23 maggio 2013

BAMBINO FINITO IN MANICOMIO PER SALVARE UNA SUORA ACCUSATA

BAMBINO IN MANICOMIO PER SALVARE UNA SUORA ACCUSATA DI PEDOFILIA  

Ricovero coatto per un bambino di sette anni nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Brescia.
 L’avvocato della famiglia,Francesco Miraglia,  del foro di Modena ha depositato oggi il mandato per riaprire il caso sull’episodio di pedofilia riferito dal bambino nei confronti di una suora di un asilo di Brescia, per fare luce sul comportamento delle istituzioni sociali e sanitarie locali e soprattutto per restituire il bambino alla sua famiglia.
Alcuni anni fa Gianni ha riportato con dovizia di particolari gli episodi di abuso sessuale commessi da una suora nell’asilo che frequentava.
 La mamma si è rivolta alle istituzioni ma il bambino non è stato creduto, e soprattutto non sono state avviate le procedure standard volte ad avviare le indagini e a proteggere il minore. Anzi le istituzioni si sono accanite contro il bambino. Gianni è stato affidato ai servizi sociali e le istituzioni che non hanno saputo riconoscere i segni evidenti degli abusi ma hanno incolpato la mamma dei problemi di Gianni. Alla fine Gianni è stato allontanato dalla famiglia, nonostante non ci fossero indizi di maltrattamenti famigliari, ed è stato ricoverato in una casa famiglia.
La motivazione di un provvedimento tanto grave ed estremo si può riassumere così: "si volevano comprendere i problemi del bambino".
A questo punto le cose sono precipitate e il bambino ha dato in escandescenze contro questo provvedimento assurdo, chiedendo di tornare dalla mamma. Le istituzioni, invece di cogliere le ovvie motivazioni dello stato del bambino, lo hanno trasferito in un reparto di psichiatria con un "grave disturbo esplosivo del comportamento e dell’umore", sedandolo pesantemente con il Risperdal: un potente antipsicotico.

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