01 marzo 2013

VIDEO: FERMIAMO LA VIOLENZA SUI MINORI


Purtroppo aumentano i casi di cronaca relativi a violenze su bambini. Come spieghi il dilagare di questo fenomeno inquietante?

 

 

 


I valori cui ci ha abituato la nostra cultura sono quelli del rispetto del più debole, quindi, per esempio, dell’anziano, della donna e del bambino. Tuttavia nelle pieghe di una società spessa ignara di se stessa, dove cioè può consumarsi una tragedia a fianco a casa tua e tu magari neanche te ne accorgi, accadono fatti orribili. La violenza di un genitore frustrato, per esempio, che si scarica tutta sul figlio impotente. Oppure certi bambini fotografati e violentati, bambini sedotti e sfruttati per scopi economici. Insomma, la violenza sui minori e sui più deboli c’è ed ha mille sfaccettature. Certo non sempre è possibile conoscere i casi di violenza sui minori, perché raramente essi sono denunciati. Ciò accade per vari motivi: la giovinezza, l'inesperienza, spesso la vergogna della vittima stessa, l’imposizione della famiglia, l'ignoranza, la paura.  Il fine della nostra iniziativa è quello di offrire un mezzo con il quale i più giovani ed i più deboli possono cercare aiuto e trovare, effettivamente, una protezione per superare momenti critici o difficili. Lo spettro dell’intervento di queste associazioni è molto ampio: non riguarda solo i casi di violenza fisica, ma anche le difficoltà che sorgono da problemi familiari. Pensiamo per esempio alla mancanza di mezzi di sostentamento, della casa, del posto di lavoro, dei soldi per procurarsi medicine o per andare a scuola. Questi sono problemi che causano un grandissimo disagio nel giovane. Talvolta le situazioni drammatiche che si verificano trovano una ragione di essere anche in queste cause di disagio. Vale la pena, in questi casi, di rimuovere le cause che hanno portato a queste situazioni. In ogni caso, è assurdo che bambini, che qui in Italia frequentano le scuole elementari, in altri paesi siano impiegati in lavori che non permettono loro di dedicarsi all’educazione, alla formazione e al gioco, cioè a quelle che devono essere le attività caratteristiche della loro età. Quello che un bambino può fare dovrebbe dipendere dalla sua età, e non dalla nazione in cui si trova a vivere.
Paolo Colleoni, Marinaio e lo Staff

 

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