chiedersi per
quale motivo questa società moderna continui a non educare i suoi figli
ed insista nell'insegnamento fatto di lustrini e paillettes come se
tutto da noi fosse bello che più bello non si può. Le baby prostitute di
C....... (termine usato da tutti i media ed anche da mamma Rai), e mi
spiace chiamarle così perché non è affatto il termine giusto in quanto
non sono state loro a scegliere di prostituirsi, potrebbero insegnare
tanto a chi è preposto alla vigilanza del territorio, a chi toglie i
figli ai genitori senza averne un vero motivo, a chi dovrebbe aiutare le
famiglie... e non solo economicamente. Dovrebbe insegnare tanto a
quella parte di società che viene definita "sana" e vive, per lavoro o
per amicizia, accanto a quegli "uomini bene" sessualmente malati e
psicologicamente instabili, quella parte di società, e mi riferisco
anche alla famiglia, che li conosce per come in realtà sono ed invece di
aprire loro gli occhi, di aiutarli o di indicarli a chi potrebbe fare
qualcosa per fermarli, si gira dalla parte opposta e lascia che lo
scempio si compia senza muovere un dito.
La storia delle ragazzine di
C....... già si sa, non avrà un finale col botto. Fra pochi giorni tutti
torneranno a casa e le denunce dei carabinieri non si tramuteranno in
anni di galera. Le bimbe più giovani verranno inviate in centri
assistenziali e pagheranno per la vita le sofferenze che il tempo non
rimarginerà. E tutto a poco a poco ricomincerà di nuovo a causa di menti
malate che non saranno curate e di genitori a cui nessuno ha mai
insegnato a fare i genitori. Pochi saranno gli italiani venuti a
conoscenza di quanto accaduto e, grazie ai mezzi di informazione
scadenti, la maggioranza di loro crederà che tutto sia avvenuto a causa
del degrado in cui certe famiglie sono costrette a vivere. In questo
modo, ancora una volta, si potrà far credere che l'Italia è immune da
situazioni che abitualmente avvengono solo nei paesi del terzo mondo.
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