Fonte il gazzettino
Furgone sequestrato per morosità: «Lo
usavo per portare in ospedale mia figlia»
Il 36enne, padre di una bimba cerebrolesa, non ha pagato la
rata del leasing, ma da 4 anni attende il risarcimento dall'Usl
rata del leasing, ma da 4 anni attende il risarcimento dall'Usl
ROVIGO - Utilizzava il furgone aziendale
per portare la figlioletta di 4 anni - gravemente malata per un parto
mal riuscito - in giro per gli ospedali di Rovigo, Monselice e Verona
per sottoporla a delicate e indispensabili cure, ma negli ultimi tempi
non era riuscito a pagare le rate del leasing a causa della crisi
economica e per le ingentissime spese sostenute: così, in un paio di
mesi, un piccolo imprenditore è stato denunciato per appropriazione
indebita e lunedì il mezzo, un Mercedes Vito, gli è stato ritirato e
posto sotto sequestro. Il tutto mentre da anni attende giustizia e non
ha ancora visto un euro di risarcimento per quel grave episodio di
malasanità che ha costretto la moglie a lasciare il lavoro per accudire
la figlioletta cerebrolesa.
Protagonista della vicenza è Davide Gavazzeni, 36 anni, bergamasco d’origine come la moglie, per anni residente a Fiesso Umbertiano e ora a Borsea «perchè così è più agevole portare Eleonora all’ospedale», dice l’uomo, un posatore di tetti in legno che si trova al centro di una vicenda per certi versi inverosimile. «Siamo in causa da quattro anni con l’Uls 18 senza aver visto alcun risultato, mentre la Procura in poche settimane mi ha portato via il mezzo che era indispensabile per trasportare la bambina e andare al lavoro. Ora prendo l’autobus per recarmi in farmacia, ma se la piccola sta male, come la porto all’ospedale?».
Tutto accade dal 3 dicembre 2008. Quel giorno la signora Gavazzeni, 32enne, diabetica, è all’ospedale cittadino per partorire al termine della gravidanza. «La signora doveva fare il taglio cesareo che era già programmato - afferma l’avvocato Mario Cicchetti di Rieti che assiste la coppia -. Invece i medici prima di praticarlo attesero che il travaglio si protraesse per ben dieci ore». Così Eleonora nasce affetta da tetraparesi spastica e ipovedente e inizia il calvario per la bambina e i genitori che denunciano tutto ai carabinieri di Fiesso Umbertiano i quali iniziano a investigare coordinati dal sostituto procuratore Stefano Longhi.
Finiscono indagate 12 persone, tra medici, ostetriche e infermiere del reparto del Santa Maria della Misericordia. Ma secondo il perito della Procura, la bolognese Elke Otto, le scelte dei sanitari furono “condivisibili” e non furono eseguite manovre sbagliate tali da compromettere il nascituro. Così a fine 2010 Longhi chiede l’archiviazione. La famiglia si oppone. «Ci troviamo in questa situazione – disse la madre sconsolata – per colpa dei medici». Nel marzo 2011 il gip Carlo Negri respinge l’archiviazione e chiede al Pm approfondimenti che si concretizzano in una nuova consulenza effettuata da tre professori universitari. Le conclusioni sono opposte. Così, nei giorni scorsi il sostituto Longhi conclude l’indagine: restano indagate per lesioni personali gravissime colpose le ginecologhe Dina Paola Cisotto e Cristina Dibello per le quali a breve verrà disposto la citazione diretta a giudizio, mentre si profila l’archiviazione per le altre dieci persone.
Ma la famiglia Gavazzeni tarda a vedere giustizia. «Nonostante un cinquantina di lettere inviate l’Ulss 19 non ha mai fatto una proposta di risarcimento o di anticipo delle spese sostenute, idem le assicurazioni nonostante siano evidente cause e responsabilità anche dopo una perizia sulla bimba effettuata Trieste - afferma l’avv. Cicchetti -, mentre la Regione, a differenza di molte altre, nega i soldi per far sottoporre Eleonora a cure specialistiche negli Usa, a Miami. Cure efficaci se effettuate entro i 5-6 anni di vita. Eppoi, la legge è garantista con gli indagati e non con le persone offese ai quali non risponde, il sistema sanitario non fa la sua parte».
