Pietro Maso torna in libertà
L’ex ragazzo della ‘Verona bene’ uccise i genitori nel 1991 per impossessarsi dell’eredità. Condannato nel ’92 a 30 anni e due mesi di carcere, dal 2008 è in semilibertà. Alla pena complessiva sono stati scontati i 3 anni dell’indulto e i 1800 giorni previsti dalla ‘liberazione anticipata’. In pratica per la giustizia italiana togliere la vita a due persone per rapina vale poco meno di 22 anni di galera
VERONA -
Quanto si deve 'pagare' se si sono
ammazzati con ferocia i genitori, per prendersi il loro denaro? Ventidue
anni di carcere, meno 4 giorni. è il tempo che Pietro Maso, prototipo
del figlio-killer per antonomasia, ha trascorso dietro le sbarre. Dal 15
aprile prossimo Maso, oggi 42enne, lascerà il penitenziario di Opera a
Milano e tornerà uomo libero.
Per il delitto del padre e della madre, Antonio Maso e Rosa Tessari, 52 e 48 anni, compiuto il 17 aprile 1991 a Montecchia di Crosara (Verona) con la complicità di tre amici, l'ex ragazzo della Verona bene si era visto infliggere nel 1994 in
Cassazione 30 e 2 mesi di reclusione. A questo carico sono stati
sottratti i 3 anni di indulto e 1800 giorni di liberazione anticipata.
Così il conto di Pietro con la giustizia si chiuderà il 15 aprile 2013,
dopo 22 anni (meno 4 giorni) di carcere.
In quel lontano 1991, un'Italia molto diversa da quella odierna, il
delitto da 'Arancia meccanica' dei coniugi di Montecchia aveva
trasformato il 19enne Pietro Maso nell'icona di una generazione senza
valori: il figlio di una società che, anche in periferia, aveva perso la
voglia di far fatica e voleva solo i soldi, non importava in quale
maniera. Nulla dopo Maso sarebbe più stato uguale nell'approccio ai casi
di cronaca efferata. Alle sbrigative motivazioni di 'pazzia', spesso
appiccicate ai protagonisti dei delitti, si sarebbe aggiunta l'analisi
sul contesto sociale degli omicidi, sulla mancanza di valori che può far
deflagrare la violenza.
La sera del 17 aprile 1991 Antonio e Rosa stavano rientrando nella
loro villetta dopo aver partecipato ad un incontro di preghiera in
parrocchia. Nel buio dell'ingresso, camuffati con maschere da Carnevale,
armati con un bloccasterzo e delle padelle, li aspettavano il figlio
Pietro e tre suoi amici, Giorgio Carbognin, Paolo Cavazza all'epoca
19enni, e Damiano B., allora 17enne. Fu un massacro. Il gruppetto agì
senza alcuna pietà. I due coniugi vennero lasciati a terra in una pozza
di sangue. Poi i quattro assassini andarono in discoteca, a finire la
serata. Fu Pietro a recarsi più tardi dai carabinieri, raccontando
d'aver trovato i genitori uccisi. Ma gli investigatori si insospettirono
subito: il giovane era pronto a collaborare, ma appariva freddo e
distaccato rispetto alla tragedia. L'ipotesi di una rapina finita male
fu presto abbandonata. Tre giorni di interrogatori e Pietro e suoi amici
crollarono. Togliendo di mezzo i genitori, si appurò poi, Maso voleva
impossessarsi subito dell'eredità così da continuare lo stile agiato di
vita che aveva sempre sostenuto. Il piano diabolico prevedeva anche
l'eliminazione delle due sorelle del giovane.
Dopo la condanna in Cassazione, Maso scrisse una prima lettera di
pentimento. Poi i lunghi anni della detenzione, ma con le cronache
sempre attente a cosa succedeva a Maso. Nel 2008 l'ex
giovane della Verona bene si sposò e in quell'anno ottenne tra le
polemiche anche la semilibertà, che gli consentì da allora di lavorare
di giorno fuori dal carcere. Beneficio che rischiò di perdere
nell'aprile 2011, per una frase, “io ti ammazzo” nei confronti di un
uomo a cui aveva prestato del denaro che però ha sempre negato di aver
pronunciato. Il Tribunale di Sorveglianza gli confermò così la
semilibertà, ma un anno dopo il giudice di sorveglianza 'boccio” la sua
richiesta di uscire dal carcere commutando la pena in detenzione
domiciliare.
Ora il conto con la giustizia dei Tribunali Pietro lo ha saldato. A
Montecchia, dove la villetta dell'orrore è stata venduta da tempo,
nessuno lo aspetta. “Non è più nostro cittadino - dice il sindaco,
Edoardo Pallaro - il paese ha voltato pagina. In tutti i sensi”.
Fonte Rai radio Giornale
Nessun commento:
Posta un commento