James Bulger, il bimbo ucciso trentotto volte dall'Anticristo
Il Cristianesimo è forse la prima religione ad avere compreso in sé, connotandolo in maniera inequivoca, Satana (Il Male) come Antagonista assoluto e necessario di Dio (Il Bene). Lo fa nascere come Angelo caduto, Lucifero, che da “portatore di luce”, ossia emanazione del Bene, in seguito alla caduta diviene Signore del Male,
perdendo ogni minima connotazione benigna ed attestandosi in maniera
definitiva ed irreversibile nelle tenebre. Questo ha distinto il
Cristianesimo da tutti i paganesimi che l’avevano preceduto, nei quali
gli “Dei maligni” sedevano accanto a quelli benigni, a
simboleggiare quell’intreccio di bene e male, nessuno assoluto, che
meglio rispecchiava la società umana. Altre religioni monoteiste (che io
sappia) non si concentrano sul Male e sul Bene nella stessa misura,
come fa il Cristianesimo, tanto che le forme di culto di Satana è al
Cristianesimo che si contrappongono, come sembrerebbero dimostrare le
loro ritualità che, pur nelle differenze, in massima parte ricalcano la
ritualità cristiana, invertendone gesti, simboli e scopi. Dunque, dove
c’è Cristianesimo, in una qualunque delle sue espressioni confessionali,
c’è satanismo ed entrambi si fondano sulla contrapposizione netta tra Dio e Satana;
e così come Cristo è promanazione di Dio, a Satana viene associato
l’Anticristo. C’è chi ne teme la venuta, chi l’invoca, chi dice essere
già giunto fra noi.
Tra questi, molti lo identificano in Adolf Hitler o in
altri dittatori sanguinari che furono in grado di circuire folle
sterminate asservendole al Male; alcuni lo associano ad azioni
individuali di scellerati i cui delitti sono così inaccettabili alla
mente umana, da necessitare una ispirazione diabolica. Entrambe queste
posizioni, però, si scontrano con le “scienze umane” che
tendono a ridimensionare i fenomeni riconducendoli su un piano di
razionalità: la storia e la sociologia che spiegano i prodromi e i
contesti, la psicologia sociale e quella individuale che spiegano
origini e moti delle condotte (collettive o singole), la teologia che ci
ricorda come il libero arbitrio sia il più prezioso e il
più pericoloso dono che Dio abbia mai fatto all’Uomo, elevandolo in
virtù di ciò sul resto del Creato, ma lasciandolo libero di scegliere se
sprofondare nel più putrido degli abissi.
C’è però un episodio nella recente storia umana, nel quale io ritengo
che nessuna scienza possa giungere a spiegare il diabolico snodarsi
degli eventi e quanto ne conseguì. Sto esattamente dicendo ciò che
sembra: affermo che ci sono stati un giorno e un luogo, entrambi non lontani, in cui l’Anticristo ha davvero agito tra di noi. Il giorno è il 12 Febbraio 1993 e il luogo è Liverpool
(GB). Quel giorno e in quel luogo, il Male lanciò la sua sfida al Bene e
gli Angeli di Dio persero la battaglia. Mi rendo conto che queste
parole suonino un po’ folli, lo suonano a me che non sono propensa a
certe affermazioni, eppure la storia che sto per raccontare ha
perseguitato i miei sonni e la mia coscienza in un tale modo da esserne
rimasta sconvolta.
La fotografia che vedete in apertura dell’articolo è di quelle che lasciano il segno: sono due bambini di 10 anni, Jon Venables e Robert Thompson.
