Caso pedofilia, il vescovo contro ‘Le Iene’: “Scorretto il loro comportamento”
Sopra, il vescovo Lafranconi nel servizio delle Iene
AGGIORNAMENTO - Nella
serata di domenica è andato in onda su Italia 1 il servizio delle Iene
sulla vicenda di pedofilia e abusi da parte del sacerdote della diocesi
savonese don Nello Giraudo, servizio contenente l’intervista registrata
alcune settimane fa con l’attuale vescovo di Cremona Dante Lafranconi,
per dieci anni vescovo a Savona (dal 1991 al 2001). La posizione di Lafranconi, l’anno scorso, è stata archiviata per prescrizione
dal gip Fiorenza Giorgi, la quale nel suo provvedimento ha però
sostenuto che il prelato sapeva del comportamento pedofilo di un
sacerdote della sua Curia, ma preferì tacere “pur di salvaguardare
l’immagine della Chiesa”. Sul caso era intervenuta direttamente anche la
diocesi cremonese, a difesa di Lafranconi, che “non avendone avuto
titolo, non ha potuto svolgere alcuna attività in propria difesa e
nemmeno partecipare nel contraddittorio delle parti agli accertamenti
dei fatti in discussione”.
La registrazione dell’intervista
con il vescovo di Cremona, come accennato, è stata trasmessa su Italia 1
all’interno del servizio firmato da Pablo Trincia. Alle domande del
giornalista, riguardanti il caso, Lafranconi ha preferito non
rispondere, sottolineando che l’argomento non era tra quelli concordati
per il colloquio televisivo e difendendosi con diversi “non è vero” alle
affermazioni dell’inviato del programma.
Secondo documenti appena resi noti dalle
Iene e dal quotidiano Il Secolo XIX (da circa un anno nelle mani della
Procura savonese) fu informato del problema-abusi addirittura il Papa emerito Joseph Ratzinger,
quando era Prefetto per la congregazione della fede, ma non si rivolse
alla Magistratura e per don Giraudo ci fu solo un trasferimento.
IL VESCOVO: ‘DISAPPUNTO, COMPORTAMENTO SCORRETTO’ – Sul sito della Diocesi, le precisazioni del vescovo Lafranconi: “Il
giorno 24 settembre 2012 tra me e il signor Enrico Tabari, era stata
concordata un’intervista su tre precise domande riguardanti l’azione
pastorale della Chiesa nei confronti dei giovani. Nel giorno stabilito
si è presentato un giornalista con un altro operatore. Sono stati
cordialmente ricevuti nel mio studio. Dopo la prima domanda concordata,
l’intervistatore è passato, con mia sorpresa, ad un argomento
completamente diverso. Per questo, gli feci presente che non avevo
nessuna intenzione di rispondere sia perché quanto richiesto esulava
dalle domande concordate sia perché non era certo la sede idonea per
parlare di simile argomento.
Di fronte al mio cortese diniego,
l’intervistatore ha continuano con insistenza arrogante. Allora li
invitai ripetutamente a lasciare la mia abitazione, riuscendo a fatica
ad accompagnarli alla porta.
Visto l’uso che è stato fatto di
quanto accaduto, esprimo il più vivo disappunto. A parte la violazione
della correttezza del comportamento per l’opposizione ai miei ripetuti
inviti di lasciare l’abitazione, vi è stata anche una mancanza di
rispetto degli accordi presi anticipatamente, con la richiesta di
un’intervista che nascondeva di fatto un altro intento.
In merito agli episodi di Savona, mi
preme precisare ancora una volta che su di essi non vi è più nulla di
dire. Quanto è stato scritto e detto riporta una interpretazione che non
corrisponde a quello che ho conosciuto e messo in atto; pare piuttosto
un travisamento della verità che non trova conforto in alcun
accertamento o verifica effettiva dei fatti”.
Fonte Cremona oggi
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