30 maggio 2013

AL VIA LA CAMPAGNGNA CONTRO L'ABBANDONO E L'INFANTICIDIO

Al via la Campagna contro l’abbandono e l’infanticidio 

Si è svolta, presso il Circolo Canottieri Aniene, la conferenza stampa per la presentazione della Campagna d'Informazione "Il cassonetto non è una culla" 
Le Associazioni Salvamamme/Salvabebè e Happy family Onlus hanno promosso e presentato la Campagna d’informazione e divulgazione sulla possibilità di partorire in anonimato in ospedale, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), l’ATAC, il CONI, la Y&R.
Non si butta così una vita”: questo il titolo della Campagna che sarà veicolata nella Capitale da tutti gli autobus di Roma, migliaia di passeggini e carrozzine, i motociclisti delle Associazioni delle Forze dell’Ordine e circa 700 taxi.
“Abbiamo già predisposto - dichiara la dott.ssa Gabriella Sisti, Pres. di ANCI Donna Lazio - un fac-simile di delibera di Giunta, affinché tutti i Comuni della Regione possano contribuire a divulgare questo importante messaggio, e affinché le mamme trovino un punto di riferimento prima di ricorrere all’odioso e disperato gesto di gettare il proprio bambino nel water, come è successo purtroppo in questi ultimi giorni. Noi speriamo che non si ripeta più!”
La dott.ssa Maria Grazia Passeri, fondatrice e Presidente di Salvamamme/Salvabebè ci conferma che “c’è una grande recrudescenza di neonati rinvenuti per strada, purtroppo anche morti. Quest’anno siamo già a nove casi e sono passati solo cinque mesi dall’inizio dell’anno. Rilanciamo quindi il numero verde dell’Umberto I, che ha salvato tante piccole vite in questi anni”.
Intervenuto all’evento anche il dott. Gianfranco Nirdaci, Pres. di Happy Family Onlus, associazione presente  con iniziative di solidarietà anche all’interno dell’Umberto I, in cui ha contribuito ad allestire diverse ludoteche per pazienti più piccoli. “Il momento della nascita di un bambino - commenta Nirdaci  -rappresenta il proseguimento della vita di tutti noi, rappresenta la famiglia. Ci siamo impegnati a sostegno di quel colosso che è Salvamamme e Salvabebè  perché vogliamo alzare il livello dell’attenzione su un problema sociale gravissimo, che pensiamo coinvolga tutti”.
Proprio su questo punto, la dott.ssa Passeri interviene ancora, parlando della necessità di una “vaccinazione collettiva”, perché il concetto di poter svolgere il parto in totale anonimato, presso tutte le aziende ospedaliere, deve penetrare a tutti i livelli della società. “Se c’è soltanto un problema di povertà  - aggiunge - una mano noi la diamo, e se si tratta di partorire in anonimato, si capisca che è assolutamente possibile per chiunque”.
Il numero verde Salvabebè 800.28.31.10, istituito presso il Reparto di Patologia Neonatale del Dipartimento di Pediatria dell’Umberto I, risponde a diverse chiamate d’aiuto. Il Maurizio Gente, Responsabile del Servizio di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN) , ci spiega che si tratta di un numero operativo 24 ore su 24, con personale e attrezzature dedicate specificatamente per la rianimazione neonatale.
“Noi rispondiamo da dieci anni - ci racconta il dott. Gente - cerchiamo di dare tutto il conforto possibile alle mamme e lavoriamo soprattutto per prevenire l’infanticidio e l’abbandono. Salvare un bimbo rinvenuto a seguito di una segnalazione è uno dei nostri compiti fondamentale ma la prevenzione è ciò su cui noi puntiamo maggiormente”.
In qualità di Responsabile Scientifico di Salvabebè/Salvamamme, la prof.ssa Rosanna Cerbo ci spiega che “in dieci anni di attività il numero Salvabebè dell’Umberto I è stato fondamentale per moltissime mamme che  abbiamo potuto aiutare ad aiutare se stesse e il proprio bambino”.

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