14 giugno 2013

MATURITA' CACCIA ALLE TRACCE

Maturità 2013, caccia alle tracce  

Roma - Anticipazioni che arrivano dall’Australia, hacker che si infiltrano nell’archivio segreto del ministero dell’Istruzione e vìolano il plico telematico, falsi miti sulla modalità con cui si svolgeranno le prove: questo è ciò che gira su Internet pochi giorni prima degli esami di maturità, che quest’anno partono il 19 giugno.
Credenze che attecchiscono fra molti studenti e che trovano terreno fertile nell’ansia da maturità, tanto che in passato anche istituzioni come il ministero dell’Istruzione e la polizia Postale hanno collaborato con portali studenteschi come skuola.net per diffondere le informazioni corrette.
Il bluff australiano
Le tracce e gli argomenti delle prove di maturità rimangono segrete sino alla mattina delle prove. Tuttavia, un evergreen nel panorama dei miti metropolitani vuole che sia possibile conoscere, nel corso della notte che precede gli esami, le tracce provenienti dall’Australia, dove gli istituti italiani aprirebbero il plico qualche ora prima per questioni di fuso orario. L’intervista di skuola.net ad Adriano Tedde, segretario dell’Ambasciata italiana a Camberra , però, ha tolto ogni fondamento a questa teoria: non esistono scuole italiane in Australia che sostengano in giugno gli esami di Stato: «Tuttavia, sono moltissimi a intasare i centralini della nostra Ambasciata, impedendo di svolgere la normale attività».
Le bufale smascherate
Nel 2010 la polizia Postale è scesa in campo attraverso un video realizzato sempre insieme con skuola.net per smentire agli studenti che ci sia la possibilità di conoscere in anticipo le tracce attraverso la Internet. Parodiando la pubblicità progresso contro la pirateria, l’ispettore Marco Valerio Cervellini, responsabile dei Progetti educativi della Polposta, smentiva questa possibilità. Insomma, non c’è possibilità che qualcuno conosca le prove e le divulghi prima dell’apertura del plico, che allora veniva imbustato e consegnato alle scuole solo il giorno dell’esame, scortato dalle forze dell’ordine.
I Maya e le tracce
Nel 2012, anno di introduzione della nuova procedura telematica, si è diffusa invece la diceria che gli hacker potessero entrare nei computer delle singole scuole, più vulnerabili di quelli ministeriali, e decriptare le tracce un po’ come si riesce ad accedere al wi-fi del vicino. Così anche il ministero dell’Istruzione ha preso parte alla campagna informativa, realizzata come un’inchiesta intitolata “Il Mi(ni)stero delle tracce”: fu lo stesso ministro dell’Istruzione del tempo, Francesco Profumo, a smentire presunte teorie cospiratorie secondo cui, dietro alla diffusione delle tracce di maturità in anticipo, ci sarebbero stati addirittura i Maya.

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