25 agosto 2013

SIMULA RAPIMENTO E STUPRO X MOTIVARE IL RIENTRO A CASA


Simula rapimento e stupro per motivare ritardo rientro a casa. Ritrovata dai CC di Scafati 16enne di Boscoreale 

Una notte di tensione, un’intera cittadina, quella di Poggiomarino, in provincia di Napoli, assalita dalla paura di avere nella propria comunità una banda di stupratori. I primi commenti, anche a sfondo razziale, poi la verità: L.M., 16enne di Boscoreale, aveva inventato tutto.
Si era inventata di essere stata rapita e violentata a Poggiomarino, legata e abbandonata in una villa abbandonata di campagna, dalla quale poi sarebbe riuscita a scappare. Invece, semplicemente, aveva perso l’ultimo treno che doveva riportarla a casa e aveva messo in piedi un’assurda storia per giustificarsi. L. M. era uscita nel pomeriggio, promettendo ai genitori che sarebbe tornata in serata.
Non vedendola arrivare, la madre ed il padre, intorno alle 21, le hanno telefonato e lei ha risposto: “Sono prigioniera, non mi lasciano andare”. Poi il silenzio. Allarmati, hanno presentato una denuncia ai carabinieri di Scafati (immaginando che la ragazza fosse lì) ed hanno fatto avviare le ricerche. Intorno alla mezzanotte, è lei che si rifà viva, in evidente stato confusionale: racconta di essere stata rapita ma di essere riuscita a liberarsi e non sa dire dove si trova. La troveranno, grazie al segnale Gps, i volontari della Protezione civile Crystal e i carabinieri, nei pressi di “villa Quinto”, una residenza abbandonata da anni

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