Ed ora il sequestro disposto dal sostituto procuratore Fabrizio Suriano nella causa in cui è difeso dall’avv. Anna Osti di Rovigo. «Una cosa assurda - dice Davide Gavazzeni -. Non abbiamo assistenza a domicilio e ora non ho il mezzo per trasportare la bambina. Ci aiutano solo gli avvocati Mario Cicchetti e Anna Osti, l’Unione ciechi e il Comune per il pullmino che però paghiamo. Ma Eleonora ha bisogno ai apparecchiature particolari e servono tanti soldi. Speriamo che la Giustizia faccia rapidamente la sua parte, così come l’Ulss e l’assicurazione».
La Radio Protagonista della vicenza è Davide Gavazzeni, 36 anni, bergamasco d’origine come la moglie, per anni residente a Fiesso Umbertiano e ora a Borsea «perchè così è più agevole portare Eleonora all’ospedale», dice l’uomo, un posatore di tetti in legno che si trova al centro di una vicenda per certi versi inverosimile. «Siamo in causa da quattro anni con l’Uls 18 senza aver visto alcun risultato, mentre la Procura in poche settimane mi ha portato via il mezzo che era indispensabile per trasportare la bambina e andare al lavoro. Ora prendo l’autobus per recarmi in farmacia, ma se la piccola sta male, come la porto all’ospedale?».
Tutto accade dal 3 dicembre 2008. Quel giorno la signora Gavazzeni, 32enne, diabetica, è all’ospedale cittadino per partorire al termine della gravidanza. «La signora doveva fare il taglio cesareo che era già programmato - afferma l’avvocato Mario Cicchetti di Rieti che assiste la coppia -. Invece i medici prima di praticarlo attesero che il travaglio si protraesse per ben dieci ore». Così Eleonora nasce affetta da tetraparesi spastica e ipovedente e inizia il calvario per la bambina e i genitori che denunciano tutto ai carabinieri di Fiesso Umbertiano i quali iniziano a investigare coordinati dal sostituto procuratore Stefano Longhi.
Finiscono indagate 12 persone, tra medici, ostetriche e infermiere del reparto del Santa Maria della Misericordia. Ma secondo il perito della Procura, la bolognese Elke Otto, le scelte dei sanitari furono “condivisibili” e non furono eseguite manovre sbagliate tali da compromettere il nascituro. Così a fine 2010 Longhi chiede l’archiviazione. La famiglia si oppone. «Ci troviamo in questa situazione – disse la madre sconsolata – per colpa dei medici». Nel marzo 2011 il gip Carlo Negri respinge l’archiviazione e chiede al Pm approfondimenti che si concretizzano in una nuova consulenza effettuata da tre professori universitari. Le conclusioni sono opposte. Così, nei giorni scorsi il sostituto Longhi conclude l’indagine: restano indagate per lesioni personali gravissime colpose le ginecologhe Dina Paola Cisotto e Cristina Dibello per le quali a breve verrà disposto la citazione diretta a giudizio, mentre si profila l’archiviazione per le altre dieci persone.
Ma la famiglia Gavazzeni tarda a vedere giustizia. «Nonostante un cinquantina di lettere inviate l’Ulss 19 non ha mai fatto una proposta di risarcimento o di anticipo delle spese sostenute, idem le assicurazioni nonostante siano evidente cause e responsabilità anche dopo una perizia sulla bimba effettuata Trieste - afferma l’avv. Cicchetti -, mentre la Regione, a differenza di molte altre, nega i soldi per far sottoporre Eleonora a cure specialistiche negli Usa, a Miami. Cure efficaci se effettuate entro i 5-6 anni di vita. Eppoi, la legge è garantista con gli indagati e non con le persone offese ai quali non risponde, il sistema sanitario non fa la sua parte».
Ed ora il sequestro disposto dal sostituto procuratore Fabrizio Suriano nella causa in cui è difeso dall’avv. Anna Osti di Rovigo. «Una cosa assurda - dice Davide Gavazzeni -. Non abbiamo assistenza a domicilio e ora non ho il mezzo per trasportare la bambina. Ci aiutano solo gli avvocati Mario Cicchetti e Anna Osti, l’Unione ciechi e il Comune per il pullmino che però paghiamo. Ma Eleonora ha bisogno ai apparecchiature particolari e servono tanti soldi. Speriamo che la Giustizia faccia rapidamente la sua parte, così come l’Ulss e l’assicurazione».
http://www.radiomania.it/cms/main.html

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