19 marzo 2013

ULTIMI PENSIERI DI UN DROGATO MAI PIU DROGA

ULTIMI PENSIERI DI UN DROGATO.. 


Ancora wiscky in questo bicchiere che ho svuotato già tre volte in pochi minuti. L’alcol stasera è un amico invisibile che mi sostiene in questa casa vuota e silenziosa. Mi alzo arrivando vicino al mobile della cucina. E’ li nel secondo cassetto che nascondo la mia roba,dentro i tovaglioli di stoffa,utilizzati solo per qualche festa natalizia. Prendo l’erba e mi rimetto a sedere. Un altro bicchiere non è male,il wiscky mi riscalda il petto e mi da la sensazione di un fuoco acceso dentro. Caccio dal pacchetto delle Marlboro una sigaretta,la apro e riverso tutto il tabacco sul tavolo,lo mischio all’erba comprata nel pomeriggio da quello che è il mio pusher di fiducia. 

 Nel rullare questa canna il mio sguardo è assente e discontinuo,l’alcol ha iniziato a fare il suo effetto. Allampo la mia fonte di sballo,e il fuoco dell’accendino mi sembra ingrandito,quasi un incendio. Aspiro e mando giù,è ottima roba,il sapore è buono e la gola pizzica,caccio fuori e osservo il fumo mentre si spande e immette il suo aroma in questa stanza.
Quando ero ragazzo odiavo queste cose. I miei amici erano tutti dei fatti esagerati e li disprezzavo per questo. Ogni volta,il sabato sera,ero l’autista designato per questa mandria di drogati ubriaconi che non avevano neanche la forza di guidare per tornare a casa. Perché non provi,non ti farà niente un tiro dicevano loro No grazie sono contrario . Ero deriso a volte,quando loro nel delirio mi prendevano in giro,dicendomi che non sapevo cosa mi stavo perdendo,ma io ero felice di non seguire la massa,di essere me stesso. Poi arrivò Lei,Paola,e mi innamorai come una pera cotta. Alta,bionda,occhi azzurri.. In una parola: Perfetta. Entrò nel nostro gruppo soprattutto perché procurava tanta di quell’erba che poteva essere considerata una pusher. Una sera mi disse di provare,che non c’era niente di male,e così feci i miei primi tiri di canna. Cinque minuti dopo ero già collassato.. Ma non mi scoraggiai,ero deciso a conquistare quella ragazza e il mezzo era quella droga leggera. I sabati che seguirono andarono meglio per me,iniziai a capire lo sballo dei miei amici a vedere ciò che loro vedevano,a sentire ciò che loro sentivano. Fu in quel periodo che iniziai a bere,sempre seguendo la mia comitiva. Le sere alternavo,a volte droga,a volte alcol,altre sere invece mischiavo tutte e due:Ora ero io che dovevo essere riaccompagnato a casa con la macchina non avendo la forza di guidare.
All’ora ero un diciottenne timido,che difficilmente riusciva ad approcciarsi all’altro sesso,poi però mi accorsi che con un po’ di vodka e una canna i miei freni inibitori partivano e diventavo il ragazzo più sfacciato che potesse esserci. Fu così che confessai il mio amore a Paola,con la testa leggera e gli occhi persi nel vuoto. Era seduta sulla panchina del parco,aveva fumato e bevuto più degli altri quella sera ed io mi sono seduto accanto a lei. Iniziai a parlare della sua bellezza,di quanto mi eccitava a volte,dissi che ero pazzo di lei e che l’avrei voluta come fidanzata;per tutto il tempo tenne la testa bassa,sembrava non ascoltarmi: Ti amo le dissi d’improvviso,non rispose,allora gridai più forte Ti amo per paura che non avesse sentito…Si girò,mi guardo negli occhi,gonfiò le guance ed iniziò a vomitare anche l’anima ai miei piedi,io le tenni la fronte e poi svenne fra le mie braccia. 

 
Mi ofrii io di riaccompagnarla a casa,era la scusa per rimanere soli. Ricordo ancora come aveva la testa appoggiata al finestrino mentre respirava profondamente,credevo che dormisse,ed invece sorprendendomi mi disse: Veramente ti sei innamorato di me?. L’effetto della droga era svanito e Paola iniziò a riprendersi. Ci fermammo ad una piazzola di sosta a parlare. Dio quanto parlammo quella sera,riuscii finalmente a capire che non avevo bisogno di una spinta per aprirmi. Le dissi tutto e Lei meravigliosa mi osservava e sorrideva ogni qual volta mi usciva un Sei bellissima,mi sono innamorato di te,vorrei fare l’amore…E lo facemmo,lì in macchina,su quella piazzola con solo qualche auto che passava. Se ripenso a quel momento posso definirlo il più bello della mia vita.
Mi diedi una calmata quando mi misi insieme a Paola,come fece lei. Ogni tanto la canna o la bevuta con gli amici ci scappava,ma non era più come prima. Mi sentivo rinato,pronto finalmente ad affrontare qualcosa di nuovo ed entusiasmante,il mio primo amore.
Ma cos’è la felicità? E’ un attimo,forse qualche giorno,e poi? Poi accadde,quella sera non l’ho mai dimenticata,notti intere costellate da incubi che mi hanno perseguitato per anni.
.Era la festa di Carlo,uno dei miei migliori amici. Come regalo gli facemmo una torta con sorpresa. Diciotto canne collegate da un sistema di tubi che finivano in un boccaglio da cui poter aspirare.
Ci massacrammo tra alcol,fumo ed erba,e come al solito Paola fu quella che si fece più di tutti.
Andai vicino al collasso,ma infine dovetti riprendermi a forza per accompagnare la mia fidanzata a casa.
Velocità alta,un semaforo non visto,macchina che mi prende in pieno di lato. La mia panda volò in aria,poi il buio. Quando mi ripresi mi trovavo a terra dolorante,ma tuttavia salvo,ero stato sbalzato fuori dal veicolo. Paola invece era ancora lì dentro,cercavano di tirarla fuori ma quando ci riuscirono era troppo tardi. La faccio del soccorritore che faceva quel no con la testa mi fece avere un brivido lungo la schiena,sentii in un attimo tutti i muscoli bloccarsi,poi svenni.
Al suo funerale rimasi dietro in disparte,le scrissi solo una lettera che appoggiai su quella bara bianca. Sono riuscito a cavarmela per le conoscenze che aveva allora la mia famiglia;non si poteva venire a sapere che il figlio di un importante medico aveva procurato la morte di una ragazza perché drogato e ubriaco. Dopo qualche giorno andai da mio padre per chiedergli di cacciarmi dal giro,non mi volle ascoltare. Fu l’unica volta che chiesi qualcosa a lui,non l’avevo mai fatto,non avrei più provato… 
FINE PRIMA PARTE

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