Non sono adolescenti. Sono bambini. Tutto nei loro volti imberbi e
morbidi testimonia purezza e ingenuità infantile. Ma il cartello che
reggono in mano ci dice qualcosa di diverso. Ci dice che questi bambini
di dieci anni sono stati identificati e processati come si processano “i grandi”...
e questo ci colpisce, ci fa pensare ad un abuso, ad una aberrazione
umana. Molti lo sostennero, perché questi bambini vennero arrestati e
processati – col proprio nome e cognome e tanto di foto sui giornali -
da un Tribunale per adulti. Sedettero sul banco degli imputati tra i
loro avvocati e senza genitori. Erano tanto piccoli che per far sì che
la giuria li vedesse in volto, si dovettero procurare delle sedie
rialzate su cui farli accomodare. La Corte Europea per i Diritti
dell’Uomo sentenziò che questo processo, con queste modalità per questi
imputati, non fu un “giusto processo”. La Corte sentenzia il vero, dice la Ragione; è stato un abuso, dice la coscienza adulta.
Eppure... eppure a leggere come e perché quei bambini giunsero a quel
processo, a me vacillano ragione e coscienza. Ma furono davvero
processati dei bambini?
Questi bimbi giunsero in quell’aula e in quel modo perché un altro bambino, James Bulger - poco meno di tre anni di età e due spanne in meno di altezza - il 12 Febbraio 1993
non tornò a casa dalla sua mamma. Ci tornò solo due giorni dopo, era
una domenica, in una bara in cui venne pietosamente ricomposto il suo
povero corpicino tagliato in due dalle ruote di un treno. Il medico
legale potè offrire alla madre l’unica consolazione di sapere che quando
questo scempio avvenne, il figlioletto era già di privo di vita; ma i
traumi riportati in precedenza erano talmente tanti che non potè
stabilire quali fossero state le ferite mortali.
La storia dell’Anticristo che giunse nei dintorni di Liverpool in quella
folle giornata, che immaginiamo grigia e uggiosa come solo le giornate
inglesi di febbraio sanno essere, cominciò all’interno di un centro
commerciale. In questo luogo si erano recati, dopo avere “marinato” la scuola, i “nostri” due bambini, Jon e Robert,
figli di gente normale senza grossi problemi in famiglia, giusto una
separazione in un caso e qualche ristrettezza economica nell’altro, ma
nulla che avesse procurato traumi stabili, dissero a posteriori gli
psicologi che cercavano risposte (per uno dei due poi si parlò di
violenze subite nell'infanzia). I due brigantelli annoiati, avevano
messo a segno qualche furtarello, un barattolo di vernice e alcuni
giocattoli, e s’erano intrattenuti a giocare sulle scale mobili; ma
poiché infastidivano gli avventori, la sicurezza li allontanò. Nessuno
pensò di avvisare le autorità della presenza di due bambini incustoditi,
lontani da scuola e dediti al furto (sia pure di soldatini). Così
girovagarono ancora nel centro commerciale ed incontrarono "Il Male". Esso ebbe la forma di un’idea aberrante e indefinita, inspiegabile tra tutte quelle che potrebbero venire a due bimbi nel “tempio” delle luci e dei consumi.
“Prendiamo un bambino”, disse uno dei due (a processo si accusarono a vicenda).
Qualcuno ebbe fortuna. Infatti le “antenne” degli angeli
custodi dei primi bimbi incontrati, fratello e sorella di due e quattro
anni, funzionarono a dovere e la loro mamma giunse appena in tempo per
fermare Jon e Robert. Ma anch’essa li lasciò andare, paga di avere i
propri figli con sé e forse troppo priva di malizia per domandarsi quale
assurdo pensiero potesse passare per la testa di due decenni che “vogliono portarsi via un bambino”,
nonché del senso civico che le facesse domandare se non fosse il caso
di denunciare ella, dopo l’omissione dei sorveglianti, l’impropria
solitaria presenza di due bimbi di quell'età nel centro commerciale in
orario scolastico, due bimbi a cui aveva sentito dire, quando avevano
adocchiato i suoi figli: "prendiamo uno dei due".
