Convinse minore a vendere il figlio, arrestato
Salerno, il ginecologo aveva concluso l' "affare" con una coppia che aveva acquistato il piccolo
Andrea Cozzolino, un ginecologo di Scafati, nel Salernitano, è stato arrestato dalla polizia con la terribile accusa di aver convinto una minorenne a vendere per 25mila euro il bambino del
quale era incinta e che ha poi partorito. Nei confronti della coppia
che ha acquistato il bambino la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha
disposto l'obbligo di presentarsi alla Polizia giudiziaria. Il piccolo
si trova ora ospite in una casa famiglia.
La ricostruzione
- La compravendita risale all'ottobre del 2011, quando avvenne il parto
e quando Cozzolino si fece consegnare i soldi dagli aspiranti genitori.
I coniugi che hanno "acquistato" il piccolo sono Elio Miranda e Carmela
Giordano. Il ginecologo coinvolto, in servizio nelle cliniche
convenzionate "Sant'Anna" di Caserta e "Santa Lucia" di San Giuseppe
Vesuviano (Napoli), eseguiva aborti anche senza rispettare i termini
consentiti dalla legge 194.
Per questo motivo la giovane si era rivolta a lui, alla "Sant'Anna", chiedendogli di intervenire per interrompere la sua gravidanza. Ma, per effettuare questo intervento, il medico le aveva chiesto 6mila euro. E la ragazza aveva spiegato di non poter pagare quei soldi perché si trovava in forti difficoltà economiche.
Cozzolino l'aveva però convinta a portare avanti la gravidanza, promettendole il suo aiuto per liberarsi poi del piccolo evitando il riconoscimento del figlio. In realtà, il ginecologo aveva promesso a una coppia della provincia di Salerno, i coniugi Miranda appunto, che volevano un figlio, di procurare loro un bambino in cambio di 25mila euro.
La denuncia della madre naturale - Le indagini della Squadra mobile della questura di Caserta sono scattate da una segnalazione della madre naturale, che si è rivolta a un centro anti-violenza di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dopo essersi accorta che il bambino venduto alla coppia risultava inserito nello stato di famiglia dei suoi genitori. Aveva quindi presentato una denuncia.
Il dottor Cozzolino aveva infatti assicurato alla minorenne che il bambino sarebbe stato riconosciuto dai nuovi genitori, ma la direzione della clinica dove il medico lavorava, estranea alla compravendita, aveva comunicato al Comune di residenza della madre vera i dati anagrafici del neonato.
L'affidamento alla casa famiglia - La giovane ha poi ottenuto che il bimbo fosse tolto alla coppia che l'aveva acquistato e il piccolo è stato poi affidato a una casa famiglia. Ora la ragazza è indagata per violazione della legge sull'adozione e sull'affidamento dei minori; nei suoi confronti la Procura di Santa Maria Capua Vetere non ha chiesto l'adozione di misure cautelari.
Per questo motivo la giovane si era rivolta a lui, alla "Sant'Anna", chiedendogli di intervenire per interrompere la sua gravidanza. Ma, per effettuare questo intervento, il medico le aveva chiesto 6mila euro. E la ragazza aveva spiegato di non poter pagare quei soldi perché si trovava in forti difficoltà economiche.
Cozzolino l'aveva però convinta a portare avanti la gravidanza, promettendole il suo aiuto per liberarsi poi del piccolo evitando il riconoscimento del figlio. In realtà, il ginecologo aveva promesso a una coppia della provincia di Salerno, i coniugi Miranda appunto, che volevano un figlio, di procurare loro un bambino in cambio di 25mila euro.
La denuncia della madre naturale - Le indagini della Squadra mobile della questura di Caserta sono scattate da una segnalazione della madre naturale, che si è rivolta a un centro anti-violenza di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dopo essersi accorta che il bambino venduto alla coppia risultava inserito nello stato di famiglia dei suoi genitori. Aveva quindi presentato una denuncia.
Il dottor Cozzolino aveva infatti assicurato alla minorenne che il bambino sarebbe stato riconosciuto dai nuovi genitori, ma la direzione della clinica dove il medico lavorava, estranea alla compravendita, aveva comunicato al Comune di residenza della madre vera i dati anagrafici del neonato.
L'affidamento alla casa famiglia - La giovane ha poi ottenuto che il bimbo fosse tolto alla coppia che l'aveva acquistato e il piccolo è stato poi affidato a una casa famiglia. Ora la ragazza è indagata per violazione della legge sull'adozione e sull'affidamento dei minori; nei suoi confronti la Procura di Santa Maria Capua Vetere non ha chiesto l'adozione di misure cautelari.

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