Valentina Salamone: Nicola Mancuso ha avuto dei complici
E’ stata avanzata l’ipotesi che Nicola Mancuso potrebbe aver agito con l’aiuto di alcuni complici. A Quarto Grado è intervenuta la madre di Valentina Salamone,
la quale ha dichiarato espressamente che da solo il presunto assassino
non avrebbe potuto organizzare tutto. Il padre della ragazza uccisa ha
avanzato delle idee sul coinvolgimento di qualcuno tra gli ultimi che
sono rimasti nella villa e poi ha rivolto un appello a Nicola, affinché
si decida a dire la verità. Dario Pastore, l’avvocato della famiglia
Salamone, ha sottolineato come ci siano state diverse lacune nelle prime
indagini e ha ribadito la possibilità dei complici.
Dal canto proprio, Piera Castelli, la moglie di Nicola, difende il marito
affermando che egli non corrisponde alla descrizione che ne è stata
fatta e sottolinea che uscirà presto dal carcere, nel momento in cui la
verità verrà a galla.
Molti sono, comunque, i dubbi intorno al caso della ragazza di Biancavilla,
in provincia di Catania. Valentina è stata trovata morta, ma la
ricostruzione dei fatti è oscillata inizialmente fra due ipotesi
difficili da chiarire: omicidio o suicidio. I genitori della ragazza non
hanno creduto alla possibilità che la loro figlia si fosse tolta la
vita e, a distanza di tre anni, è stato arrestato il suo ex fidanzato,
Nicola Mancuso, accusato di omicidio e di aver simulato il suicidio. Nicola rinnega ogni accusa e la vicenda è avvolta ancora attorno al mistero.
Molti
programmi tv dedicati alla cronaca nera si sono occupati di far luce su
questo fatto. Soprattutto si è cercato di capire fino in fondo che cosa
sia potuto succedere quella tragica notte del 24 luglio del 2010,
quando Valentina ha incontrato la morte.
Il ritrovamento del corpo
Il
corpo di Valentina Salamone è stato ritrovato tre anni fa in una
villetta nelle campagne di Adrano. Il cadavere aveva una corda attorno
al collo e per questo si era pensato al suicidio. Eppure la perizia
medico – legale ha smentito questa ipotesi, visto che ha chiarito come
la ragazza di 19 anni sia stata afferrata e costretta a mettersi il
cappio al collo, mentre le sue gambe venivano tenute sollevate.
Gli
inquirenti, che hanno ricostruito i fatti, hanno messo in evidenza che
il delitto sarebbe stato messo in atto da Mancuso, l’amante di
Valentina, il quale portava avanti una relazione extraconiugale
con la giovane. Mancuso aveva subito una scenata di gelosia da parte di
Valentina e in seguito aveva svelato ai suoi amici che quel rapporto
stava mettendo in pericolo il proprio matrimonio.
L’arresto di Nicola Mancuso
Nicola Mancuso deve rispondere dell’accusa di omicidio pluriaggravato
in concorso con ignoti. In effetti, stando alle prove in mano agli
investigatori, ci dovrebbe essere qualcun altro che avrebbe aiutato
Nicola ad uccidere Valentina e che poi avrebbe svolto un ruolo di
primaria importanza nel cercare di depistare le indagini.
C’è anche un’intercettazione di Mancuso, il quale avrebbe detto ad un amico: “Questa sta esagerando, mi rovina, la dobbiamo sistemare“. Tra l’altro ad inchiodare il presunto responsabile sarebbero anche le tracce ematiche
che i carabinieri del Ris hanno ritrovato nella villetta in cui è stato
ritrovato il cadavere, soprattutto sulle scarpe della ragazza. Per
Nicola Mancuso, su richiesta della procura di Catania, è stata emessa
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Nicola Mancuso respinge le accuse
Nicola Mancuso in carcere respinge ogni accusa. Innanzi tutto ha affermato di non aver ricevuto delle pressioni
da parte della sua amante nel lasciare la propria famiglia. Inoltre è
sicuro che quella sera non abbia perso del sangue. Esclude pertanto che
la macchia di sangue ritrovata sulla scarpa di Valentina possa
appartenergli.
L’indagato sostiene di essere completamente
estraneo al delitto, anche perché, secondo la propria versione dei
fatti, la relazione con Valentina Salamone si era conclusa senza alcun
rancore e senza che la moglie fosse venuta a saperlo.

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