La donna scampata dal pericolo li lasciò andare e loro andarono. Ma senza timore alcuno restarono nel Centro Commerciale finché il Male stesso li soccorse, facendo in modo che la mamma di James Bulger entrasse in una macelleria lasciando la mano del figlioletto che, richiamato dai due, si incuriosì uscendo all'esterno del locale. Il Male indusse quindi il piccino, attirato da chissà cosa, ad avvicinarsi proprio a Jon e Robert, i quali lo presero per mano e lo condussero con loro. Le telecamere del centro commerciale ancora ci rimandano le immagini di quello scricciolo che si allontana sereno, mano nella mano, con quei due bimbi grandi, alti appena due spanne più di lui.
Non so voi, ma io già nella sequenza appena descritta vedo l’impronta
del Male: tralasciamo l’inettitudine e scempiaggine degli adulti che
(finora) non hanno esercitato il proprio dovere di custodia e denuncia,
tralasciamo (tralasciamo?) l’origine nei due bambini dell’idea
innaturale e assurda di rapire un bimbo piccolo... per farci cosa? non
lo sapevano nemmeno loro, e concentriamoci su questo: su quanto l’età
dei due anomali rapitori abbia “abbassato le difese”,
tanto della prima mamma (chè un adulto o un adolescente li avrebbe
fatti arrestare all’instante!) quanto del piccolo James (che
difficilmente si sarebbe docilmente accompagnato fiducioso ad un
estraneo “grande”). Una “mossa” diabolica, non c’è che dire.
E difatti il terzetto continuerà la sua “passeggiata” per molte ore, lungo quattro chilometri e mezzo, e tutti coloro che li incontreranno, trentotto persone in tutto (“I trentotto di Liverpool”,
come passarrono poi alla cronaca giornalistica) non faranno nulla.
D’altronde per molti, quei tre erano uno scricciolo tra due passerotti,
tutti fratelli secondo le loro parole, che se ne andavano a zonzo per la
città (sarà normale?). Ma non faranno nulla nemmeno coloro a cui i due
più grandi diranno di non conoscere il piccolino, di averlo trovato
smarrito e di avere intenzione di portarlo alla polizia (“la centrale di polizia la trovate nella tal via” fu l’utilissimo contributo della persona adulta). E non fecero nulla pur accorgendosi che il piccolo James sanguinava da sotto il cappuccio (“come stai figliolo? ma egli non mi rispose”,
disse un genio). E nemmeno faranno nulla quando i due si incammineranno
nella direzione esattamente opposta a quella della centrale di polizia
(“li richiamai per dir loro che sbagliavano direzione, ma non si voltarono”...
e allora avanti signora, al mercato a comprar carciofi!). Nemmeno
vedendo che il pulcino ferito piange e si dibatte cercando di sfuggire
alla stretta dei due (“nostro fratello fa i capricci”
si giustificheranno). Nemmeno muoveranno un dito quando James riuscirà a
liberarsi dalla morsa infernale e scaraventarsi in mezzo alla strada
evitando di un soffio l’investimento nel tentativo di salvarsi la vita
(“non ho pensato da dove provenisse ma ringraziai di non averlo investito”
disse un motociclista "Illuminato"). Nemmeno quando verrà ripreso dai
due, uno per le braccia e l’altro per i piedi per quanto si ribellava: “credevo fossero i suoi fratelli”
disse un altro genio (a Cittadella di Padova si scatenò l’Apocalisse
per un fatto del genere; ma certo c’erano degli adulti al posto di due
bambini).
Il Male fece prendere il piccolo James a Jon e Robert
e fece in modo che nessun adulto si stranisse della cosa. Volle che lo
prendessero per i piedi, volle che pensassero di affogarlo in un canale
e, alla fine, decise che dovevano lasciarlo cadere con la testa sulla
strada, così da fratturargli il cranio. Poi rese cieche, sorde e
infinitamente stupide, tutte le persone che videro il piccolo sanguinare
da sotto il cappuccio e divincolarsi disperato per liberarsi dalla sua
stretta infernale; fece in modo che non finisse pietosamente i suoi
giorni sotto le ruote di un’auto o di una moto (perché il seguito porta
perfino a concepire un tale pensiero come caritatevole), al contrario
fece anche in modo che questi bambini (bambini?) potessero disporre di
lui ancora per ore, così da poterlo percuotere con tale ferocia che il
suo corpicino straziato dal treno conservava sul volto l’impronta nitida
della suola di una scarpa. Fece in modo di farlo sopravvivere così a
lungo da poter subire ancora altre violenze: la dolorosa manipolazione
dei genitali, la vernice tossica versatagli in faccia, le batterie
cacciategli in gola. Il Male si accontentò di “lasciarlo andare”
solo dopo i moltissimi colpi di pietre e spranga che ebbero la meglio
sulla sua vita, incredibilmente e crudelmente tenace nel non
abbandonarlo prima, così da risparmiargli un po’ di dolore. Giusto le
ruote del treno che poi tranciarono il suo corpo gli risparmiò il Male!
