17 marzo 2013

CASO EULANA IL NEUROLOGO DISSE NON HA MAI PARLATO IN 13 ANNI

«Eluana disse "mamma"», il neurologo
replica: «Non ha mai parlato in 13 anni»

Il medico che ha seguito per anni la Englaro commenta le
rivelazioni del deputato Gigli: «Episodio di circa vent’anni fa» 

UDINE - Quando ormai sono passati quattro anni dalla morte di Eluana Englaro, si riaccendono i riflettori mediatici sul caso che, allora, lacerò il Paese. Il neurologo Gian Luigi Gigli sostiene che in alcuni documenti relativi all’iter sanitario della ragazza (che aveva avuto l’incidente nel 1992) a due anni dalla dichiarazione di stato vegetativo «la fisioterapista aveva scritto più volte che Eluana aveva eseguito ordini a comando» e che c’era chi, fra le infermiere, avrebbe annotato di averle sentito dire "mamma" «due volte nella stessa notte».
Le carte, Gigli dice di tenerle in serbo per un libro che intende pubblicare prima del quinto anniversario della fine della Englaro. Ma ribadisce che secondo lui questi elementi avrebbero dovuto portare a «una revisione del caso».
Carlo Alberto Defanti, il neurologo che ha seguito Eluana per anni, spiega che «Gigli parla di un episodio riferito nelle cartelle infermieristiche di circa vent’anni fa. A suo tempo avevo letto tutto. Ne ero a conoscenza. In una nota di quegli anni, in un istituto di riabilitazione in cui Eluana era stata seguita, non a Udine, era stato segnato che durante la notte Eluana avrebbe chiamato una o due volte "mamma". Ma poi la cosa non si è mai ripetuta nei 13 anni in cui io l’ho seguita. La suora che l’ha seguita a Lecco per 13 anni non ha mai sentito mezza parola da Eluana. Movimenti volontari? Io in 13 anni non ho visto niente».
E poi Defanti aggiunge: «Sono stati fatti tutti gli esami possibili al momento in cui si trovava. Gli esami che sono possibili oggi, allora non c’erano». Dura la chiosa di Defanti: «Gigli sta semplicemente rimasticando cose inutili per ragioni squisitamente politiche. Questa è la mia interpretazione: sarà sbagliata, ma è questa. Io ho seguito Eluana dal ’96 al 2009 e forse la conoscevo abbastanza bene, Gigli non l’ha mai vista».
Di quel "mamma" che qualcuno avrebbe avvertito nella notte in corsia ormai quasi vent’anni fa, ha solo sentito raccontare l’infermiera Cinzia Gori, responsabile del team che ha assistito Eluana nei suoi ultimi giorni. «Ho letto tutte le cartelle mediche, ma lì non era riportato. A quanto mi risulta era in un foglio infermieristico - racconta Gori -. Ma a livello medico, evidentemente, non dev’essere stato preso in grande considerazione all’epoca». Ad ogni buon conto, aggiunge, si sarebbe trattato di «un caso isolato in 17 anni». Gigli ritiene che sarebbe stato opportuno un approfondimento? «Penso che Gigli si riferisca ad esami venuti fuori in questi ultimi anni, come la risonanza magnetica funzionale. Ti permettono di vedere se all’interno del cervello c’è una zona di reattività, ma non vuol dire niente: vuol dire che magari 100 cellule funzionano mentre altre 10mila no. Siamo a livello di ricerca, non di realtà».
Gori ricorda che «l’autopsia ha riscontrato come il cervello di Eluana fosse una massa di cicatrici». E, soprattutto, l’infermiera ribadisce un punto fermo: «La cosa importante non era se Eluana sentiva o no. La cosa importante era rispettare una scelta che lei aveva fatto e che Beppino ha cercato di rispettare per 17 anni: la scelta di non vivere in quello stato» 
Fonte Il Gazzettino

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