FETO GETTATO CASSONETTO VITERBO / Nota della Diocesi di Viterbo sul feto trovato morto nel cassonetto
La scioccante notizia appresa
dagli organi di stampa del ritrovamento in un cassonetto della nostra
Città di un feto morto provoca sconcerto e dolore.
La
comunità ecclesiale – pur rifuggendo da facili giudizi e da avventate
stigmatizzazioni, nell’assoluto rispetto degli Organi competenti alle
indagini – non può certamente rimanere indifferente di fronte ad un
fatto così tragico che lascia ogni viterbese attonito e senza parole.
La
vita umana, infatti, è sacra e inviolabile e come tale va rispettata,
difesa, amata e servita dal concepimento alla morte naturale. E la
Chiesa non si stanca di annunciare con coraggiosa fedeltà il Vangelo
della vita, ben sapendo che “il Vangelo dell’amore di Dio per l’uomo, il
Vangelo della dignità della persona e il Vangelo della vita sono un
unico e indivisibile Vangelo” (Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, 2).
Ogni
persona, soprattutto quando essa è debole e indifesa, ha un
incomparabile valore e nessuno mai può permettersi di attentare ad essa e
di farle violenza.
“Il fatto che le
legislazioni di molti Paesi…abbiano acconsentito a non punire o
addirittura a riconoscere la piena legittimità di pratiche contro la
vita è insieme sintomo preoccupante e causa non marginale di un grave
crollo morale” (Evangelium Vitae, 4), per il quale i delitti contro la
vita, come ad esempio l’aborto e l’eutanasia, vengono interpretati come
legittime espressioni della libertà individuale da riconoscere come veri
e propri diritti.
Questo crollo morale ha conseguenze dolorose come quella avvenuta nella nostra Città.
Nel
contempo, però, la comunità ecclesiale, madre e maestra di
misericordia, non cessa di manifestare compassione ed amore per tutte
quelle mamme che arrivano a compiere questi gesti di estrema
drammaticità, dietro i quali si nascondono spesso storie di povertà, di
solitudine, di paura, di emarginazione, di abbandono.
È
per questo che vanno messe in atto forme discrete ed efficaci di
accompagnamento della vita nascente, con una speciale vicinanza a quelle
mamme che per vari motivi hanno paura o difficoltà a portare avanti la
gravidanza.
A questa esigenza la Diocesi di
Viterbo, ormai da oltre un decennio, ha dato risposta concreta con
l’apertura della Casa di Accoglienza “Madre Teresa di Calcutta” dove –
grazie alle Suore e ai Volontari dell’Associazione Maria Madre della
Vita – sono state accolte e accompagnate 103 donne e 112 bimbi, di cui
35 nati nella Casa a Viterbo.
Da ricordare,
inoltre, l’opera competente e generosa del Centro di Aiuto alla Vita
che in Città è disponibile 24 ore su 24 (348.9898577).
Il
dramma avvenuto a Viterbo non trovi una Città indifferente, ma scuota
la coscienza di ciascuno, perché ad ogni livello ci si “prenda cura di
tutta la vita e della vita di tutti”. Agire a favore della vita,
infatti, è contribuire al rinnovamento della società mediante
l’edificazione del bene comune.
La comunità
cristiana ora invita i credenti alla preghiera, che affida la bambina
ritrovata tra i rifiuti di un cassonetto all’abbraccio paterno e materno
di Dio e si fa, nel contempo, vicinanza discreta e amorevole a sua
madre che, ora più che mai, ha tanto bisogno di amore.

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