Infatti era già morto quando Jon e Robert lo posero a cavallo dei binari
con la testa coperta da pietre per non rischiare che il macchinista,
riconoscendo in quel fagotto un bambino, arrestasse la marcia del
convoglio d'acciaio.
Questo è ciò che può il Male: può far insorgere un’idea innaturale e
criminale in due infanti privi di traumi pregressi sufficienti a
spiegarla, privi di patologie mentali... non diagnosticate né prima né
dopo i fatti. Può far subire tutto quel dolore e quello spavento ad una
creatura inerme nata da trentaquattro mesi, facendola sopravvivere tanto
a lungo da farle patire ogni colpo. Può accecare le persone ed
abbassare le difese di un’intera comunità adulta, incarnandosi in due
bambini di dieci anni che non suscitano la diffidenza di nessuno,
accecandole anche quando il sangue e le grida di una creaturina che
lotta per salvarsi la vita indurrebbe pure il più negligente degli
uomini ad intervenire.
Però non è ancora questa, se possibile, la massima espressione del Male che imperversò su Liverpool. Perché se è vero che nei panni dell’omicida non abbiamo né un adulto che perde la ragione o fa scempio del suo libero arbitrio, né un adolescente segnato da abusi e soprusi, ma due bambini che concepiscono un’idea innaturale e la concretano con una ferocia inaudita, e già questo è un segno che qualcosa di oscuro si è manifestato (ma potremmo essere ancora nel campo della follia), è altrettanto vero che ai futuri assassini non si contrappongono 38 persone frettolose che non vedono e non sentono (o che non vogliono vedere e sentire temendo guai per loro stesse), al contrario abbiamo gente che vede, che sente, che si interessa ma, inspiegabilmente, non agisce. E questo è un altro segno che qualcosa di più oscuro si è manifestato quel giorno... forse siamo ancora nel campo della psicologia individuale e di gruppo?
Se mai leggerete il resoconto dei fatti, qui la storia trattata da Wikipedia, vincendo le lacrime e vivendo passo passo le traversie di questo piccino, io credo che vi troverete nella stessa cappa putrida di angoscia e smarrimento che ha soffocato me e che va decisamente oltre la normale pietà, lasciando percepire davvero una malignità inumana. Anche se, tutto sommato, nemmeno questa cosa, forse variabile tra individui, è quella che mi fa parlare di una sfida del Male tragicamente perduta dal Bene.
Uno dei più preziosi doni che Dio fa all’Uomo è la Speranza. Il bacio di Dio lo cogli quando, nella sofferenza, la Speranza ti salva dalle tenebre della disperazione, ti accoglie nell’abbraccio del Padre e non ti fa sentir solo. Ogni volta che all’uomo togli la Speranza tu l’uccidi.
Ed è togliendo più volte la Speranza a James che Il Male ha voluto sfidare Dio, la Sua Potenza e la Sua incarnazione. Ed è questo bene che i suoi Angeli non sono riusciti a preservare, riportando la sconfitta più cocente.
