Forteto, la relazione della commissione
«Una setta in cui gli abusi erano la norma»
Recentemente la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone tra cui Fiesoli
Una setta, al cui interno gli abusi sessuali, psicoligici e 
affettivi sui minori rappresentavano la consuetudine: giorno dopo giorno
 i giovani ospitati venivano sostanzialmente plagiati. Sono alcune delle
 conclusioni a cui è giunta la commissione d'inchiesta del Consiglio 
regionale sull'affidamento dei minori in Toscana, che si è occupata in 
particolare del Forteto, la comunità guidata da Rodolfo Fiesoli. La 
commissione - presidente Stefano Mugnai (Pdl) e vicepresidente Paolo 
Bambagioni (Pd) - ha illustrato in aula la relazione finale,
 frutto di un lavoro di 23 sedute in 4 mesi, durante le quali sono state
 ascoltate 53 persone, tra cui i rappresentanti dell'associazione 
«Vittime del Forteto». 
Nella comunità, si legge nella relazione,
 «l'abuso risultava essere la prassi e i minori divenivano prede. Ciò 
avveniva con il consenso collettivo e dei genitori affidatari, e la 
comunità accettava e giustificava gli approcci sessuali di Fiesoli nei 
confronti dei ragazzi». Al Forteto, si legge ancora, «veniva incentivata
 l'omosessualità» e «osteggiata l'eterosessualità. Ciò implica che al 
Forteto nascono pochissimi bambini e nuove energie arrivano attraverso i
 minori in affido». Per Mugnai il Forteto era una struttura non deputata
 a fare accoglienza di minori ma dove, in pratica, la si è fatta per 35 
anni. «Si è continuato ad affidarvi bambini - ha detto - anche dopo il 
1985, quando Fiesoli e Luigi Goffredi, anch'egli fondatore del Forteto, 
sono stati oggetto di una sentenza di condanna (poi passata in 
giudicato) per vari capi d'imputazione». 
Fonte Corriere Fiorentino
 

 
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