Pedofilia: come riconoscere i segnali e cosa fare se scopriamo un abuso su nostro figlio.
Le testimonianze di una bambina e i comportamenti da adottare per i genitori
Spesso, come genitori, ci poniamo tante domande riguardo questo
spinosissimo tema che riguarda la sicurezza dei nostri figli. Le più
frequenti sono le seguenti: quali sono gli atteggiamenti e i
comportamenti del bambino che possono rivelare una qualche situazione di
abuso? Ci sono atteggiamenti che accomunano i bimbi molestati? Ci sono
comportamenti che possono essere indicativi? E se si ha il dubbio che un
comportamento sia "sospetto", quali sono i primi passi cui pensare?
Queste solo alcune, cui hanno risposto due donne, con esperienze
diverse. Costanza, è stata abusata nella sua infanzia, mentre Daria ha
avuto un bimbo che è stato poi abusato. Hanno risposto come segue.
Costanza: <<Posso dire che io, come bimba abusata, ho avuto le seguenti reazioni:
- ho cominciato a essere molto con la "testa sulle nuvole" a scuola, non riuscivo a seguire le lezioni
- ho cominciato ad andare peggio a scuola
- ho avuto episodi di aggressività verso gli altri (li picchiavo)
- mi sono rinchiusa moltissimo in me stessa
- mi lavavo continuamente le mani
- mangiavo tantissimo o troppo poco
- avevo continuamente bisogno di essere rassicurata, la mia autostima è finita sotto i piedi
- avevo delle vere e proprie crisi isteriche per cose da nulla
- avevo una paura tremenda del corpo maschile
Azioni da compiere
Dire chiaramente al bambino che l'abusante si è comportato male e non colpevolizzare il bambino, nemmeno in modo inconscio.
Il bambino ha un bisogno estremo di capire che quello che è successo non è stato in alcun modo colpa sua, che non è lui che ha sbagliato, ma l'altra persona.
Quando ho raccontato a mia madre cos'era successo, due frasi di mia madre mi hanno fatto molto male:
a) "Sai, tu quando cammini sculetti, probabilmente il motivo deve essere stato questo". "Ora si dà il caso che io a 11 anni mica mi mettevo lì apposta a sculettare per strada.
Mi sono sentita colpevole, colpevole di avere un corpo che si comportava in un modo mentre io ero in un altro modo, il mio corpo non mi apparteneva più, ero come disintegrata...".
b) "Non devi odiarlo, devi perdonarlo, devi avere compassione di lui, non è colpa sua, lui è solo un povero malato". "Senza entrare nel merito se la pedofilia sia o meno una malattia, questa frase ha avuto su di me l'effetto di impedirmi per anni di esprimere tutta la rabbia e il dolore che avevo dentro. Mi si chiedeva di provare compassione... ma io non potevo avere compassione, non potevo perdonarlo. E se non riesco ad avere compassione, se non devo avere né dolore né rabbia, se non devo odiarlo, se non è colpa sua... posso solo far finta che non sia successo niente, ricacciare questa cosa nel posto più profondo che posso trovare, tentare di dimenticarla. Con il risultato che questa cosa ha lavorato dentro di me per anni, e mi ha fatto tutt'altro che bene. E' stato mio marito a consentirmi per la prima volta dopo 13 anni di provare dolore e rabbia, a consentire a me stessa di abbracciare la Costanza bambina, a non farmi sentire colpevole perchè io provavo una rabbia enorme e un dolore altrettanto enorme... e allora, solo allora, quando ho smesso di sentirmi colpevole per non averlo mai perdonato, per non avere avuto compassione... allora ho iniziato a guarire... e a perdonarlo".>>
Daria invece risponde come segue:
<<Prima di tutto bisogna essere coscienti che la realtà è che l'80% degli abusanti sono famigliari, conoscenti, insegnanti, monitori di sport, sono persone bene conosciute dai bambini.
Quindi posso parlare solo della mia esperienza.
Gli abusanti di solito hanno la loro fiducia e la nostra come genitori, un bimbo che ci vede tranquille se lo affidiamo ad un parente non ne ha paura!
Queste persone conquistano il loro amore, e "non gli fanno del male",
diventano amici, confidenti, compagni di gioco dei nostri figli, per
gioco li prendono in braccio, gli fanno le coccole, e poi... qualche
carezza, un bimbo magari si incuriosisce del corpo dell'adulto e con la
confidenza che ha chiede cose che non ha mai chiesto ai genitori.
