Il Marocco grazia la spia-pedofilo spagnola.
Le proteste, poi la revoca ma lui è sparito
Indulto a 48 prigionieri spagnoli dopo la visita di re Juan Carlos. Ma
nella lista c'è il protagonista di un clamoroso caso di violenze su
minori. Parte la protesta e nasce il giallo: è un ex-generale di Saddam
coperto dai servizi spagnoli, che hanno ora brigato per il rilascio.
L'indulto viene revocato ma solo dopo la scarcerazione
MADRID - Con tutti i guai che il re di Spagna e il
presidente del governo hanno già, il nuovo pasticcio seguito all'indulto
concesso dal sovrano del Marocco, Mohammed VI, ad un pedofilo spagnolo
non ci voleva proprio. Indulto concesso e poi revocato in seguito alle
proteste di piazza. Col piccolo particolare che l'uomo martedì è stato
liberato e sarebbe già tornato in Spagna. E chissà dove si è nascosto.
L'imbarazzante
vicenda inizia tre settimane fa con la visita di re Juan Carlos a
Rabat. Come da protocollo la Casa reale di Madrid invita quella del
Marocco ad un gesto di indulgenza, salutato con favore dai giornali
iberici, verso i condannati di nazionalità spagnola che espiano la pena
nelle carceri del paese maghrebino. Detto e fatto. Il 30 luglio, in
occasione della festa della monarchia, Mohammed VI firma la grazia per
un gruppo di 48 spagnoli, nella maggior parte dei casi in carcere per
traffico di droga.
Ma c'è un problema: fra i graziati, a
sorpresa, c'è anche Daniel Galvan Viña, uno spagnolo di 64 anni
condannato a trent'anni di carcere nel 2011 per pedofilia. Un processo
famosissimo in Marocco nel corso del quale alcuni ragazzini
testimoniarono di aver subito violenze sessuali nella casa di Rabat del
curioso signore spagnolo che si presentava come insegnante in pensione
ma parlava benissimo l'arabo, insieme all'inglese e al francese.
Bambini, dai tre ai quindici anni. Appresa la notizia della grazia a
Rabat, sotto il palazzo reale, a Casablanca e a Tangeri ci sono
manifestazioni di protesta che si concludono con scontri con la polizia e
decine di feriti. Nell'imbarazzo generale l'ufficio stampa del sovrano
marocchino rende noto che Mohammed non sapeva di graziare un pedofilo e
accusa Madrid di averlo infilato nella lista della richiesta di indulti.
Il ministero degli Esteri di Madrid si difende sostenendo di non aver
mai presentato "nessuna lista". Ma con il passare delle ore l'intrigo
si dirada e il "giallo" inizia a chiarirsi con conseguenze che
potrebbero mettere di nuovo in grave difficoltà sia la Corona che il
governo in Spagna.
Dunque. Daniel Galvan Viña non è un
professore in pensione dell'Università di Murcia (dove avrebbe insegnato
oceanografia). Quest'ultima infatti è una identità falsa che gli hanno
ricostruito al Cni, (Centro Nacional de Inteligencia), i servizi segreti
spagnoli. Perché? L'uomo è in realtà un ex generale dell'esercito di
Saddam Hussein che collaborò con gli occidentali nell'ultima guerra
irachena, quando l'allora presidente del governo, José Maria Aznar,
accettò la proposta di Bush junior e spedì le truppe sul fronte
iracheno. Ed oggi la sua liberazione sarebbe l'ennesimo favore che
l'intelligence spagnola gli fa per i servigi ricevuti durante la guerra
contro Saddam. Fonti marocchine, infatti, affermano che il rilascio
dello 007 pedofilo è frutto di un accordo fra il Dged, i servizi
marocchini, e quelli spagnoli. Un "ignobile accordo", protestano tutte
le organizzazioni antipedofilia in Spagna come in Marocco.
Dopo
queste pressione il re del Marocco decide di revocare la grazia,
annuncia un comunicato del palazzo reale diffuso dall'agenzia ufficale
Map, nel quale si sottolinea che il sovrano non era a conoscenza dei
crimini di cui si era macchiato l'uomo quando ha firmato il decreto di
grazia. Il problema è che dell'uomo nel frattempo dell'uomo si sono
perse le tracce. Appena scarcerato quattro giorni fa dalla prigione di
Kenitra, a nord di Rabat, si è recato al consolato spagnolo dove ha
rinnovato in poche ore il suo passaporto e, via Ceuta, è tornato in
Spagna.
Ma la storia è appena cominciata: com'è possibile che i
servizi di intelligence di due paesi si accordino senza informare almeno
i loro rispettivi referenti istituzionali e politici? La grazia all'ex
generale iracheno pedofilo farà cadere teste, fin dove si vedrà. A
Madrid l'opposizione già prepara la nuova battaglia contro Rajoy in
Parlamento: "Devono dirci tutta la verità e punire i responsabili". E
nel frattempo il re del Marocco ha aperto una inchiesta e al più presto
il ministero della Giustizia, si legge in un passaggio del comunicato,
discuterà con Madrid "i prossimi passi" da compiere.
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