Pedofilia e abusi sessuali nel clero, Zanardi: “Vescovo Lupi, se mento mi quereli!”
Normalmente sembra che nulla possa mai cambiare, che esista un
destino ostile, oppure agiscano poteri inarrestabili. La pedofilia non è
mai stata combattuta ed estirpata dalla Chiesa con gli strumenti della
legge, la quale non pare in alcun modo poter intaccare un dominio cui la
debolezza umana offre null’altro che sottomissione. Le parole di Erasmo
da Rotterdam concludono il messaggio video con cui Francesco Zanardi,
portavoce della Rete l’Abuso, sfida il vescovo di Savona e Noli: “Se
mento, lei mi quereli”. Il grande umanista riteneva che i folli
potessero cambiare il mondo. Zanardi tuttavia non fa annunci né declama
princìpi: racconta la sua storia, simile a quella di altri, delle
vittime di abusi sessuali da parte del clero. Racconta e mostra nel
filmato i documenti e chiede giustizia per le vittime. Alla fine
apparire l’invito a firmare una petizione rivolta a papa Francesco. Le
vicissitudini di Zanardi sono reali eppure sconvolgono la percezione
abituale della Chiesa cattolica, dominatrice dei massmedia. Per questo
La Rete l’Abuso procede solo mostrando documenti, assistita da avvocati
competenti. Non è una lotta contro la religione, il senso religioso o i
Vangeli, ma senza dubbio per la giustizia, dato che Città del Vaticano
segue procedure proprie assai difformi da quelle degli Stati di diritto.
I preti vengono trasferiti dai vescovi, non denunciati, nemmeno quando a
distanza di anni vengono condannati dalla Giustizia. Francesco Zanardi
sorride durante il racconto, il tono è chiaro, ha qualcosa di
sarcastico. È la storia della sua vita e di altri, fra mille guai,
sorprese, storture, apparenti stranezze e assurdità. L’ha raccontata
molte volte ma ora aggiunge nuovi dettagli inquietanti, nuovi
particolari. Tanti luoghi comuni sulla Chiesa vanno in frantumi.
Quest’uomo chiede giustizia per molte vittime.
IL VIDEO
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