È qui che comincia l'abuso, il bimbo si accorge di subire careze
strane, ma visto che all'inizio è stato al "gioco" ha paura di essere
accusato, di non essere creduto (la mamma crede più a me o al parente
adulto, nonno, zio, etc?), si sente in colpa e subisce senza saperne
uscire.
Da due paure enormi: la prima di deludere i genitori, la seconda di
deludere l'abusante; ha paura delle conseguenze per questa persona alla
quale vuole bene e alla quale sa chene vogliono anche i genitori. Non
vuole che la famiglia si rompa, ed ha paura di essere lui sbagliato.
Detto tutto ciò, come prevenire?
Come mamma arrivata troppo tardi e con il senno di poi, posso dire di
non permettere mai a chiunque di avere troppa confidenza con i propri
figli, se come genitore vedi un eccesso di vizi e coccole conditi con
regalini vari e ti senti a disagio, è importante affrontare il nostro
momento di disagio, intervenire con fermezza e gentilezza per non
spaventare i bambini, ma fare capire che certi atteggiamenti non sono
tollerati, un adulto potrà offendersi un bambino capirà che non può
avere coccole da persone diverse da mamma e papà, capirà che c'è un
limite a tutela della propria persona!
Ad esempio: vedi i tuoi bimbi stazionare troppo spesso in braccio ad
un parente, prendili e spostali dicendo semplicemente "non mi piace che
stai in braccio così a lungo".
Un genitore DEVE SPIEGARE ai propri figli che il loro corpo è solo LORO e di nessun altro, solo la mamma e il papà possono toccare i bambini nelle parti intime e solo per le necessarie cure igieniche ma che anche loro non possono accarezzarle, questo fa comprendere ai bambini che se nemmeno mamma e papà possono permettersi di violare la loro intimità, nemmeno altre persone possono.
Bisogna spiegare ai figli che DEVONO DIRE DI NO quando qualcuno
(anche una persona che gli vuole bene) li tocca nelle parti intime, un
abusante vicino ai bambini di solito si ferma davanti ad un no perché ha
paura di essere scoperto.
Si deve spiegare sempre ai bambini (anche da piccolissimi) come
nascono i bambini, la sessualità tra mamma e papà, spiegare che fare
l'amore e le coccole DEVE sempre avvenire tra adulti e mai tra un grande
e un piccolo! Mio figlio, ad esempio, è stato "agganciato" o meglio
interessato proprio da queste tematiche, gli abusanti spesso usano la
curiosità naturale dei bambini.
Inoltre non bisogna mai dire ai figli che un pedofilo finisce in
prigione perchè fa del male! In caso di abusanti vicini questo spaventa
molto i bambini perchè non vogliono essere il motivo di incarcerazione
di una persona alla quale vogliono bene!
Atteggiamenti del figlio:
- aggressività verso tutti (scuola, noi, compagni, amici)
- autostima calata nei profondi abissi (non riusciva a fare 2+2) "io non sono capace", "io non posso"
- ritorno dell'enuresi notturna e diurna
- apprendimento scolastico calato paurosamente
- poca cura di sé (non si lavava, mani/piedi/capelli/faccia/denti sempre sporchi)
- abbigliamento trasandato (magliette slabbrate, pantaloni con i buchi, ecc... e non c'era verso di vestirlo meglio)
- mettersi sempre nei guai (ricerca di conferme, sempre in bilico su muri, sempre con graffi e tagli) => farsi del male
Come intervenire?
"Quando è capitato a me io ho interpretato male tutti quei segnali,
pensavo che fossero dovuto al cambio di casa e scuola e disagi
conseguenti, non ero stata in grado di capire e cogliere le mezze frasi
che lanciava, come chiedermi cose sconcie, pensavo fosse perchè spesso
stava con il fratello e i bimbi più grandi".
Quando si sa o si sospetta che un bimbo è abusato vige una regola fondamentale:
1) chiedere aiuto subito!!! (psicologo/psichiatra per avere la certezza) ==>sporgere denuncia quando si è sicuri e poi:
2) NON FARE DOMANDE: aspettare il racconto dei bambini per non
mettere in bocca parole di adulto che possono non renderlo più
credibile, ascoltare e ascoltare e basta!
3) NON ACCUSARE UN BAMBINO: profferendo frasi del tipo "perchè non me
lo hai detto subito", queste frasi sono tremende accuse di colpevolezza
che possono portare un bimbo ad odiare se stesso;
4) NON ODIARE L'ABUSANTE DI FRONTE A LUI evitando frasi del tipo "io
lo ammazzo"; noi siamo restati tranquilli dicendo che il giudice avrebbe
fatto il suo lavoro e che avrebbe deciso la condanna.
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