Ciò che manifesta più d’ogni altra cosa la presenza dell’Anticristo a Liverpool il 12 febbraio 1993, è proprio la Speranza che per trentotto volte (trentotto!) si è offerta subdolamente a un innocente. Speranza così vicina da poter essere afferrata, perché bastava davvero un niente, speranza che per trentotto volte (trentotto!) il suo cuoricino incredulo si è visto strappare beffardamente. Chi può immaginare di sapere quale immenso dolore dovette provare quel piccolo Angelo, vittima innocente di una lotta molto più grande di tutti noi, tutte le volte che incontrando un adulto pensò d'essersi salvato dal Male? Nessuno lo salvò ed è certo che in quei 4 chilometri percorsi fra le strade di Liverpool, egli morì trentotto volte prima di essere ucciso.
E uccidere per trentotto volte la speranza di vivere di uno scricciolo di bimbo, la creatura più amata da Dio, è stata la vittoria del Male più tremenda che io conosca.
Ps. Jon e Robert sono usciti di carcere all'età di 19 anni. Le autorità hanno dato loro una nuova identità e con questa la possibilità di vivere una nuova vita.
Però non è ancora questa, se possibile, la massima espressione del Male che imperversò su Liverpool. Perché se è vero che nei panni dell’omicida non abbiamo né un adulto che perde la ragione o fa scempio del suo libero arbitrio, né un adolescente segnato da abusi e soprusi, ma due bambini che concepiscono un’idea innaturale e la concretano con una ferocia inaudita, e già questo è un segno che qualcosa di oscuro si è manifestato (ma potremmo essere ancora nel campo della follia), è altrettanto vero che ai futuri assassini non si contrappongono 38 persone frettolose che non vedono e non sentono (o che non vogliono vedere e sentire temendo guai per loro stesse), al contrario abbiamo gente che vede, che sente, che si interessa ma, inspiegabilmente, non agisce. E questo è un altro segno che qualcosa di più oscuro si è manifestato quel giorno... forse siamo ancora nel campo della psicologia individuale e di gruppo?
Se mai leggerete il resoconto dei fatti, qui la storia trattata da Wikipedia, vincendo le lacrime e vivendo passo passo le traversie di questo piccino, io credo che vi troverete nella stessa cappa putrida di angoscia e smarrimento che ha soffocato me e che va decisamente oltre la normale pietà, lasciando percepire davvero una malignità inumana. Anche se, tutto sommato, nemmeno questa cosa, forse variabile tra individui, è quella che mi fa parlare di una sfida del Male tragicamente perduta dal Bene.
Uno dei più preziosi doni che Dio fa all’Uomo è la Speranza. Il bacio di Dio lo cogli quando, nella sofferenza, la Speranza ti salva dalle tenebre della disperazione, ti accoglie nell’abbraccio del Padre e non ti fa sentir solo. Ogni volta che all’uomo togli la Speranza tu l’uccidi.
Ed è togliendo più volte la Speranza a James che Il Male ha voluto sfidare Dio, la Sua Potenza e la Sua incarnazione. Ed è questo bene che i suoi Angeli non sono riusciti a preservare, riportando la sconfitta più cocente.
Ciò che manifesta più d’ogni altra cosa la presenza dell’Anticristo a Liverpool il 12 febbraio 1993, è proprio la Speranza che per trentotto volte (trentotto!) si è offerta subdolamente a un innocente. Speranza così vicina da poter essere afferrata, perché bastava davvero un niente, speranza che per trentotto volte (trentotto!) il suo cuoricino incredulo si è visto strappare beffardamente. Chi può immaginare di sapere quale immenso dolore dovette provare quel piccolo Angelo, vittima innocente di una lotta molto più grande di tutti noi, tutte le volte che incontrando un adulto pensò d'essersi salvato dal Male? Nessuno lo salvò ed è certo che in quei 4 chilometri percorsi fra le strade di Liverpool, egli morì trentotto volte prima di essere ucciso.
E uccidere per trentotto volte la speranza di vivere di uno scricciolo di bimbo, la creatura più amata da Dio, è stata la vittoria del Male più tremenda che io conosca.
Ps. Jon e Robert sono usciti di carcere all'età di 19 anni. Le autorità hanno dato loro una nuova identità e con questa la possibilità di vivere una nuova vita.


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