18 giugno 2013

PADRI SEPARATI I NUOVI POVERI PIU DI 800.000 IN ITALIA

Padri separati, i nuovi poveri più di 800.000 in Italia
La lentezza dei giudizi di divorzio sotto la lente della Corte Europea di Strasburgo. Il problema delle finte consensuali 



Sempre meno matrimoni, sempre più separazioni. Sono oltre 170mila ogni anno le persone che, in Italia, vivono la separazione. E ogni anno circa centomila bambini e ragazzi minori vedono i genitori allontanarsi l’uno dall’altro. Ogni anno le separazioni aumentano al ritmo del 2-3%. A prendere la decisione di separarsi sono più frequentemente le donne, mentre gli uomini paiono in molti casi “subire” la volontà del coniuge (o della compagna) sia perché la donna oggi ha maggiore autonomia economica, sia perché consapevole che in sede di giudizio essa sarà più tutelata. A prendere la decisione di separarsi sono più frequentemente le donne, mentre gli uomini paiono in molti casi “subire” la volontà del coniuge (o della compagna).
L’aspetto economico. Il più controverso aspetto economico della separazione è quello del “tenore di vita precedente” che serve per quantificare gli assegni per coniuge e figli. La separazione, di per sé, comporta un impoverimento di entrambi i partner. Le ormai numerose associazioni di padri separati, però, pongono l’accento sulla situazione
particolarmente critica dell’uomo, che dovrà cercarsi un’altra abitazione da ammobiliare, versare un assegno per figli e frequentemente per l’ex moglie, sostenere le spese per gli spostamenti che la qualità di genitore non convivente comporta. In Italia i padri separati sono circa quattro milioni e di questi 800mila rasentano la soglia della povertà.
Nell’80% dei casi, corrispondendo il mantenimento dovuto si ritrovano con poche risorse, arrivando talora a dover accedere ai servizi di assistenza e di carità per sopravvivere.
Tempi lunghi per i separandi. La giustizia italiana, si sa, ha tempi molto lunghi e il diritto di famiglia non fa eccezione. Questa cronica lentezza è motivo di frequenti sanzioni da parte della Corte europea di Strasburgo, che ha fissato in due anni e sei mesi il tempo massimo entro il quale deve essere pronunciata la sentenza di primo grado. L’Italia è stata per il quinto anno consecutivo il Paese con il maggior numero di sentenze della Corte europea per i diritti dell’uomo rimaste inapplicate, nella maggior parte dei casi per la lentezza della giustizia: 2.522 su 10.689. Questo aspetto costituisce un’altra nota dolente nella separazione fra partner, motivo di particolare amarezza quando vi siano figli minori. Qualunque dissidio che si rifletta sui figli, andrebbe risolto in tempi rapidi. Perché rapidi sono i tempi che scandiscono l’evoluzione di un bambino, di un adolescente.
Consensuali vere e false. La percentuale di separazioni consensuali nel 2010 è stata dell’85,5%, quella delle separazioni giudiziali del 14,5%. Questo potrebbe indurre qualcuno a pensare che la presunta conflittualità nel momento della separazione non esista. In realtà queste cifre sono vere, naturalmente, ma non rispecchiano la realtà. Il fatto è che la separazione consensuale richiede molto meno tempo (in media 150 giorni contro gli 891 di una separazione giudiziale) e costa meno in termini di denaro.
Nel 2006 fu approvata una legge, la numero 54, che tendeva a cancellare la logica del genitore premiato e quello punito. Il testo, però, approvato in gran fretta sullo scorcio della legislatura, conteneva diverse criticità. Ma portava in sé anche positive innovazioni quali il concetto di “bigenitorialità” e di “interesse primario del minore”. Purtroppo la legge 54 ha visto in buona parte tradito lo spirito che aveva animato il legislatore. I giudici emettono sentenze nelle quali si usa la formula “affido condiviso”, ma la sostanza – nei modi e nei tempi dell’affidamento – è la fotocopia del vecchio affido monogenitoriale. Il genitore convivente è quasi sempre la madre, il padre ha regolarmente una posizione residuale e i tempi di frequentazione a lui concessi ricalcano i tempi del vecchio “diritto di visita”. Altro punto dolente della legge 54 è quello relativo alla assegnazione della casa coniugale.
Le conseguenze della separazione. Come possono un padre e una madre proclamare di amare i loro figli mentre li “usano” senza alcuna pietà per averne l’affidamento e li utilizzano come strumenti di offesa contro l’altro? Sugli effetti che la separazione dei genitori produce sui minori esiste un’ampia letteratura che ne evidenzia i danni. Danni probabili o addirittura certi per quella scuola di pensiero secondo la quale nessun bambino ne esce indenne. Tuttavia, esiste anche una letteratura, più recente, che minimizza gli effetti della separazione, ipotizzando conseguenze non gravi e per di più temporanee. Tutti gli studi, comunque, concordano su un fatto: i danni sono tanto più seri quanto più la separazione è conflittuale. Fra i tanti comportamenti deprecabili che la separazione spesso induce fra i genitori, molto grave è quella posta in essere da alcune madri senza scrupoli nei confronti dell’ex partner: l’accusa di abuso sessuale nei confronti di un figlio o di una figlia. Il fenomeno delle false denunce di abusi sessuali in occasione della separazione appare in drammatica espansione (secondo l’Ami, Associazione Matrimonialisti Italiani, il 70% di esse «si esaurisce con provvedimenti di archiviazione, proscioglimento o assoluzione»).
Anche il fenomeno del rapimento di un figlio da parte di un genitore di nazionalità diversa da quella italiana è in costante aumento (circa 50 minori l'anno).

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