UNIAMOCI TUTTI PER SOSTENERE QUESTA ASSOCIAZIONE A CONTINUARE IL PROPRIO OPERATO NEI CONFRONTI DEI BAMBINI MALATI DI CANCRO
"La Regione sfratta la Casa di Peter Pan
l'onlus che assiste i bambini malati di cancro"
La denuncia dell'associazione, che dal Duemila ad oggi ha assistito 600 famiglie di piccoli in cura a Roma: "L'ente regionale di assistenza all'infanzia ci ha dato dieci giorni per liberare l'edificio. Ma noi non molleremo finché non verranno le ambulanze a prelevare i nostri piccoli ricoverati"

"La Regione Lazio sfratta i bambini di Peter Pan onlus e le loro famiglie". E' la denuncia dell'associazione nata a Roma nel 1994 per volontà di un gruppo di genitori e parenti di bambini malati di cancro, per mettere a disposizione di chi è stato appena colpito dalla malattia il supporto necessario ad affrontare, sia logisticamente che psicologicamente, il lungo iter delle terapie.
Primo esempio dei servizi offerti da Peter Pan onlus, le 'case' dotate di spazi privati e aree comunitarie, che ospitano gratuitamente le famiglie e i bambini italiani e stranieri malati di cancro costretti a trasferirsi a Roma per ricevere cure adeguate presso i reparti onco-ematologici dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù e del Policlinico Umberto I. Dal 2000 a oggi sono circa 600 le famiglie di bambini in cura a Roma, ma non residenti nella Capitale, accolte da Peter Pan onlus nelle sue strutture. Famiglie non solo italiane, ma provenienti in circa il 20 per cento dei casi da diversi Paesi del mondo, come Venezuela, Albania, Grecia, Romania, Ucraina, Iraq, Libia, Togo, Palestina, Madagascar.
Ora, però "la Regione Lazio, attraverso il suo ente Irai per l'assistenza all'infanzia - fa sapere una nota di Peter Pan onlus - ha deciso di sfrattare i bambini oncoematologici di Peter Pan dalla loro 'Casa' di Roma dando 10 giorni per liberare l'edificio. Peter Pan ha sempre pagato gli affitti all'ente regionale e non ha mai ricevuto alcun finanziamento da parte di enti pubblici". Non si tratta, dunque, fanno sapere dall'associazione, di un caso di morosità. Bensì "di una richiesta informale - dice Gian Paolo Montini, direttore dell'associazione - di adeguare il canone di affitto alle quotazioni commerciali della zona. All'inizio pagavano 3.000 euro, poi dall'anno scorso 6.000, ora ci chiedono di pagarne fra i 20 e i 30 mila euro".
"L'edificio dove sorge la nostra Casa - spiega ancora Montini - per statuto e accatastamento non potrà essere destinato ad altri generi di attività: non sarà possibile trasformarlo, per dire, in un hotel. Dunque l'Irai, che fra l'altro è uno dei pochi enti in attivo, potrebbe metterci degli uffici, oppure creare una struttura comunque dedicata ai bambini, come un asilo. Una cosa assurda, dunque, che si voglia sfrattare la nostra casa, dove si effettuano attività coerenti con la mission dell'Irai stesso".
"La decisione comunque non dipende dall'Irai - specifica Montini - ma dalla Giunta regionale. E' una scelta politica, culminata in un atto burocratico, quello dello sfratto. Ma noi non ci arrendiamo.
Finché non arriveranno le ambulanze per portare via i nostri piccoli pazienti non molleremo. Anche le famiglie ospiti, attualmente 12, sono sul piede di guerra". Per illustrare la situazione è prevista una conferenza stampa domani alle 12 presso la Casa di Peter Pan, in via San Francesco di Sales, 16.
(07 febbraio 2013) - Fonte La Repubblica Roma
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