20 agosto 2013

VERDI TEDESCHI LO SCANDALO PEDOFILIA

Verdi tedeschi, lo scandalo pedofilia 

Si pronunciarono a favore della liberalizzazione dei rapporti con i bambini? 

BERLINO - Il momento non poteva essere peggiore. A poche settimane dalle elezioni, i Grünen scoprono un brutto scheletro nell'armadio: la pedofilia. Secondo notizie che girano a spizzichi e bocconi da tempo, e divenute molto dettagliate questi giorni, i Verdi tedeschi, alla fondazione nel 1980, si pronunciarono nel loro programma per una liberalizzazione dei rapporti sessuali con i bambini.
In clima post sessantottino di rivoluzione sessuale e rifiuto di ogni convenzione borghese, i Verdi volevano una riforma degli articoli 174 e 176 del codice penale sulla pedofilia: sesso consenziente con i bambini sì, con impiego o minaccia di violenza no. Richieste in tal senso erano contenute anche nei programmi elettorali dei Verdi nel Nord-Reno-Vestfalia, Renania-Palatinato, Brema, Amburgo e Berlino, e sono sparite dalla piattaforma programmatica del partito solo con la fusione con i verdi dell'Est nel 1993. Grazie anche alle femministe e alla loro principale attivista Alice Schwarzer, icona ancora oggi del movimento in Germania.
La slavina è stata messa in moto da un articolo dello Spiegel di tre mesi fa in cui fra l'altro si citava il leader storico del maggio francese, l'eurodeputato franco-tedesco Daniel Cohn Bendit, esaltare l'erotismo dei bambini. Due le frasi incriminate citate dal suo romanzo 'Il Grande Bazar' del 1975, sulle sue esperienze di dipendente di un asilo nido a Francoforte: "Il mio flirt continuo coi bambini prese accenti erotici. Potevo davvero sentire come le bambine di cinque anni avevano già imparato ad eccitarmi" e "mi è successo diverse volte che dei bambini mi abbiano aperto la patta dei pantaloni e cominciato a carezzarmi".
Tutte fantasie letterarie, si è distanziato Cohn Bendit, assicurando di non aver mai fatto sesso con minori e condannando la pedofilia. Nè nei suoi confronti, nè contro altri Verdi, sono mai pervenute denunce per pedofilia. La polemica però monta. Dopo lo Spiegel, i Verdi sono corsi ai ripari incaricando degli esperti di indagare sul proprio passato su questo scabroso tema e aprendo loro tutti gli archivi. Il rapporto degli esperti avrebbe dovuto essere presentato nel 2014, dopo le elezioni a settembre, ma la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) ne ha anticipato venerdì un primo estratto: "Pedofilia fra i Verdi più diffusa di quanto finora ritenuto", titolava in prima pagina.
Anche fra i liberali (Fdp) si civettava con l'idea di una liberalizzazione ma non si spinsero mai a metterla nei loro programmi. Non di meno, una candidata dell'Assia al Bundestag alle legislative, Dagmar Doering, si è dimessa da poco perchè allora, attivista 19enne nell'organizzazione giovanile della Fdp, aveva sollecitato in uno scritto la depenalizzazione della pedofilia. Richiesta "totalmente inaccettabile", quella sua di 33 anni fa, ha detto ora ritirando comunque la sua candidatura.
Fino a poco fa in tema di pedofilia i Verdi hanno fatto come le tre famose scimmiette: nessuno ha visto, sentito e fatto nulla. "Ma il tempo dell'amnesia è finito", scriveva venerdì la Faz in un commento in prima. Finora i Verdi nei sondaggi non risultano puniti (stabili sul 13%) ma certo, per il partito sempre pronto a denunciare gli scandali (altrui), a ergersi in difesa delle minoranze, dei profughi, dell'ambiente, delle specie minacciate, dell'agricoltura organica e delle biciclette, lo smacco è grande: da qui al 22 settembre hanno cinque settimane per recuperare credibilità.

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