30 gennaio 2013

DONNA DA FUOCO ALL' AMANTE CHE LA PICCHIAVA




Donna dà fuoco all’amante che la picchiava, stuprava ed umiliava davanti ai figli 

La cronaca segnala l’ennesimo omicidio che ha posto fine a ripetuti e frequenti episodi di stalking perpetrati da un uomo nei confronti della sua compagna. Solo che questa volta la “questione” si è conclusa in modo diverso dal solito ed a soccombere è stato l’uomo, non la vittima delle sue violenze. La cronaca è semplicemente raccapricciante: “Non solo le frustate e il corpo della donna cosparso di benzina minacciandola di darle fuoco. Ma anche violenza brutale e abusi sessuali dinanzi ai figli. Una storia che diveniva ogni giorno sempre più drammatica ed i particolari che filtrano dallo stretto riserbo degli investigatori sono giorno dopo giorno più inquietanti. Dora Buongiorno, 43 anni, contadina di Carovigno, secondo l’accusa, ha ammazzato il suo amante Damiano De Fazio, 51 anni, nativo di Francavilla Fontana, residente a Brindisi, perché non ce la faceva più a sopportare botte, vessazioni ed umiliazioni. La donna era continuamente tormentata dal suo amante che si rifiutava di lasciarla come le chiedeva la compagna, peraltro lasciata in balìa del suo persecutore nonostante lo avesse ripetutamente denunciato. Alla fine, non potendone più, per liberarsi lo ha ucciso ed è finita in carcere. Il fatto è accaduto nel brindisino circa un mese fa. I due avevano intrecciato da quindici anni una relazione, ma adesso la situazione stava precipitando. L’uomo, sposato da 30 anni con 5 figli; la donna, anche lei reduce da un matrimonio fallito con una figlia 18enne in affidamento. Poi un settimo figlio frutto della loro unione, tutti a lavorare in masseria. Lo scorso 26 dicembre, quasi a mezzanotte, approfittando dello stato di semincoscienza dell’amante stalker, la donna ha fatto a lui quello che tante volte lui aveva tentato di fare a lei: lo ha cosparso di benzina e gli ha dato fuoco. E’ morto senza riprendere conoscenza un paio di giorni dopo. Da allora la donna è rinchiusa in carcere.
Ci sembra importante segnalare questo episodio di stalking conclusosi in modo così drammatico e violento, come tanti altri del resto proposti da una cronaca pressoché quotidiana, sia per l’epilogo “inusuale”, perché questa volta l’uomo è stato “anticipato” dalla donna, sia perché ancora una volta si dimostra qualcosa che non riusciamo ad accettare, cioè che non ci sia altro modo di sottrarsi allo stalking se non facendosi ammazzare o ammazzando lo stalker. Le leggi ci sono, possibile che la vita delle persone non meriti la dovuta attenzione da parte di magistrati e forze dell’ordine per porre fine a questa piaga insopportabile? Possibile che quando si denunciano gli stalkers poi non succeda loro (quasi) mai niente?  In tutto questo le Forze dell’Ordine fanno quello che possono, ma spesso hanno le mani legate da una magistratura che interpreta la legge in modo oltremodo tollerante e permissivo. Troppi stalker sono lasciati a piede libero liberi di continuare a perseguitare le loro vittime, per troppi casi di stalking l’unica soluzione apparentemente praticabile è l’omicidio. L’allarme e l’impatto sulla società sono catastrofici. Lungi da noi l’idea di voler giustificare la donna assassina, resta però che se a Brindisi i due fossero stati “separati”, adesso non ci sarebbero 7 orfani, un morto ed una donna che ha dovuto optare per una soluzione tragica per sottrarsi a violenze ed a pratiche umilianti davanti ai figli: la morte per l’amante, il carcere per lei. Fino a quando magistrati che tanto tempo trovano per le loro farneticanti esternazioni sui media dedicheranno un po’ della loro attenzione a questo problema, applicando le leggi secondo giudizio e giustizia, per porre fine a questa carneficina? Anche perché il sospetto che si applichino i classici due pesi e due misure sono legittimi e fondati. Lo scorso 10 dicembre, è stata arrestata e tradotta in carcere la stalker che da anni perseguitava il noto dj e presentatore Francesco Facchinetti. Nel disporne l’arresto la procura di Como ha così motivato il provvedimento restrittivo :”(omissis) alla donna è stato notificato il reato di stalking, introdotto nell’ordinamento italiano da appena tre anni, perché con condotte reiterate ed in particolare con l’invio di innumerevoli missive dal contenuto molesto e volgare molestava Francesco Facchinetti in modo da cagionargli un perdurante grave stato d’ansia”. La domanda è: ma perché non fanno sempre così? Oppure questo vale solo se i perseguitati sono i vip o gli stalkers delle donne? La donna stalker sta in galera per aver cagionato uno “stato d’ansia”, poi stalker uomini vengono lasciati in circolazione pure quando all’ansia si sostituiscono il terrore, le violenze fisiche e psichiche, gli stupri sino ad arrivare a consentire ai persecutore di sopprimere le loro vittime. Possibile che mai a nessuno nella torre d’avorio in cui si arroccano i magistrati venga in mente che in tutto questo ci sia qualcosa che non fila?

                                                                                    

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