Tratta di ragazzini brasiliani arrestato il pedofilo tradito dal dna
A TUTTI quelli che glielo chiedevano raccontava che quel bambino con la pelle scura era suo figlio e che per questo era andato a prenderlo in Brasile all'età di 12 anni per portarlo a vivere con sé, in casa sua. Invece la polizia di Poggibonsi ha scoperto che i dna dei due non avevano niente in comune e che il ragazzino era usato per altri scopi. Secondo le accuse degli inquirenti, da una parte sarebbe stato un'esca per avvicinare altri coetanei e molestarli sessualmente, dall'altra l'uomo lo mandava a lavorare con altri piccoli brasiliani nei cantieri dove operava la sua ditta edile. Il sessantenne senese avrebbe portato in Italia dieci minori sudamericani, assicurando alle loro famiglie la possibilità di trovare ai bambini una bella occupazione in Europa, una sistemazione di tutto rispetto di cui andare fieri; in realtà li impiegava in condizioni da sfruttamento.
Ieri l'uomo è stato arrestato su disposizione del gip Michele Barillaro. Le accuse nei suoi confronti sono di tratta di minori e violenza sessuale. Secondo quanto ricostruito dalla direzione distrettuale antimafia, guidata dal pm Pietro Suchan, l'imprenditore avrebbe fatto amicizia con alcuni amici italiani del presunto figlio, che ora ha 17 anni, cercando in vari modi di abusare di loro. I ragazzi hanno raccontato di viaggi in auto dove l'uomo allungava le mani, li invitava a spogliarsi e a farsi toccare, cercava di baciarli e di abbracciarli. Avrebbe sfruttato l'inferiorità psico-fisica delle vittime per cercare di avere rapporti con loro e il tutto sarebbe andato avanti fino al mese di ottobre, secondo quanto ricostruito dagli agenti. Quattro giovani alla fine si sono rivolti alla polizia, insofferenti ai fastidiosi atteggiamenti dell'uomo.
Gli inquirenti stanno cercando di allargare le indagini per capire se anche i giovani brasiliani siano stati vittime dei desideri sessuali dell'adulto, oltre ad essere stati sfruttati per lavorare.
L'uomo, sposato e con figli grandi, nell'ultimo anno ha lasciato la sua azienda edile per aprire un chiosco dove vendeva panini e bibite. Un'attività che gli permetteva pure di essere a contatto con molti ragazzi.
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